INTERVISTA

La scrittrice bestseller Stefania Auci a Biella: "Vi racconto i Leoni di Sicilia"

È tra le ospiti della terza edizione del festival “ContemporaneA” e oggi, sabato 24 settembre 2022, alle 19.30, parlerà a Palazzo Ferrero.

La scrittrice bestseller Stefania Auci a Biella: "Vi racconto i Leoni di Sicilia"
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I biellesi lo sanno. C’è qualcosa, nei romanzi storici che raccontano di saghe familiari, capaci di aprire o riaprire gli occhi su un territorio e poco importa che le saghe affondino nel tempo di secoli or sono, no, loro si fanno moderne, innamorano come se fossero lì, e presenti.
Ne è stato capace di recente il romanzo “La salita dei giganti. La saga dei Menabrea” di Francesco Casolo. Ne fu capace ben prima, quasi a inaugurare una nuova stagione fortunata del genere, “I leoni di Sicilia. La saga dei Florio” (NORD), bestseller del 2019 firmato da Stefania Auci, il cui seguito, “L’inverno dei leoni”, a luglio ha vinto la 70ima edizione del prestigioso “Premio Bancarella”.

L’incontro

Stefania Auci è tra le grandi ospiti della terza edizione del festival “ContemporaneA” e sarà a Biella oggi, sabato 24 settembre 2022, alle 19.30, a Palazzo Ferrero, dove converserà con Barbara Masoni. “Eco di Biella” l’ha intervistata in anteprima per ragionare con lei dei Florio, ma anche e soprattutto di Sicilia e di emozioni che travalicano le epoche.

Il romanzo storico è vivo

E, allora, qual è la motivazione che, secondo Stefania Auci, spinge il pubblico verso le saghe familiari, meglio se tratte da storie vere e ambientate tra Ottocento e Novecento? «Credo che questo proliferare di saghe familiari sia dovuto al fatto che ci sia un interesse di pubblico alle storie di famiglia. Noi in Italia siamo radicati all’idea della conservazione, del nostro patrimonio, delle tradizioni, incluse ricchezze, doti, favori. Da una parte, va detto, si tratta anche di un fenomeno spiccatamente editoriale, vale a dire che quando si trova un “filone buono” si cerca di “spremerlo”. Basti pensare a dieci dodici anni fa e cosa generò il successo di “Twilight”, la cui tematica umano-non umano e paranormale si declinò in varie forme. Diciamo che è un meccanismo che si è già visto. Certo, va sottolineato l’aspetto della storia di famiglia e del legame fortissimo relativo alla famiglia che nel nostro Paese non passa mai di moda».
Stefania Auci, dal canto suo, l’ha spesso ripetuto: una saga familiare non era nei piani, inizialmente: «Avevo delle perplessità - conferma - Scrivere storie di famiglia significa abbracciare più decenni e basarsi su una lunga scala. Io non sapevo come avrei potuto amministrarlo, questo patrimonio. Nonostante la complessità nel legare la Storia con la “s” maiuscola e una storia, ci sono riuscita».
E proprio in questo legame tra grandi eventi ed episodi di una storia familiare, spicca la Sicilia. Ma una Sicilia fuori dagli stereotipi della narrazione ricorrente: l’immagine dell’isola è quella che è stata davvero, non solo terra di approdo, ma soggetto attivo di un proliferare economico e sociale ben espresso dall’ascesa della famiglia protagonista, i Florio.
«Non è un cliché, quando si dice che in generale la Sicilia è uno dei territori del Mediterraneo con la maggior quantità di influssi biologici e culturali presenti. Abbiamo avuto una tale successione di dominazioni e civiltà che pare impossibile il nostro territorio chiuso, al contempo non naturalmente vocato alla sintesi. Questo è un altro passaggio: il concetto di accoglienza è legato al benessere economico e sociale, parliamo di ascensore sociale nel periodo iniziale che era un modus operandi. C’erano resistenze che avevano a che fare con un patrimonio di appartenenza che diventa fortissimo».

Chi leggerà “I Leoni” scoprirà la modernità della loro vicenda, che si può riassumere proprio così: immigrati da Bagnara Calabra, nel 1799, che fanno fortuna in una terra che mica li accoglie facilmente; eppure ci riescono e, passando da negozianti a industriali, fanno fortuna andando non a nord, più a sud. Il culmine, prima del crepuscolo, è stato l’acquisto di un arcipelago. Le isole Egadi, che Stefania Auci - originaria di Trapani, oggi residente a Palermo - conserva nel cuore, immagine indelebile dalla sua finestra di una vita precedente.

La Sicilia che prospera, dicevamo: «E già il maestro Camilleri ha preso a picconate lo stereotipo. La Sicilia non è solo la Sicilia della Piovra, ma un variegato culturalmente attivo e molto ricco di storia nella sua essenza. Possiamo parlare in generale di una schiera di scrittori che declinano lo stereotipo di territorio di malaffare e mafia, criticità che comunque resistono sul territorio, per raccontare invece storie vere profondamente differenti». Ciò che non cambia, al contrario, sono le emozioni che, pur trovandosi davanti a uomini e donne (e nel romanzo le donne hanno il loro significativo spazio, anche nei silenzi) che agiscono e seguono consuetudini di un’altra epoca, evidentemente parlano ai lettori e questi le sentono a loro volta: «Credo che determinati aspetti dell’essere umano siano dettati da una universalità che trascende il tempo e lo spazio. Penso al dolore per la perdita di un figlio, all’angoscia per una situazione familiare difficile o alla gioia o, ancora, all’incapacità di gestire certi tipi di tensione. La mia formazione classica mi suggerisce il momento in cui il piccolo Astianatte viene buttato dalle mura di Troia; ecco, il dolore della madre del bambino è universale, rispetto a tutte le donne che hanno perso un figlio. Nei libri riecheggiano i sentimenti della sua umanità. Tutto questo non ha né latitudine né tempo. Io l’ho scritto facendolo mio, con la mia sensibilità, calandolo in una storia vera».

Dal libro alla serie tv

“I Leoni di Sicilia”, d’altro canto, stanno per essere calati in una nuova forma, che ne cambierà la fruizione: il romanzo diventerà serie tv per Disney+. Regia di Paolo Genovese, nel cast Miriam Leone, Michele Riondino, Vinicio Marchioni e Donatella Finocchiaro. Il progetto comprende otto episodi, scritti da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. Le riprese sono in corso e Stefania Auci, alla quale sono stati chiesti alcuni pareri, approva: «Ci sono modifiche rispetto al romanzo, chiaramente. Sono sicura che il lavoro sarà veramente buono e molto contenta che siano stati scelti sceneggiatori con una grande sensibilità e anche attori del territorio, che conoscono bene la dimensione del Sud Italia».

Giovanna Boglietti

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