«Libero London da Zanna Bianca»
«Brancolando tra le tenebre artiche gli uomini avevano trovato un metallo giallo e, poiché le compagnie di navigazione e di trasporto avevano divulgato la notizia, migliaia di persone correvano verso il Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani; cani robusti, con una forte muscolatura e pelo folto per difendersi dal gelo». È Jack London, ne “Il richiamo della foresta”. A lui, allo scrittore statunitense, l’attore e drammaturgo Marco Paolini dedica “Ballata di uomini e cani”, spettacolo che andrà in scena - nell’ambito della rassegna curata da “Il Contato del Canavese” - al Teatro Odeon di Biella domani, martedì 2 febbraio, alle ore 20.30.
È Jack London, dicevamo. Ne “Il richiamo della foresta”. Portatore di un’eredità che suona, a tratti, come limite, quello di chi scrisse anche “Zanna Bianca”, tra i capolavori della letteratura per ragazzi. Ma che fu molto di più. E poi c’è lui, Marco Paolini, che per questo spettacolo ha scelto di sfilarsi dai panni del teatro civile, in cui eccelle dai tempi e prima del “Racconto del Vajont”, per abbracciare uno spettacolo di libertà. Come racconta di sua voce a “Eco di Biella”: «Si tratta di una scelta di libertà, per me. Di non essere e sentirmi in un ruolo scritto da qualcun altro, perché un attore deve poter avere la leggerezza di confrontarsi con vari stimoli. Certo, questo spettacolo non si basa sulle orazioni civili, ma rileggendo London si scopre uno scrittore di contenuti. Le traduzioni recenti sono la riscoperta di una scheggia impazzita, di un visionario, anche profetico nelle sue previsioni. Di grande attualità, quindi, benché lo spettacolo non abbia bisogno di attualizzare London: non è un gioco per il pubblico con un autore, è soprattutto la presentazione della condizione umana, per la quale uomini e cani interagiscono fra di loro, sono dotati di psicologia, abilmente caratterizzati. E questo ricorda anche il teatro elisabettiano». Uno spettacolo di libertà, per Paolini. E di liberazione, per l’autore di “Zanna Bianca”, quindi? «Intendiamoci, mi piace l’idea che sia anche teatro per ragazzi, che vi si trovi per loro un pensiero dedicato. Ma gli adulti ci trovano, e l’ho sperimentato nel corso delle repliche, cortocircuiti a non finire».
Giovanna Boglietti
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 1 febbraio 2016
«Brancolando tra le tenebre artiche gli uomini avevano trovato un metallo giallo e, poiché le compagnie di navigazione e di trasporto avevano divulgato la notizia, migliaia di persone correvano verso il Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani; cani robusti, con una forte muscolatura e pelo folto per difendersi dal gelo». È Jack London, ne “Il richiamo della foresta”. A lui, allo scrittore statunitense, l’attore e drammaturgo Marco Paolini dedica “Ballata di uomini e cani”, spettacolo che andrà in scena - nell’ambito della rassegna curata da “Il Contato del Canavese” - al Teatro Odeon di Biella domani, martedì 2 febbraio, alle ore 20.30.
È Jack London, dicevamo. Ne “Il richiamo della foresta”. Portatore di un’eredità che suona, a tratti, come limite, quello di chi scrisse anche “Zanna Bianca”, tra i capolavori della letteratura per ragazzi. Ma che fu molto di più. E poi c’è lui, Marco Paolini, che per questo spettacolo ha scelto di sfilarsi dai panni del teatro civile, in cui eccelle dai tempi e prima del “Racconto del Vajont”, per abbracciare uno spettacolo di libertà. Come racconta di sua voce a “Eco di Biella”: «Si tratta di una scelta di libertà, per me. Di non essere e sentirmi in un ruolo scritto da qualcun altro, perché un attore deve poter avere la leggerezza di confrontarsi con vari stimoli. Certo, questo spettacolo non si basa sulle orazioni civili, ma rileggendo London si scopre uno scrittore di contenuti. Le traduzioni recenti sono la riscoperta di una scheggia impazzita, di un visionario, anche profetico nelle sue previsioni. Di grande attualità, quindi, benché lo spettacolo non abbia bisogno di attualizzare London: non è un gioco per il pubblico con un autore, è soprattutto la presentazione della condizione umana, per la quale uomini e cani interagiscono fra di loro, sono dotati di psicologia, abilmente caratterizzati. E questo ricorda anche il teatro elisabettiano». Uno spettacolo di libertà, per Paolini. E di liberazione, per l’autore di “Zanna Bianca”, quindi? «Intendiamoci, mi piace l’idea che sia anche teatro per ragazzi, che vi si trovi per loro un pensiero dedicato. Ma gli adulti ci trovano, e l’ho sperimentato nel corso delle repliche, cortocircuiti a non finire».
Giovanna Boglietti
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