Pollone ricorda Silvia Croce

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(19 ago) Sotto gli auspici del Comune di Pollone, che per anni ha avuto l’onore di annoverarla tra i suoi ospiti di riguardo, nella biblioteca locale che porta il nome del suo augusto padre, verrà ricordata Silvia Croce, mancata poco tempo fa a Napoli. Questa sera alle ore 21 la biblioteca invita ad ascoltare le testimonianze che Andrea Corsaro, Giulio Delleani, Marco Neiretti e altri amici vorranno dare sull’apprezzata figura di Silvia.
La nipote Marta Herling Croce, che ha organizzato la serata, rievocherà gli anni in cui la famiglia Croce venne a Pollone in vacanza, gli incontri del padre con gli intellettuali dell’epoca, l’amore che la più piccola delle tre sorelle, Silvia, ha nutrito fino all’ultimo per quel paesino del Biellese che aveva a cuore. Sotto gli auspici del Comune di Pollone, che per anni ha avuto l’onore di annoverarla tra i suoi ospiti di riguardo, nella biblioteca locale che porta il nome del suo augusto padre, verrà ricordata Silvia Croce, mancata poco tempo fa a Napoli. Questa sera alle ore 21 la biblioteca invita ad ascoltare le testimonianze che Andrea Corsaro, Giulio Delleani, Marco Neiretti e altri amici vorranno dare sull’apprezzata figura di Silvia.
La nipote Marta Herling Croce, che ha organizzato la serata, rievocherà gli anni in cui la famiglia Croce venne a Pollone in vacanza, gli incontri del padre con gli intellettuali dell’epoca, l’amore che la più piccola delle tre sorelle, Silvia, ha nutrito fino all’ultimo per quel paesino del Biellese che aveva a cuore. «Ci legava la passione per la montagna - anticipa Giulio Delleani - e il ricordo delle passeggiate durante le quali, fin dai tempi della Seconda guerra mondiale, salivamo sui nostri monti. Ogni anno Silvia, quando arrivava a Pollone, telefonava per salutare: era una persona aperta e allegra, con cui si poteva parlare di ogni argomento. Quando Pollone era popolatissimo dai rifugiati, scappati dai bombardamenti, i Croce e i Colonnetti costituivano due pilastri della cultura nazionale e li incontravamo sempre. Dopo l’armistizio entrambe le famiglie ripararono in Svizzera, senza però dimenticare mai il nostro paese».
Mariella Debernardi

19 agosto 2011

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