L’inebriante rosa cremisi di Biella

L’inebriante rosa cremisi di Biella
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Somiglia alla specie ungherese Gruss an Tepliz, ma non le appartiene: fiori doppi, ricchi di petali e leggermente tendenti in giù, color cremisi con sfumature più chiare, e soprattutto un profumo molto intenso, potremmo dire inebriante. Fino a ieri questa rosa non aveva nome, oggi invece si chiama Garden Club Biella ed è stata presentata in anteprima al Circolo Sociale Biellese nel corso di una serata particolare, ma soprattutto unica. Oltre alla presidente del Club, Piera Valeggia, e ad un gran numero di socie, erano infatti presenti la giornalista di Gardenia Mimma Pallavicini, che ha scoperto questa specie sconosciuta nel suo giardino, e la direttrice dei mensili Gardenia, Bell’Italia e Bell’Europa Emanuela Rosa Clot. La presentazione ufficiale avverrà invece alla Villa La Vescovana di Padova sabato, 22 ottobre. «E’ stato proprio nel corso di una serata del Garden Club, due anni fa, che abbiamo deciso di approfondire lo studio su questa rosa - ricorda Mimma Pallavicini -. Avevo fatto omaggio a Piera Valeggia di una marmellata realizzata con i petali della mia rosa e lei è rimasta molto colpita dal suo profumo. Il fiore proviene infatti dal pergolato dell’antica casa in pietra della mia nonna, a Donato, risalente al 1640. La vegetazione era così fitta che quando l’ho acquistata, nel 1991, il rampicante non si vedeva neppure. Poi, grazie ad una copiosa nevicata che ha fatto crollare la pergola, è comparso il cespuglio di rose. In breve ha iniziato a fiorire e a crescere fino a tre metri. Una meraviglia».

La rosa si può definire un mix tra la specie antica (per il profumo molto intenso e i fiori doppi) e quella moderna (perchè rifiorente). Il suo pregio consiste infatti nel fiorire da maggio fino a dicembre inoltrato, e ad essere quindi fiore ideale per il clima delle nostre montagne. «Da 18 mesi lavoriamo su questa rosa e sull’iniziativa del nostro Club di “salvarla” - ha spiegato la presidente del Garden di Biella Piera Valeggia -. Ma la nostra vuole essere anche una rosa benefica: tra poco inizieranno le vendite, e 4 euro del ricavato di ciascuna pianta andranno all’associazione Amici dell’Ospedale per un progetto a favore dei malati e del loro benessere».

E’ stato il vivaista di Cossato Franco Veimaro a cercare di moltiplicare la rosa, arrivando a far nascere una trentina di piante. Avvicinandosi la data della presentazione, in pochi giorni si è moltiplicato il passaparola e le richieste di acquisto sono già molte. Ora dovranno proseguire ed approfondire gli studi sul fiore, per capire la sua genetica. Intanto, come ha suggerito la direttrice di Gardenia Emanuela Rosa Clot «possiamo essere noi i custodi e assicurare un futuro alle nostre rose», curandole e scoprendo la loro affascinante storia.

 Luisa Benedetti

Somiglia alla specie ungherese Gruss an Tepliz, ma non le appartiene: fiori doppi, ricchi di petali e leggermente tendenti in giù, color cremisi con sfumature più chiare, e soprattutto un profumo molto intenso, potremmo dire inebriante. Fino a ieri questa rosa non aveva nome, oggi invece si chiama Garden Club Biella ed è stata presentata in anteprima al Circolo Sociale Biellese nel corso di una serata particolare, ma soprattutto unica. Oltre alla presidente del Club, Piera Valeggia, e ad un gran numero di socie, erano infatti presenti la giornalista di Gardenia Mimma Pallavicini, che ha scoperto questa specie sconosciuta nel suo giardino, e la direttrice dei mensili Gardenia, Bell’Italia e Bell’Europa Emanuela Rosa Clot. La presentazione ufficiale avverrà invece alla Villa La Vescovana di Padova sabato, 22 ottobre. «E’ stato proprio nel corso di una serata del Garden Club, due anni fa, che abbiamo deciso di approfondire lo studio su questa rosa - ricorda Mimma Pallavicini -. Avevo fatto omaggio a Piera Valeggia di una marmellata realizzata con i petali della mia rosa e lei è rimasta molto colpita dal suo profumo. Il fiore proviene infatti dal pergolato dell’antica casa in pietra della mia nonna, a Donato, risalente al 1640. La vegetazione era così fitta che quando l’ho acquistata, nel 1991, il rampicante non si vedeva neppure. Poi, grazie ad una copiosa nevicata che ha fatto crollare la pergola, è comparso il cespuglio di rose. In breve ha iniziato a fiorire e a crescere fino a tre metri. Una meraviglia».

La rosa si può definire un mix tra la specie antica (per il profumo molto intenso e i fiori doppi) e quella moderna (perchè rifiorente). Il suo pregio consiste infatti nel fiorire da maggio fino a dicembre inoltrato, e ad essere quindi fiore ideale per il clima delle nostre montagne. «Da 18 mesi lavoriamo su questa rosa e sull’iniziativa del nostro Club di “salvarla” - ha spiegato la presidente del Garden di Biella Piera Valeggia -. Ma la nostra vuole essere anche una rosa benefica: tra poco inizieranno le vendite, e 4 euro del ricavato di ciascuna pianta andranno all’associazione Amici dell’Ospedale per un progetto a favore dei malati e del loro benessere».

E’ stato il vivaista di Cossato Franco Veimaro a cercare di moltiplicare la rosa, arrivando a far nascere una trentina di piante. Avvicinandosi la data della presentazione, in pochi giorni si è moltiplicato il passaparola e le richieste di acquisto sono già molte. Ora dovranno proseguire ed approfondire gli studi sul fiore, per capire la sua genetica. Intanto, come ha suggerito la direttrice di Gardenia Emanuela Rosa Clot «possiamo essere noi i custodi e assicurare un futuro alle nostre rose», curandole e scoprendo la loro affascinante storia.

 Luisa Benedetti

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