IL PERSONAGGIO

L’esordio d’oro del 2023? È biellese

Maddalena Vaglio Tanet è stata segnalata tra le 60 promesse italiane in campo letterario. Il suo romanzo per adulti “Tornare dal bosco” è ambientato a Bioglio. 

L’esordio d’oro del 2023? È biellese
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Maddalena Vaglio Tanet è stata segnalata tra le 60 promesse italiane in campo letterario. Il suo romanzo per adulti “Tornare dal bosco” è ambientato a Bioglio.

La storia

E se uno dei libri più attesi di questo 2023 fosse stato scritto da un’autrice biellese e, ancora meglio, fosse ambientato e avesse tratto ispirazione da fatti che sono accaduti proprio nel nostro territorio? Sarebbe un sogno che diventa realtà. Ed è proprio ciò che sta capitando a Maddalena Vaglio Tanet, l’autrice in questione che nella vita è scrittrice e scout letteraria, e al suo romanzo “Tornare dal bosco”, che uscirà per Marsilio a breve (tra fine febbraio e inizio marzo) e che sancirà il suo ingresso nella letteratura per adulti. Già, la specificazione è d’obbligo, dal momento che Maddalena Vaglio Tanet, classe 1985 oggi residente a Maastricht, ha già avuto il suo esordio: era il 2020, infatti, quando la Rizzoli ha dato alle stampe il suo “Il cavolo di Troia e altri miti sbagliati”, per la collana Ragazzi. Selezionato, tra l’altro, nella terzina finalista per il miglior esordio al “Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2021”.

Battesimo d’oro

Ora tocca, però, al suo nuovo libro. Che prima ancora di arrivare in libreria ha già segnato un record: sono stati ceduti i diritti esteri in tedesco (per la casa editrice maggiore di Germania, Suhrkamp); inglese (Pushkin Press per il Regno Unito e Harper Collins per gli Stati Uniti); greco (Patakis); olandese (Meridiaan) e portoghese (Dom Quixote). In altre parole, la sua storia è destinata a viaggiare per il mondo. Un po’ come lei, che dopo il diploma linguistico al liceo “Sella” di Biella, ha studiato letteratura all’Università di Pisa e alla Scuola Normale, si è poi trasferita a New York per un dottorato alla Columbia University e, dopo dieci anni a Berlino, si è spostata a Maastricht. Ma nel Biellese, con Bioglio nel cuore, torna appena può. “Eco di Biella” l’ha intervistata per sapere di più del libro e dei suoi progetti.

Il suo nome è tra gli esordi letterari del 2023 più attesi in Italia. Come ha preso la notizia?
«Sono molto contenta e molto emozionata. L’articolo de ilLibrario.it, si sa, è un punto di riferimento. E poi io lavoro come scout letteraria e la maggior parte dei titoli citati nell’articolo li leggo o li leggerò presto. Ritrovarmi in mezzo a testi che conosco mi fa davvero piacere».

Prima l’esordio per i ragazzi con Rizzoli, presto per gli adulti con Marsilio. Com’è andata con questo “salto”?
«Io ho sempre scritto in diversi generi. Le prime erano poesie per adulti su alcune riviste. E poi ho scritto per i ragazzi quando, però, già stavo lavorando al romanzo per adulti. E mi piacerebbe continuare a farlo: ho progetti futuri sia per romanzi per adulti che per la letteratura per l’infanzia. A Marsilio ho mandato i primi capitoli, giusto per avere un parere di Chiara Valerio e a lei sono piaciuti. Non ci credo ancora del tutto».

Ma sognava da sempre di scrivere e lavorare nell’editoria?
«Certo, io ho sempre amato le storie, anche prima di saper leggere e scrivere. Quando ho imparato, è subito diventata la mia più grande passione. Ho studiato letteratura e lavoro nell’editoria perché ho sempre desiderato scrivere e leggere, professionalmente e non».

Veniamo a “Tornare dal bosco”. Cosa ci può anticipare?
«La storia è ambientata a Biella e a Bioglio. Mi sono presa alcune libertà, ma l’ambientazione è quella. Siamo nell’autunno del 1970, una maestra elementare esce di casa come ogni giorno per andare a scuola e a scuola non arriva. Scompare, perché ha comprato il giornale e ha letto una notizia che l’ha sconvolta: a una sua alunna è successo qualcosa di tragico. La ragazzina era molto legata a lei e lei in qualche modo si sente responsabile. Si rifugia nei boschi, verso Bioglio. Non è sposata e non ha figli, ma è molto amata da colleghi, amici e familiari. Tutti la cercano, la trova qualcuno che l’aiuta a sopravvivere nei boschi per un po’.
Mi sono basata su una storia vera, consultando le cronache locali dell’epoca e parlando con i miei familiari perché quella maestra era la cugina di mio nonno, che io ho conosciuto e sempre osservato con profondo interesse. La vicenda originale, comunque, è stata cambiata il più possibile. Più in generale, il libro ha a che vedere con l’elaborazione del lutto, il rapporto tra adulti e bambini e il senso del bosco, che non è l’idealizzato ritorno alla natura, bensì il metaforico delle fiabe, bosco in cui si entra e, se si esce, se ne esce cambiati...».
Giovanna Boglietti

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