Il Fai non passa mai di moda

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(23 feb) «La moda passa, lo stile resta». La celebre frase di Coco Chanel è il filo conduttore della quarta conferenza organizzata dal Fai (Fondo Ambiente Italiano) nell’ambito del ciclo dedicato al Novecento. Ospite della serata, Silvia Moglia, professoressa biellese con esperienze professionali a Parigi (Daniel Hechter) e Torino (GFT), docente di storia della moda e del costume all’Itis “Q. Sella”, all’Università tessile e al Master delle Fibre Nobili.

«La moda passa, lo stile resta». La celebre frase di Coco Chanel è il filo conduttore della quarta conferenza organizzata dal Fai (Fondo Ambiente Italiano) nell’ambito del ciclo dedicato al Novecento. Ospite della serata, Silvia Moglia, professoressa biellese con esperienze professionali a Parigi (Daniel Hechter) e Torino (GFT), docente di storia della moda e del costume all’Itis “Q. Sella”, all’Università tessile e al Master delle Fibre Nobili.

Le origini. Come nasce, e come si sviluppa, una delle voci più significative della nostra economia, ce lo illustra attraverso la storia, e le collezioni, dei più grandi stilisti. Tutto ha inizio in Francia, a Parigi, con Paul Poiret, che per primo, nel 1903, libera la donna da crinoline e corsetti, per avvolgerla in splendidi abiti orientaleggianti, leggeri e, soprattutto, meno ingombranti. Negli Anni ’20, l’astro nascente si chiama Coco Chanel. L’infanzia trascorsa in un orfanotrofio ne forgia il carattere (e la determinazione). È una donna che vuole vivere come gli uomini, e i suoi modelli, di taglio maschile, ne valorizzano la femminilità e la rendono terribilmente sexy. Utilizza per la prima volta il jersey nell’abbigliamento esterno e lancia sul mercato un profumo che diventerà il simbolo della sensualità: il Chanel N 5. E come non ricordare il celeberrimo tubino nero che, ancora oggi, è presente nel guardaroba della donna elegante!

Gli Anni ’50. Dopo la sua morte, lo stile Chanel rivive con Karl Lagerfeld. E poi, i mitici Anni ’50, caratterizzati dalla linea Corolle di Christian Dior ed i bellissimi, ed elegantissimi, abiti di Cristóbal Balenciaga. Gli Anni ’60 vedono protagonista l’enfant prodige della moda francese, Yves Saint Laurent, il precursore del prét-â-porter, e la creatrice della minigonna, Mary Quant. Una citazione particolare è riservata a Giovan Battista Giorgini, che non è uno stilista ma un grande precursore della diffusione del Made in Italy nel mondo, avendo ideato e promosso, negli Anni ’50, le settimane fiorentine della moda.

E gli italiani? Armani presenta la sua prima collezione uomo nel 1974, ed il celeberrimo film "American Gigolò", con gli abiti di re Giorgio indossati da Richard Gere, lo consacra a livello mondiale. Inconfondibile lo stile Armani anche nella collezione donna, nata subito dopo. L’attualità ci consegna una moda meno sofisticata, certamente pratica, accessibile a (quasi) tutti, ma il fascino della “haute couture”, lo stile appunto, resta inconfondibile. «La moda riflette sempre i tempi in cui vive, anche se, quando i tempi sono banali, preferiamo dimenticarlo». È, anche questa, una citazione di Coco Chanel che possiamo sottoscrivere.
M.M.

23 febbraio 2011

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