Provincia, quale futuro?

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(12 giu) Presidente di un ente che potrebbe non avere futuro. E onorevole di un Parlamento che deve farsi carico di un riordino amministrativo che potrebbe essere doloroso per il suo Biellese. E’ dura la vita politica di Roberto Simonetti (foto). Presidente di un ente che potrebbe non avere futuro. E onorevole di un Parlamento che deve farsi carico di un riordino amministrativo che potrebbe essere doloroso per il suo Biellese. E’ dura la vita politica di Roberto Simonetti (foto).

Provincia sì o Provincia no?
«Problema mal posto».

D’accordo. Ma lei come ha votato a Roma?
«Contro la proposta dell’Idv. Naturalmente».

Però non è contrario alla soppressione delle Province. L’ha scritto pure su Eco di Biella.
«Calma. Sono favorevole a un riordino generale, che deve tenere conto di molti fattori».

Lo sapevo. La questione è complessa...
«Può non esserlo governare e riformare un Paese?».

D’accordo. Ci spieghi.
«Facciamo chiarezza. Primo: le Province sono previste dalla Costituzione. Secondo: non sono le Province a rappresentare il maggior costo per i contribuenti. Terzo: ci sono Regioni con meno abitanti di alcune Province. Quarto: se da Roma vengono tagliati i fondi ai nostri enti, è chiaro che la nostra utilità viene meno. E potrei continuare».

Basta, mi arrendo. Arriviamo al punto. Provincia sì o Provincia no?
«Sì, con adeguate risorse. Altrimenti vanno ripensati confini, ambiti e ruoli».

Negli anni Novanta il Biellese ottenne la targa “Bi”. Oggi sono venute meno le storiche motivazioni che portarono al traguardo tanto atteso?
«No. Però non c’è più il Muro di Berlino. Non c’è più la lira. E ancora: c’è la globalizzazione e la crisi economica. Insomma il mondo è cambiato».

Quindi che facciamo?
«Semplifico».

Grazie.
«Eliminiamo la Provincia di Torino, perché la Costituzione prevede già le città metropolitane. Asti-Alessandria insieme. Eporediese Provincia. Cuneo resta. E il Biellese va con Novara, formando un quadrante con Vercelli e Verbania».

Addio Provincia di Biella.
«La biellesità va mantenuta. Andrebbe creata una rappresentanza politica e istituzionale».

Polemica: nel programma del governo Berlusconi c’era l’eliminazione delle Province, per risparmiare. E’ andata esattamente al contrario...
«Battuta: avevamo detto di eliminare le Province inutili, non che le Province fossero inutili».

Pare un gioco di parole.
«La politica è una cosa seria. E’ la demagogia imperante, a non esserlo. Io faccio politica con spirito di servizio. Ecco perché penso a un riordino amministrativo che stia al passo con la modernità. L’eliminazione indiscriminata delle Province non risolverebbe nulla. E’ populismo».

Tenerle in vita per creare nuove tasse, è altrettanto inutile.
«Senza dubbio».

Tra le sue parole e quelle di Ronzani i punti in comune mi paiono molti. E’ normale?
«Non sono l’unico a fare politica seriamente... Comunque anche la Lega Nord ha presentato una proposta di legge. Migliore di quella di Bersani, naturalmente. E sempre la Lega aveva fatto la “Devolution”, che conteneva ottime riforme. Purtroppo stoppate da un referendum».

12 luglio 2011

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