Qualità della vita, Biella scende in classifica

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Qualità della vita, Biella scende in classifica
Il rapporto di "Italia Oggi": dalla posizione 16 alla 37 

E' frattura fra Nord Est e Nord Ovest. Lo rivela la ricerca sulla qualità della vita nelle 103 province italiane di ItaliaOggi. In questo contesto Biella crolla dal 16° posto 2007 al 37° del 2008, ma ugualmente, a dispetto di altre province del triangolo industriale, resta luogo «dove è accettabile vivere». Siena viene incoronata come la città del benessere, confermando anche qui gli ottimi risultati degli anni precedenti, insieme a Trento e Bolzano (seconda e terza), ma il dato che più fa riflettere è proprio il crollo di molte città liguri e piemontesi. «Il confronto con Veneto ed Emilia Romagna - spiega ItaliaOggi in edicola oggi - diventa stridente. Il motivo va forse ricercato nel diverso contesto economico: nel primo caso imperniato sulla grande industria che, di fronte a condizioni macroeconomiche difficili, rallenta e condiziona tutto l'indotto; nel secondo caso più incentrato sui distretti, quindi sulla piccola impresa, per sua natura dotata di maggiore flessibilità e capacità di assorbire le congiunture negative». Secondo il Rapporto, in 55 province su 103 la qualità della vita è scarsa o insufficiente. E se in questo gruppo (vedi mappa a lato) entrano Torino (dal 38° al 50° posto), Verbania (da 49 a 53), Vercelli (da 54 a 62) e Asti (da 33 a 64), più stabili paiono il virtuoso Nord Est, il Centro e il Sud, che peraltro occupa gli ultimi posti della classifica con Agrigento, Enna e Napoli.
Il livello di benessere resta «accettabile» a Biella che - più simile al Veneto per le caratteristiche di distretto industriale - dalle prime posizioni arretra moltissimo, ma riesce a mantenersi nel gruppo con Novara (da 26 a 30) e con Alessandria (da 45 a 40).

 In Piemonte, fra le province del buonvivere, collocate per lo più in Toscana, Trentino Alto Adige ed Emilia Ronagna, si salva solo Cuneo (da 18 a 17). I dati dei singoli indicatori (un'ottantina) evidenziano per Biella una flessione del Pil pro capite significativa, ma non sufficiente a far assumere al crollo di venti posizioni il tono di una disfatta; restano buoni i dati ambientali, quelli sui servizi e quelli sulla sicurezza (sempre alti i tassi sui suicidi), mentre socialmente sono elevati i numeri delle separazioni e, unico caso di record negativo biellese in Italioa, la nostra provincia è l'ultima in fatto di crescita demografica.
r.a. 

8 dicembre 2008

 

 

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