Pivotto, l’abbraccio della sua città

Pivotto, l’abbraccio della sua città
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BIELLA - «… La cera è una sostanza straordinaria, lavora, lavora sempre, è in continuo movimento. Bellissimo!». Con queste parole entusiaste, Luciano Pivotto comunicava agli amici la sua scoperta per ottenere un risultato perfetto con la cera, materiale poco utilizzato nell’arte pittorica, ma che con la sua particolare tecnica “viveva” e riscaldava ogni suo quadro, ogni sua installazione. Dagli anni '80 in poi, sarà il suo materiale preferito e ne caratterizzerà lo stile  nelle sue diverse declinazioni.

BIELLA - «… La cera è una sostanza straordinaria, lavora, lavora sempre, è in continuo movimento. Bellissimo!». Con queste parole entusiaste, Luciano Pivotto comunicava agli amici la sua scoperta per ottenere un risultato perfetto con la cera, materiale poco utilizzato nell’arte pittorica, ma che con la sua particolare tecnica “viveva” e riscaldava ogni suo quadro, ogni sua installazione. Dagli anni '80 in poi, sarà il suo materiale preferito e ne caratterizzerà lo stile  nelle sue diverse declinazioni.

A Pivotto, tragicamente scomparso due anni fa, e alla sua interessante ricerca artistica, Biella dedica la prima grande antologica, “Help-Chiedi pane e liberi pensieri”, a cura di Irene Finiguerra e del figlio dell’artista, Andrea Pivotto, ospitata fino al 22 novembre nelle luminose sale  di Palazzo Gromo Losa e in alcuni ambienti di Palazzo La Marmora.  Un folto pubblico di artisti amici, critici, appassionati d'arte e collezionisti ha affollato giovedì sera scorso gli ambienti messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, e ne ha potuto ammirare, nel corso dell'inaugurazione, lo stile in continua evoluzione (ma sempre coerente e rigoroso), attraverso un centinaio di opere che coprono tutto il suo percorso artistico.

«Opere di grande impatto emotivo – ha spiegato la curatrice Irene Finiguerra –. Un artista artigiano che non cercava i riflettori, e per questo motivo, probabilmente, non arrivò alla ribalta del mercato dell’arte. Ma era invece generoso con i suoi consigli, soprattutto verso i giovani che come me iniziavano a lavorare nell'ambiente dell'arte».   

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Luisa Benedetti

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 12 ottobre 2015 

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