Il gotha degli architetti nel Biellese
Nell’acronimo, Ifla, si intersecano le linee di un panorama. Contorno di una natura che, da Torino fino al Biellese, ha riunito quello che viene chiamato il “gotha degli architetti del paesaggio”. Sì, perché in occasione della 35esima edizione del Congresso mondiale della Federazione internazionale degli Architetti del Paesaggio, svoltasi nei giorni scorsi, ben mille professionisti, provenienti da 60 diversi Paesi, si sono mossi alla volta del capoluogo piemontese e, tanto numerosi, hanno fatto tappa straordinaria fuori dai suoi confini: destinazione Trivero e Pollone.
Angoli rappresentativi del nostro territorio, che - secondo la filosofia dell’assocazione italiana organizzatrice, ovvero l’Aiapp (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) - ben si sposano al tema scelto per l’edizione 2016: “Tasting the Landscape”, vale a dire l’assaporare, il gustare, il provare il paesaggio. La cui tutela e la cui trasformazione devono essere poste al centro del dibattito ambientale e culturale, in quanto elemento integrante dello sviluppo di un Paese, in termini di miglioramento della qualità della vita, resa più attrattiva dei territori e, dunque, spinta allo sviluppo economico. «Solo in Italia, nel 2014 - fa sapere l’Aiapp - il settore ha fatturato 1,2 miliardi di euro, cifra complessiva stimata per il “sistema verde”, e coinvolto 120mila persone».
Il focus dei lavori è stato indirizzato allo spazio peri-urbano, luogo di confine tra città e campagna in cui si gioca buona parte della sfida di sostenibilità del nuovo millennio. Questione che è stata affrontata da relatori di primo piano, al Lingotto di Torino, tra i quali il gastronomo e sociologo Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, e la sociologa ed economista statunitense Saskia Sassen.
Accanto al dibattito, sfociato in un Manifesto, Ifla 2016 ha portato gli architetti nel Biellese, venerdì scorso. Primo “technical tour” di sette in Italia, il “Pietro Porcinai - Giardini e paesaggi tra privato e pubblico”, che ha portato gli architetti a Trivero, al Lanificio e Casa Zegna: «Casa, luogo di lavoro, montagna. Una precisa coscienza di una modernità che fa irruzione nell’eredità storica del paesaggio italiano». Secondo tour, invece, a Pollone, dalla Fratelli Piacenza e, con cicerone d’eccezione Guido Piacenza, in Burcina, parco dei rododendri «dagli stessi colori della tradizione tessile laniera».
Giovanna Boglietti
Nell’acronimo, Ifla, si intersecano le linee di un panorama. Contorno di una natura che, da Torino fino al Biellese, ha riunito quello che viene chiamato il “gotha degli architetti del paesaggio”. Sì, perché in occasione della 35esima edizione del Congresso mondiale della Federazione internazionale degli Architetti del Paesaggio, svoltasi nei giorni scorsi, ben mille professionisti, provenienti da 60 diversi Paesi, si sono mossi alla volta del capoluogo piemontese e, tanto numerosi, hanno fatto tappa straordinaria fuori dai suoi confini: destinazione Trivero e Pollone.
Angoli rappresentativi del nostro territorio, che - secondo la filosofia dell’assocazione italiana organizzatrice, ovvero l’Aiapp (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) - ben si sposano al tema scelto per l’edizione 2016: “Tasting the Landscape”, vale a dire l’assaporare, il gustare, il provare il paesaggio. La cui tutela e la cui trasformazione devono essere poste al centro del dibattito ambientale e culturale, in quanto elemento integrante dello sviluppo di un Paese, in termini di miglioramento della qualità della vita, resa più attrattiva dei territori e, dunque, spinta allo sviluppo economico. «Solo in Italia, nel 2014 - fa sapere l’Aiapp - il settore ha fatturato 1,2 miliardi di euro, cifra complessiva stimata per il “sistema verde”, e coinvolto 120mila persone».
Il focus dei lavori è stato indirizzato allo spazio peri-urbano, luogo di confine tra città e campagna in cui si gioca buona parte della sfida di sostenibilità del nuovo millennio. Questione che è stata affrontata da relatori di primo piano, al Lingotto di Torino, tra i quali il gastronomo e sociologo Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, e la sociologa ed economista statunitense Saskia Sassen.
Accanto al dibattito, sfociato in un Manifesto, Ifla 2016 ha portato gli architetti nel Biellese, venerdì scorso. Primo “technical tour” di sette in Italia, il “Pietro Porcinai - Giardini e paesaggi tra privato e pubblico”, che ha portato gli architetti a Trivero, al Lanificio e Casa Zegna: «Casa, luogo di lavoro, montagna. Una precisa coscienza di una modernità che fa irruzione nell’eredità storica del paesaggio italiano». Secondo tour, invece, a Pollone, dalla Fratelli Piacenza e, con cicerone d’eccezione Guido Piacenza, in Burcina, parco dei rododendri «dagli stessi colori della tradizione tessile laniera».
Giovanna Boglietti