Primo Maggio, corteo e polemiche

Primo Maggio, corteo e polemiche
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(2 mag) «Vergogna, vergogna!». L’urlo dei cinquecento al Primo Maggio è salito alto quando, prima il segretario della Uil Giovanni Gemin, poi quello della Cgil Marvi Massazza Gal a nome delle tre confederazioni sindacali, hanno lanciato l’anatema contro le istituzioni pubbliche - comune di Biella, Provincia e comune di Cossato - «che con l’assenza dei gonfaloni e dei loro rappresentanti hanno offeso i lavoratori», ringraziando invece i sindaci presenti di Andorno, Bioglio, Ponderano e Valle Mosso.
«Cgil, Cisl e Uil - recita una nota unitaria diffusa immediatamente dopo corteo e comizio - hanno dedicato questo Primo Maggio ai 150 anni dell’unità d’Italia, festa del contributo di lotte, sacrifici e sangue del mondo del lavoro alla democrazia, alla resistenza e ai contenuti della carta costituzionale. Comune di Biella e Provincia devono darci ragione di un’assenza che suona offesa ai fondamenti sociali della nostra Repubblica che sono alla base della nostra coesione nazionale. In tempi difficili di crisi economica e sociale, di crisi della politica, di contesto internazionale fragile, non è momento per rotture e separazioni. Tale preoccupazione dovrebbe stare in cima ai pensieri di chi, per ruolo pubblico, deve rappresentare tutti i cittadini».
L'INTERO SERVIZIO SU ECO DI BIELLA, UNICO GIORNALE IN EDICOLA OGGI (2 mag) «Vergogna, vergogna!». L’urlo dei cinquecento al Primo Maggio è salito alto quando, prima il segretario della Uil Giovanni Gemin, poi quello della Cgil Marvi Massazza Gal a nome delle tre confederazioni sindacali, hanno lanciato l’anatema contro le istituzioni pubbliche - comune di Biella, Provincia e comune di Cossato - «che con l’assenza dei gonfaloni e dei loro rappresentanti hanno offeso i lavoratori», ringraziando invece i sindaci presenti di Andorno, Bioglio, Ponderano e Valle Mosso.
«Cgil, Cisl e Uil - recita una nota unitaria diffusa immediatamente dopo corteo e comizio - hanno dedicato questo Primo Maggio ai 150 anni dell’unità d’Italia, festa del contributo di lotte, sacrifici e sangue del mondo del lavoro alla democrazia, alla resistenza e ai contenuti della carta costituzionale. Comune di Biella e Provincia devono darci ragione di un’assenza che suona offesa ai fondamenti sociali della nostra Repubblica che sono alla base della nostra coesione nazionale. In tempi difficili di crisi economica e sociale, di crisi della politica, di contesto internazionale fragile, non è momento per rotture e separazioni. Tale preoccupazione dovrebbe stare in cima ai pensieri di chi, per ruolo pubblico, deve rappresentare tutti i cittadini».
Non solo: è stato ritenuto uno “sgarbo” aggiuntivo ai lavoratori dal Comune targato centrodestra la transenna legata all’ingresso della rotonda dove tradizionalmente si tiene il comizio di chiusura al centro dei giardini Zumaglini: il neo segretario Cisl Gilberto Persico, gli altri dirigenti sindacali e l’oratore Giuseppe Scarsi, segretario regionale Cisl, hanno dovuto piegarsi o arrampicarsi per salire sul naturale podio della manifestazione: «Eppure - ha commentato Persico - il Comune era stato ampiamente avvertito...».
Insomma, un insieme di episodi che hanno fatto esprimere a Gemin «la grande rabbia dei lavoratori già così duramente colpiti dalla crisi» e a Marvi Massazza Gal hanno suggerito di ricordare pubblicamente «che quest’assenza è la prima volta da quando è nata la Repubblica: un brutto segnale».
Al di là degli “incidenti politici” la cronaca della mattinata è stata quella di una festa favorita da un bel sole in una città dove - ringraziati dai sindacati - tutti i negozi e i centri commerciali sono rimasti chiusi in omaggio alla ricorrenza: e non era scontato. Dopo la posa della corona al monumento alle vittime di piazza Martiri, il corteo aperto dalla banda Verdi di Biella e chiuso dalla Filarmonica di Cossato, che si è andato ingrossando lungo via Italia colorata dalle bandiere sindacali dei partecipanti, si è portato ai giardini Zumaglini per un omaggio ai Caduti e per l’orazione. Giuseppe Scarsi ha parlato per venti minuti puntando il suo ragionamento sulla necessità «di difendere e affermare, al di là delle differenze, i valori comuni del sindacalismo: libertà, pace, giustizia e solidarietà» e poi sostenendo «la necessità di riforme incisive e di una politica industriale che non si vede, strumenti indispensabili per promuovere la ripresa economica e l’occupazione». Come? «Vanno superate le polemiche sui giornali con una seria politica fiscale, una incisiva lotta all’evasione fiscale e la riqualificazione della spesa pubblica che consentano di ridare fiato all’economia del Paese».
Infine, un obbligato accenno alla disunità sindacale in questa stagione. «“Il lavoro per unire il Paese” è lo slogan di oggi alla manifestazione nazionale di Marsala - ha detto -. E nella direzione di valorizzare ciò che unisce piuttosto che esasperare ciò che ci divide in Piemonte stiamo sforzandoci di trovare sintesi unitarie sia in materia di lavoro che nel confronto regionale sulla sanità, così come a Biella Cgil, Cisl e Uil sono impegnate a trovare strade comuni per il rilancio del territorio. Ma per far ripartire ogni percorso di unità l’unico modo è quello di avviare nuovi percorsi di dialogo che siano capaci di valorizzare le diversità come ricchezza comune».

2 maggio 2011

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