Un libro e un film sulla Patagonia di Biella

Un libro e un film <br> sulla Patagonia di Biella
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(16 dic) Dopo una spedizione in loco, indagini documentarie e storiche, interviste e raccolte di testimonianze inedite, saranno un libro e un film a far rivivere la figura di padre Alberto Maria De Agostini, biellese di nascita, esploratore del mondo per vocazione, in occasione del centenario del suo arrivo nelle Terre Magellaniche e nel cinquantenario della sua morte. Le due produzioni, frutto del lavoro dell'alpinista Enrico Rosso e del team (Maurizio Pellegrini, Gonzalo Bavestrello, Enzo Lerro, Luca Macchetto, Paola Lavagnini) che lo ha affiancato in questo percorso voluto dall’associazione Montagna Amica e sostenuto finanziariamente dalla Fondazione Crb e dal Comune di Biella, saranno presentate ufficialmente questa sera, nell’auditorium di Città Studi, alle 21.
«Oggi preservare la memoria storica di padre Alberto De Agostini è un dovere». Sono le parole che l’alpinista biellese Enrico Rosso ha scelto per tracciare il senso finale del progetto che, come un filo che annoda due terre lontane e due secoli di storia, negli ultimi mesi ha idealmente avvicinato il Biellese alla Patagonia sulle orme di quello che, delle Terre australi, è stato uno dei maggiori conoscitori. Dopo una spedizione in loco, indagini documentarie e storiche, interviste e raccolte di testimonianze inedite, saranno un libro e un film a far rivivere la figura di padre Alberto Maria De Agostini, biellese di nascita, esploratore del mondo per vocazione, in occasione del centenario del suo arrivo nelle Terre Magellaniche e nel cinquantenario della sua morte. Le due produzioni, frutto del lavoro di Rosso e del team (Maurizio Pellegrini, Gonzalo Bavestrello, Enzo Lerro, Luca Macchetto, Paola Lavagnini) che lo ha affiancato in questo percorso voluto dall’associazione Montagna Amica e sostenuto finanziariamente dalla Fondazione Crb e dal Comune di Biella, saranno presentate ufficialmente questa sera, nell’auditorium di Città Studi, alle 21.
“Impalpabili regioni dell’etere”. Questo il titolo, comune, del libro e del film. Parole «suggerite - come ricorda Enrico Rosso nella prefazione al testo - dallo stesso padre De Agostini»: «E’ riferito ad un’ambiente di alta montagna - ricorda l’alpinista -ma può valere per tutte quelle regioni dove l’aria, l’acqua e la terra con le sue forme inusitate, sono indimenticabili seppur in un contesto di spazio che sovrasta e sembra a volte annullare ogni altra sensazione». Lo stesso senso, in sostanza, suggerito dalle esperienze della montagna e della scoperta, dimensioni che per il padre salesiano di Pollone furono essenziali coordinate di vita.
L’ideale percorso si snoderà tra immagini e parole, lungo una linea che fa tappa nel libro fotografico e ricomincia con il film-documentario, dove la storia di De Agostini viene «contestualizzata - come spiega Rosso - con l’aiuto di immagini storiche, delle nostre riprese e di numerose interviste, sia sulle Alpi che in Patagonia e in Terra del Fuoco». Il documentario (63’), firmato da Maurizio Pellegrini e imperniato sulla sceneggiatura scritta da Pellegrini e Rosso, è realizzato con la produzione di Montagna Amica, VideoAstolfoSullaLuna e della cilena Fix Producciones, in collaborazione con il Museo Maggiorino Borgatello di Punta Arenas. Il libro, essenzialmente fotografico, è invece «un viaggio nelle Terre australi assieme ad Alberto De Agostini - chiarisce ancora Rosso -. Le sue immagini e i suoi scritti ci hanno condotti attraverso la Patagonia e la Terra del Fuoco e poi sulle montagne biellesi e valdostane a vedere, toccare e quindi conoscere un mondo del quale l’illustre salesiano fu protagonista».
Con quale senso del tutto, lo chiarisce l’alpinista in chiusura: «La memoria storica, la conoscenza della propria identità culturale, è un elemento indispensabile all’uomo per camminare consapevolmente nel futuro», spiega. E va oltre. «Al di la di una particolare predisposizione personale, ci sono delle ragioni antropologiche per cui un biellese è attratto dalle montagne». La storia lo ha insegnato. E oggi sappiamo, grazie anche al lungo lavoro di documentazione e riscoperta che stasera troverà il suo culmine, che «anche per Alberto De Agostini fu così».
Veronica Balocco
16 dicembre 2010

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