L'INCIPIT DEI VOSTRI RACCONTI
Tirate fuori il vostro racconto dal cassetto! E diventate protagonisti della nuova rubrica "L'incipit dei vostri racconti", che Eco di Biella pubblicherà ogni sabato sull'edizione cartacea nel suo inizio (incipit). Per leggere il resto del racconto, occorrerà collegarsi al sito nel pomeriggio di sabato. Tutti possono partecipare all'inziativa gratuita, in collaborazione con la casa editrice biellese Lineadaria. Inviate i vostri racconti all'indirizzo lineadariaeditore@gmail.com, la selezione verrà effettuata da Federica Ugliengo. Buona lettura e buon esordio a tutti nella pagina, già cult per gli appassionati, L'Eco delle Parole.
La sindrome di Biancaneve
di Elena Revello
segue da Eco di Biella in edicola questa mattina 9 FEBBRAIO 2013
- Qual è stata la merce? – chiese Morris
- Due nani da giardino, i miei tesori oh povera me !- disse tra un singhiozzo e l’altro
– Drin Drin – era di nuovo il citofono
-
Morris vai ad aprire- Morris uscì – Bene signora dunque qu … - disse Walter ma non riuscì a finire la frase.
– Derubatiii ci hanno derubati – urlarono due signori –
- E te pareva, non urlate - disse Walter disperatamente.
– Questa sera mi hanno derubato, hanno preso i miei quattro nani – disse il primo.
- Anche a me ne hanno rubati tre – disse il secondo.
– Bene dunque ora siamo a tre furti …..- non finii in tempo che.
-
Drin Drin – il citofono.
-
Non me lo dica capo vado ad aprire - detto così Morris uscì.
-
La porta si spalancò – Ci hanno derubatiii! – ansimarono altre persone che erano entrate nell’ ufficio di Walter che non ne poteva più .
-
Lo so vi hanno rubato quanti nani ….?- chiese Walter – Otto- disse uno – A me quattro – rispose l’altro – Invece a me tre e a mio cognato cinque- e continuò così per le altre ventotto persone che succedettero.. Quando finalmente si furono calmate Walter rifletté su quello che aveva sentito, c’erano trentun persone nel suo misero ufficio che avevano subito un furto: a tutti quanti erano stati rubati vari nani da giardino ciascuno. Questa volta c’era proprio un bel caso da risolvere, ma questo non spaventava il detective Walter Rione e il suo assistente Chack Morris.
-
Bene Signori, ce ne occuperemo noi. Lasciate ognuno all’entrata le Vostre generalità e la descrizione della merce rubata. Io e il mio assistente troveremo i vostri nani da giardino il più presto possibile-.
Detto questo il detective fece segno di andarsene a tutti; Morris lì accompagnò fuori dall’ufficio subendosi tutte le lamentele dei derubati.
- Capo cosa facciamo ora?- chiese Morris,
- Andremo nei giardini di ognuno e osserveremo bene le cose che effettivamente non tornano ed ora devo meditare … - disse.
Uscirono dopo una mezz’oretta prendendo la lista delle persone derubate. Morris lo seguì. Salirono su un’auto sgangherata e partirono.
-
Bene la prima è la signora Flowers, - Morris suona il campanello – disse una volta arrivati al primo indirizzo ispezionando un po’ il paesaggio. Quando la signorina aprì la interrogarono, ricordò l’ora in cui s’era accorta del furto e finite le domande si recarono nella seconda casa, poi nella terza e fu così per tutto il resto del giorno.
Morris e Walter finita l’ispezione tornarono nell’ufficio e misero tutte le informazioni in ordine sapevano che: i ladri erano più di uno poiché nei vari giardini c’erano diverse impronte di scarpe eleganti, avevano tutti agito di notte perché nessuno li aveva visti e l’unica cosa che avevano rubato erano dei nani, piccoli nani di terracotta colorata, non più alti di 50 centimetri dei modelli più svariati.
-
Bene Morris sembra che sia un caso molto più strano del solito – disse Walter – Capo è tardi e io dovrei andare a casa lei sa l’ultima volta come l’ha presa mia moglie – disse Morris
-
Oh non me lo ricordare! Vai pure, in effetti è tardi anch’io adesso andrò a casa. Buonanotte Morris a domani – ‘Notte capo – disse Morris e uscì dall’ufficio.
Walter uscì dopo un’ora circa quando era spuntata la luna, si mise l’impermeabile e il cappello e chiuse l’ufficio si soffermò sulla targhetta che era appesa sulla porta “Detective Walter Rione”. Era molto gratificante per lui. Percorse a piedi la strada illuminata dai lampioni. La sua casa non era molto distante dal suo ufficio, però era fuori paese, isolata e vicino al bosco. Il detective non era mai stato un tipo socievole ed aveva un cane, Achille, che era anche il suo migliore amico, dopo Morris s’intende. L’aveva trovato in una strada abbandonato e Walter gli aveva voluto bene sin dal primo momento.
Dopo aver dato da mangiare ad Achille e preparatosi un panino, si sedette sul divano a mangiare e pensare: Walter era solito avere tutta la casa nella semioscurità lasciando solo una piccola lampada, attendendo che il sonno lo sorprendesse.
Ma prima che il detective riuscì ad addormentarsi una luce bianca lo abbagliò. – Ma che? – così esclamando Walter si affacciò con circospezione alla finestra e vide due fari di una macchina sconosciuta che si avventuravano nel bosco vicino.
-
Bene, Bene – sussurrò. Prese cappotto, cappello ed uscì seguendo la macchina che si fermò poco oltre. Una grande luna illuminava il paesaggio. Si nascose dietro un albero senza quasi respirare ed osservò tutta la scena.
C’erano due persone con in mano un grande sacco di stoffa ciascuno che sembrava contenere molti oggetti. Quando si allontanarono dalla macchina dirigendosi verso il bosco Walter si avvicinò all’auto e riuscì a smontare in qualche modo la targa anteriore mentre nel frattempo uno di loro tolse qualcosa dal sacco. Fece anche in tempo a notare che l’auto aveva una bel n° 4 disegnato sulla portiera.
-
Un Nano! - sussurrò Walter “Vi ho beccati” pensò poi Walter ritornando nell’ombra. I due uomini misero nel sottobosco qua è là i vari nani: uno sopra un albero, un altro sotto un cespuglio, un altro ancora sul lato di un sentiero che partiva poco distante rigorosamente rispettando un grande cerchio immaginario ed infine, dopo una ventina di minuti, risalirono in macchina.
Subito dopo scese una figura con un vestito giallo e blu: Walter giurò che ci fosse anche del rosso in quell’abito. “Una donna” rifarfugliò il detective.
Era pallida e aveva dei capelli neri, la figura passava nella radura e toccava con la mano la testa dei nanetti. Quand’ebbe finito anch’essa risalì sul medesimo veicolo e questo ritornò da dove era venuto.
Walter uscì dal nascondiglio e si diresse verso i nani. Dopo uno sguardo veloce prese il cellulare e chiamò a casa Morris – Pronto – disse qualcuno all’altro lato della cornetta. Aveva una voce un po’ stanca.
-
Morris sono io, Walter, vieni a casa mia subito – disse Walter.
-
Ma capo, è l’una di notte e poi ….- disse Morris.
-
Ho trovato i nani e porta anche un paio di sacchi di stoffa belli grandi. A dopo – lo interruppe Walter e poi gli chiuse la conversazione in faccia.
Morris arrivò dieci minuti dopo sbuffando, con alcuni sacchi dell’ufficio postale che aveva portato a casa per restituirli l’indomani (ma questa è un’altra storia), due torce elettriche e quando capì che doveva raccogliere tutti quei nani…… per poco non svenne al pensiero della fatica. Li raccolsero in una mezz’ora di “dure” ricerche e li caricarono nel bagagliaio della macchina di Morris.
Durante l’operazione Walter raccontò a Morris cosa avesse visto e che aveva preso la targa del veicolo.
Tutti trafelati entrarono in ufficio dove posarono i sacchi postali con i nani dentro.
-
Bene Morris prendi cinque fogli e scrivi "Tutti i cittadini di Badrose che sono stati di recente derubati si presentino Lunedì 1° aprile nel mio ufficio per ritirare alcuni nani ritrovati. Firmato il detective Walter Rione. P.S.: Non è un pesce d’aprile" poi attaccali a i pali più vicini alla agenzia - gli ordinò Walter. - Uno consegnalo al Comandante di Polizia -.
-
Senz’ altro capo, ma dopo posso andare a casa? – chiese Morris.
-
Certo Morris ‘notte – Anche Walter si sentiva ormai particolarmente stanco.
-
Morris lo saluto e uscì. Il detective si buttò letteralmente sulla brandina che c’era nel suo ufficio perché era troppo stanco per tornare a casa e calò in un sonno profondo fino a quando al mattino il sole si era già levato da un pezzo.
-
Capo! – urlò Morris entrando.
-
Mmm – farfugliò Walter – Che c’è? – chiese Morris
-
Venga a vedere capo – disse Morris. Walter si alzò grattandosi più del solito e stropicciandosi gli occhi guardò fuori dalla finestra. Una lunghissima coda fuori dal suo ufficio attendeva nervosamente. Probabilmente la gente derubata.
-
Bene, sarà una lunga mattinata. Al lavoro Morris – disse il capo e Morris sconsolato annuì. Walter preparò tutto sulla sua scrivania aveva la lista dei nomi dei derubati e il numero dei nani, e vicino a lui i nani ritrovati – Fanne entrare uno alla volta – disse il detective e così fu. Uno per uno le persone rapinate vennero a prendere i propri nani e a poco a poco questi scomparvero dall’ufficio.
Finito il lavoro e dopo aver informato il Comandante di Polizia della restituzione avvenuta, si ricordò della targa presa la notte precedente.
– Morris riesci a rintracciarmi il proprietario della macchina ?- chiese il detective sventolando il pezzo di metallo come fosse un trofeo.
– Ma certo Capo! Mi metto subito al computer. – dettofatto l’assistente si diresse fuori dall’ufficio, nell’altra stanza dove c’era la brandina. “Bene li abbiamo in pugno” pensò Walter in effetti era vero ormai i “rapitori di nani” non avevano scampo e presto li avrebbero presi. Dopo una mezz’oretta di ricerche Morris si riaffacciò soddisfatto.
-
Capo ho trovato il proprietario: è una cooperativa di giardinieri: la N.A.N.I “Nuovi Abili Nobili Infallibili” del paese di Horsefeet a 30 Km di qui. Però il nome mi suona curioso!- osservò Morris stupito.
-
Bene andiamo Allora - concluse Walter.
Il tragitto con l’auto sgangherata verso la cooperativa fu faticoso e lungo ma questo certo non fermò Walter e Morris. La strada non era del tutto asfaltata, e sul ciglio era costellata da file di alberi.
Alla fine del paese apparve un grande edificio composto in gran parte da finestre che aveva un colore argenteo. Sul Cancello, all’entrata, una scritta: “Cooperativa N.A.N.I”
-
Però sono ricchi eh Walter? – osservò Morris, parcheggiando la macchina nel piazzale in ghiaia dopo il cancello, sotto l’imponente struttura.
-
Andiamo – disse Walter. Entrando trovarono all’ingresso del piano terra una donna dai capelli biondi e la pelle olivastra che alzando lo sguardo chiese in tono arrogante – Posso esservi utile? -
-
Si sono il Detective Rione dell’agenzia A.S.C.I. e vorrei parlare col direttore – disse Walter mostrandole il tesserino dell’agenzia.
-
La direttrice prego. Ascensore, ultimo piano in fondo al corridoio a sinistra dopo una porta a vetri – rispose asciutta la segretaria. Walter annuì ed entrò insieme a Morris nell’ascensore cliccò il numero cinque e quando le porte si aprirono seguirono le indicazioni della donna.
-
Eccoci qui – esclamò Morris. Sulla porta c’era scritto “Direttrice Nielsen”. Walter bussò.
-
Avanti – una voce femminile si sentì dall’altro lato della porta. Morris e Walter entrarono e subito un profumo quasi nauseante li investì.
-
Vaniglia, rosa e lavanda? – commentò Morris quasi inebriato. La stanza era grande e …. Colorata: le pareti erano di un giallo limone che contrastavano con il pavimento tutto bianco. C’erano molte piante dappertutto e sulla scrivania bianca era posato un vaso colmo dei fiori che Morris aveva citato, vicino torreggiava il monitor di un computer.
-
Buongiorno avete un appuntamento? – chiese la donna che era nella stanza. Aveva i capelli neri ed era pallidissima.
-
No, ma mi presento subito: sono il detective Walter Rione ed questo è il mio assistente Chack Morris, stiamo indagando sulla scomparsa di alcuni “nani da giardino”, e volevamo farle alcune domande – disse Morris.
-
Oh, bene accomodatevi – disse la donna un po’ a disagio indicando le due sedie di pelle che stavano davanti alla scrivania. Morris e Walter si accomodarono.
-
Se non sono indiscreto, Madame, dove era ieri sera verso mezzanotte? chiese il Detective.
-
Ero nel mio ufficio, dovevo finire alcune cose – rispose imperturbabile la donna.
-
All’entrata però ho notato che nell’orario dell’edificio c’è scritto che voi chiudete verso le nove di sera – ribatté prontamente Morris.
-
Beh, io sono la direttrice quindi se ho bisogno sto qui un po’ più tardi, non devo rispettare gli orari – si difese la direttrice.
-
Questa targa le dice qualcosa?- chiese Walter porgendo alla donna la targa anteriore dell’auto che aveva smontato la sera precedente. La direttrice la prese e la guardò distrattamente, dirigendosi verso la finestra. A Walter non sfuggì una lista sul tavolo che si riferiva ad una serie di abitanti di Badrose, ma di un quartiere diverso da quello dei primi furti.
-
Sarà di uno dei miei furgoni che fanno il lavoro di manutenzione dei giardini, potete restituirla all’entrata. Ma ora scusate ho da fare – disse la direttrice un po’ irritata.
-
Non c’è problema, la lasciamo subito Madame e….., grazie per la sua disponibilità – disse Morris. Dopo i due si diressero verso l’uscita. All’entrata Walter ritrovò la segretaria. Decise di mettere in atto le sue capacità teatrali.
-
Mi scusi signorina, ma la direttrice mi ha chiesto di prenderle una cosa dall’auto n° 4 mi sa dire dov’è? - chiese astutamente il detective.
-
Oh ma questo non è possibile! E uscita ieri insieme a due nostri giardinieri e non l’ha ancora restituita – disse la donna divertita .
-
Peccato. Grazie lo stesso – replicò quasi sconsolato. Poi andò da Morris dipingendo sul viso un sorrisetto soddisfatto
-
Bene a quanto pare sappiamo chi sono i ladri ma ci mancano le prove …. Morris mi stai ascoltando? – chiese Walter sconcertato.
-
Ehm capo ma quella non è la signora Flowers, la prima derubata che abbiamo intervistato ? - chiese indicando con un cenno del capo ad una figura bassa e minuta che stava uscendo da una porta dell’edificio e venendo verso di loro.
-
Detective ha trovato i colpevoli dei furto dei miei nani ? – chiese la donna non appena raggiunti i due uomini.
-
Ci siamo quasi, può stare sicura signora. Ma cosa ci fa lei di bello qui?- chiese Walter interessato.
-
Oh, sono una cliente la N.A.N.I. è un’ottima agenzia e i suoi giardinieri fanno miracoli nel mio giardino. Pensi che li ho consigliati anche a tutti i miei vicini. Ma ora devo proprio andare. Arrivederci! – disse la signora che si allontanò goffamente verso l’ascensore
-
Bene Morris il caso è risolto – sentenziò Walter fiero di sé – Andiamo nel mio ufficio che ti spiego tutto - disse infine.
Il viaggio di ritorno fu meno faticoso dell’andata; l’auto sgangherata sembrava anche ringiovanita alla guida del sempre più incuriosito Morris che evitò di aprire bocca fino a casa per non rovinarsi la sorpresa.
La porta dell’ufficio di Badrose scricchiolò un po’ quando Morris e Walter l’aprirono.
Walter si sedette alla sua scrivania e Morris si sedette di fronte, pronto per ascoltare dalla viva voce del capo le novità. Walter, con calma, cercò la lista dei derubati che trovò subito sotto qualche pila di altri documenti e la diede a Morris.
-
Chiama tutte le persone che sono state derubate e chiedi a loro se hanno a che fare con questa cooperativa –.
-
Si capo – e quella fu l’ultima parola che si sentì fino a qualche ora dopo.
-
Finito – disse Morris
-
Bene comunicami i risultati – disse Walter – Tutti i personaggi che sono venuti da noi sono clienti della N.A.N.I. – disse Morris
-
Bene Morris il caso è risolto: non ci resta che acciuffare i colpevoli. Questa sera io e te attenderemo i ladri nel solito bosco. Non so se rilasceranno altri nani rubati da un altro quartiere ma dobbiamo tentare stasera a mezzanotte. Non fare tardi. Ah … chiudi tu l’ufficio e avverti la polizia che domani avrà i ladri - disse Walter con una calma invidiabile e con questo si allontanò.
-
Capo questa tuta stringe – si lamentò sottovoce Morris acquattato dietro un cespuglio grattandosi la schiena.
-
Piantala Morris, sei tu che mangi troppo. Bene è quasi ora, ……. ecco li sono arrivati – disse Walter guardando l’orologio che faceva ormai le 11:30 di sera
-
Seguimi e fai piano – finì.
I ladri come la volta scorsa sparsero nuovamente nel bosco i nani e poi uscì la figura femminile vestita in lungo.
– Andiamo! – disse Walter. Morris e il detective si avventarono contro i due ladri e li misero in breve K.O.
Mentre Morris li immobilizzava con le manette, Walter si lanciò fulmineo sulla donna e questa, ancora girata di schiena quasi in trance, senti due cose fredde intorno ai polsi.
-
Lei è in arresto direttrice Nielsen – disse Walter con voce alta e nobile.
-
Co ….co….me ha fa ….fa….fatto? – disse balbettando la donna – Semplice, è bastato chiedere alla sua segretaria chi aveva usato la macchina n° 4. Sappia che per puro caso c’ero anch’io ieri sera, ero qui, nascosto ed ho notato una donna vestita con un abito come il suo – disse Walter.
Poi guardò meglio la direttrice, ed il vestito. C’era qualcosa di familiare: la gonna era gialla è il corpetto blu con alcune righe rosse……. No, non era possibile!
-
Biancaneve? Quello è il vestito del cartone di Biancaneve ? – disse Walter stupito – lei dovrà spiegare molte cose signorina, a me e alla polizia! - disse Walter e la caricò nel furgone insieme agli altri due manigoldi. Arrivati alla stazione di polizia il detective spiegò tutto agli agenti che arrestarono la direttrice e i due scagnozzi. La Cooperativa N.A.N.I. aveva cessato così di esistere.
Il motivo? Semplice. Fu scritto su tutti i giornali locali.
Si scoprì che la direttrice della cooperativa aveva una rara mania se si può definire “La sindrome di Biancaneve”. Si sentiva sola e depressa in questa società e, dato che adorava i nani e la storia di Biancaneve, le era venuta l’ossessione di rapirli nei giardini abitati per poi “liberarli” in posti isolati così che “non stessero più lontani da casa”. Voleva vivere come Biancaneve, nei boschi selvaggi, attorniata da quelle rassicuranti statuette sorridenti. Oltre alla strana donna, i due uomini che l’aiutavano in queste “liberazioni” erano dei poveri giardinieri, che venivano pagati extra per i furti nelle abitazioni. Per qualche nano di terracotta in meno nessuno si sarebbe accorto di nulla. L’errore era stato di concentrare l’opera nel solo ed unico paese di Badrose, regno incontrastato del detective Walter al quale i casi strani fanno un terribile solletico.
Capo mi sta ascoltando?- chiese irritato Morris il giorno dopo mentre Walter chiudeva il giornale che stava leggendo, sul quale una gigantografia del suo ritratto era in prima pagina. – Ora ho diritto finalmente ad una settimana di riposo ben meritato! -
-
Niente da fare! Fai i bagagli che si parte per il Brasile – disse Walter senza esitazione.
-
Coooosa? – esclamò Morris.
-
In Brasile è stato avvistato un misterioso mostro di catrame e vogliono che andiamo là a far luce su questo mistero. Brasile aspettaci! – esclamò Walter.
-
Morris girò gli occhi all’insù e poi svenne all’instante facendo un gran tonfo.
-
Ehm Morris? Chack! Tutto bene? – domandò Walter.
-
Bah! si riprenderà. Brasile Brasile – canticchiava Walter uscendo dall’ufficio.
Così Walter e Morris partirono per un’altra avventura ma anche questa è un’altra storia ………..