intervista

Laura Zuccheri a "Nuvolosa": «Porterò più donne nei fumetti western»

“Mano” di Ken Parker e Julia e prima e unica fumettista a disegnare Tex, è tra gli ospiti più attesi del festival “Nuvolosa”.

Laura Zuccheri a "Nuvolosa": «Porterò più donne nei fumetti western»
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Il festival "Nuvolosa" aprirà oggi, sabato. Qui l'intervista a Laura Zuccheri, una dei suoi ospiti più attesi.

L'intervista

Laura Zuccheri è la prima e unica donna a disegnare Tex Willer nei suoi oltre settant’anni di storia. Lei, classe 1971 originaria di Budrio nel Bolognese, ai western è da sempre appassionata. Come al cinema del resto, tanto che a “Eco di Biella”, confida: «Se avessi fatto un altro mestiere, sarebbe stato quello del regista”. Sì, perché - vuoi l’influenza dei maestri Berardi e Milazzo agli esordi a “Ken Parker Magazine” - e vuoi per la sua inclinazione e bravura, i lavori di Zuccheri hanno davvero un effetto cinematografico. Il pubblico biellese potrà conoscerla da vicino nel corso del festival “Nuvolosa”, che si svolgerà nel fine settimana. Di seguito, Laura Zuccheri si racconta in anteprima.

Prima donna a disegnare Tex: che effetto le fa questo “primato”? E che rapporto c’è tra donne (sceneggiatrici o fumettiste) e il fumetto?

«Vero, da un lato è come avere un primato, ma è anche vero che non ci sono donne oggi che disegnano western. D’altra parte, se consideriamo la questione di genere, non conta essere uomo o donna, conta il lavoro in sé. Di donne nel settore ce ne sono sempre di più, sicuramente. C’è da dire che questo mestiere richiede molta dedizione quotidiana e spesso le donne che si approcciano al lavoro si trovano a dover fare i conti con la difficoltà a gestire la vita privata e la famiglia come in tanti altri mestieri. Se lo si vuole fare bene, assorbe a livello mentale e fisico. Qualche collega, in ogni caso, ci riesce».

Da donna a donna: dopo Ken Parker e prima di Tex, per 15 anni ha disegnato Julia...

«“Julia” è una serie di fumetti molto moderna e innovativa dal punto di vista narrativo e del personaggio. Poliziotte e detective femminili tra ‘96 e ‘97 erano una novità. E poi ha come antagonista Myrna, il personaggio a cui sono più affezionata, perché diverso dalle solite eroine femminili. Ho un bel ricordo di “Julia”, lì ho affinato il mio mestiere e ho portato tutta l’esperienza maturata dentro i lavori che faccio, per la Francia, attualmente, e anche su Tex».

Quanto a Tex, elogiate sono anche le sue donne, come l’ex prostituta Kate “Big Nose” Elder. Pensa a un’eroina?

«Sto proprio lavorando su due storie di Tex, che usciranno una quest’estate e l’altra a fine anno, e i personaggi principali sono una ladra molto emancipata e Pearl Hart, una fuorilegge affascinante sia maschile che femminile, perché si vestiva da uomo per scorribande, rapine di banche e attacchi alle diligenze, ma sapeva essere seducente. E poi arriverà il sequel di “Doc!” (ndr. il Texone) con i due personaggi femminili del precedente (ndr. la schiava liberata Sophie Walton e Kate Elder). Se ne parla poco, ma ci sono state donne fuori dalle regole a quei tempi, come in tutte le epoche, eppure si dà sempre importanza ai personaggi maschili, che hanno più libertà d’azione, tranne certe eccezioni. Sì, ci vuole più parità anche nel fumetto».

Ha trascorso otto mesi in lockdown in India, dove stava lavorando; è vero?

«Vero. Stavo e sto lavorando a un progetto sull’India con un talentuoso sceneggiatore indiano. Quella è stata un’esperienza intensa, per fortuna sono riuscita a rifornirmi di carta e colori...».

Restando sull’attualità, Matt Groening, padre dei Simpson, ha diffuso una vignetta con Homer & Co. che sventolano la bandiera ucraina. Il fumetto può fare la sua parte per la pace, secondo lei?

«Io penso di sì, è sempre importante raccontare anche quello che succede negli altri Paesi, anche se ci pensano già i media. E ciò che sta succedendo è davvero sconvolgente».

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