Multe, ecco le prime sentenze d’appello

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(22 feb) Si pensava che dal tribunale di Biella arrivassero le indicazioni precise per andare a dirimere una delle vicende più controverse di questi ultimi anni, ma così non è stato. A detta dell’avvocato del Comune di Gaglianico, Giancarlo Petrini, sulla vicenda delle contravvenzioni rilevate attraverso il sistema delle telecamere al semaforo (i famigerati T-Red) «si esce forse ancora più confusi di prima anche se con una certezza, ossia il buon operato della polizia municipale di Gaglianico». Secondo Roberto Peretti, avvocato del comitato dei multati, invece, le indicazioni sono chiarissime: «Abbiamo vinto su tutta la linea». Si pensava che dal tribunale di Biella arrivassero le indicazioni precise per andare a dirimere una delle vicende più controverse di questi ultimi anni, ma così non è stato. A detta dell’avvocato del Comune di Gaglianico, Giancarlo Petrini, sulla vicenda delle contravvenzioni rilevate attraverso il sistema delle telecamere al semaforo (i famigerati T-Red) «si esce forse ancora più confusi di prima anche se con una certezza, ossia il buon operato della polizia municipale di Gaglianico». Secondo Roberto Peretti, avvocato del comitato dei multati, invece, le indicazioni sono chiarissime: «Abbiamo vinto su tutta la linea». Sono state infatti depositate nei giorni scorsi le prime quindici sentenze di appello emesse dal giudice del tribunale di Biella Eleonora Reggiani: dieci ricorsi presentati dal Comune sono stati rigettati, sancendo di fatto la vittoria dei multati, cinque, invece, sono stati accolti, dando ragione all’amministrazione comunale.
Da quanto emerge dalle sentenze è stato smontato uno dei principi che portava i giudici di pace ad accettare i ricorsi dei multati in primo grado. «E’ stato sancito - spiega l’avvocato Giancarlo Petrini - che il sistema di notifica messo in atto dal Comune di Gaglianico era perfettamente regolare. Sia la consegna della contravvenzione ai multati, che avveniva attraverso Poste Italiane, sia le firme scannerizzate sono state giudicate a norma dal giudice togato del tribunale di Biella. E questa è una grossa conquista per noi che ci siamo sempre battuti sulla regolarità del sistema». L’altro aspetto giuridico su cui i legali del Comune di Gaglianico si erano battuti era quello legato alla presentazione del ricorso che doveva essere fatta esclusivamente dal proprietario del mezzo e non dal conducente che aveva commesso l’infrazione. «E anche su questo punto il giudice si è espressa in nostro favore, accogliendo tre degli appelli da noi presentati e sancendo un altro importante punto su tutta la vicenda».
E allora perché dieci ricorsi sono stati rigettati? Nella sentenza c’è scritto: «Nel verbale opposto si legge che l’accertamento è stato effettuato “con apparecchiatura di rilevamento denominata T-Red.... Parte appellata ha allegato che nella specie non sono stati rispettati gli accorgimenti richiesti in sede di omologazione in particolare (per quel che qui rileva) con riferimento alla fase di installazione dell’apparecchiatura, che avrebbe dovuto essere posata in modo fisso ed in posizione protetta, non manomettibile o facilmente oscurabile. Parte appellante ha replicato, allegando che invece l’apparecchiatura era stata posizionata in posizione fissa e non manomettibile, dato che si trovava su un palo di altezza tale (4 metri) da non poter essere raggiunto da alcuno. Non ha tuttavia provato quanto allegato». L’avvocato Petrini ribatte: «Ma nelle due sentenze a favore del Comune questo punto viene superato e giudicato irrilevante, quindi dovremo vedere le prossime sentenze per farci un’idea più chiara sul pronunciamento del giudice». Ribatte invece l’avvocato Peretti: «Abbiamo presentato una ventina di ricorsi in cui i punti non erano richiamati per esteso siccome erano ricorrenti giunti all’ultimo minuto e i tempi tecnici erano limitati. Davanti al giudice di primo grado abbiamo però spiegato punto per punto le motivazioni del ricorso, dopo che l’avvocato Petrini aveva accettato il contraddittorio. Il giudice di secondo grado non ha però tenuto conto di ciò. Siamo assolutamente tranquilli e andremo a discuterne in Cassazione convinti di poter vincere anche questi ricorsi».
La sentenza, inoltre, prevede che la parte soccombente paghi la metà delle spese processuali, ossia 350 euro più l’Iva e le tasse. In dieci casi sarà il Comune a sostenerla, nei restanti cinque i multati.
Enzo Panelli
panelli@primabiella.it

22 FEBBRAIO 2010

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