“Mi ricordo, l’archivio di tutti”

“Mi ricordo, l’archivio di tutti”
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“Come eravamo”, quando la nostra vita quotidiana non era ossessivamente punteggiata dai “selfie”? Quando la fotografia poteva venire mossa, sfocata, quando un’inquadratura mal calibrata tagliava irrimediabilmente fuori proprio lo “zio d’America”? Con questo obiettivo di memoria l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, che ha sede a Ivrea, con l’Atl biellese, il Centro di documentazione della Camera del lavoro, la Fondazione Fila e Eco di Biella con il ruolo di media partner presentano “Mi ricordo, l’archivio di tutti”, ovvero la memoria dei biellesi nei film di famiglia. Da oggi al 3 febbraio 2017 si apre la raccolta dei video e pellicole amatoriali che tanto successo ha avuto nel vicino Canavese.

Una volta, per conservare la memoria delle nostre cerimonie quotidiane - i matrimoni, i battesimi, le vacanze, le immagini della nuova città dove ci si trasferiva in cerca di lavoro - ci voleva un po’ di perizia tecnica e sacrificio economico, come per il cinema in Super 8. Ma il risultato valeva la pena. Le tracce di memoria quotidiana erano infatti costruite per durare, per essere viste nelle riunioni familiari, per essere commentate tra amici. Insomma contribuivano a creare occasioni sociali. Ma questi documenti della nostra storia quotidiana recente - le immagini dei nostri genitori, dei nostri nonni - sono spesso difficili da conservare. Le fotografie si dimenticano in fondo ai cassetti, i film non si proiettano più perché nel frattempo le tecnologie sono evolute. «E invece - osserva Elena Testa, direttore dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa - le nostre cronache quotidiane meritano di essere conservate. Perché, con il trascorrere dei decenni, le immagini dei luoghi di lavoro, dei riti familiari e di gruppo - un tempo create per la continuità degli affetti e delle relazioni, diventano testimonianza dell’evoluzione di un’intera comunità, cioè diventano “storia”».

“Mi ricordo” tenta così di ritrovare echi della storia collettiva nelle memorie individuali e familiari, per ricostruire le trasformazioni sociali. In questa prospettiva, l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa lancia il progetto “Io mi ricordo”, per ritrovare le testimonianze visive del nostro recente passato, conservarle e riproporle, per ricostruire e ripensare a “come eravamo”. Per rivivere tappa dopo tappa, il cammino percorso dalla nostra comunità, e ritrovare le radici di quel che siamo oggi, con lucidità e distacco, ma anche con orgoglio. Gli home movies verranno digitalizzati a cura dell’Archivio e i depositanti riceveranno gratuitamente una copia in dvd dei film riversati. L’obiettivo finale sarà quello di costituire, on line, un “archivio di tutti”, che renda consultabile la memoria visiva del Novecento italiano.

R.A.

“Come eravamo”, quando la nostra vita quotidiana non era ossessivamente punteggiata dai “selfie”? Quando la fotografia poteva venire mossa, sfocata, quando un’inquadratura mal calibrata tagliava irrimediabilmente fuori proprio lo “zio d’America”? Con questo obiettivo di memoria l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, che ha sede a Ivrea, con l’Atl biellese, il Centro di documentazione della Camera del lavoro, la Fondazione Fila e Eco di Biella con il ruolo di media partner presentano “Mi ricordo, l’archivio di tutti”, ovvero la memoria dei biellesi nei film di famiglia. Da oggi al 3 febbraio 2017 si apre la raccolta dei video e pellicole amatoriali che tanto successo ha avuto nel vicino Canavese.

Una volta, per conservare la memoria delle nostre cerimonie quotidiane - i matrimoni, i battesimi, le vacanze, le immagini della nuova città dove ci si trasferiva in cerca di lavoro - ci voleva un po’ di perizia tecnica e sacrificio economico, come per il cinema in Super 8. Ma il risultato valeva la pena. Le tracce di memoria quotidiana erano infatti costruite per durare, per essere viste nelle riunioni familiari, per essere commentate tra amici. Insomma contribuivano a creare occasioni sociali. Ma questi documenti della nostra storia quotidiana recente - le immagini dei nostri genitori, dei nostri nonni - sono spesso difficili da conservare. Le fotografie si dimenticano in fondo ai cassetti, i film non si proiettano più perché nel frattempo le tecnologie sono evolute. «E invece - osserva Elena Testa, direttore dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa - le nostre cronache quotidiane meritano di essere conservate. Perché, con il trascorrere dei decenni, le immagini dei luoghi di lavoro, dei riti familiari e di gruppo - un tempo create per la continuità degli affetti e delle relazioni, diventano testimonianza dell’evoluzione di un’intera comunità, cioè diventano “storia”».

“Mi ricordo” tenta così di ritrovare echi della storia collettiva nelle memorie individuali e familiari, per ricostruire le trasformazioni sociali. In questa prospettiva, l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa lancia il progetto “Io mi ricordo”, per ritrovare le testimonianze visive del nostro recente passato, conservarle e riproporle, per ricostruire e ripensare a “come eravamo”. Per rivivere tappa dopo tappa, il cammino percorso dalla nostra comunità, e ritrovare le radici di quel che siamo oggi, con lucidità e distacco, ma anche con orgoglio. Gli home movies verranno digitalizzati a cura dell’Archivio e i depositanti riceveranno gratuitamente una copia in dvd dei film riversati. L’obiettivo finale sarà quello di costituire, on line, un “archivio di tutti”, che renda consultabile la memoria visiva del Novecento italiano.

R.A.