Ricorrenza

Il 9 aprile è la giornata della lana

Mercoledì si è tenuto a Biella il convegno per la terza edizione della giornata della lana.

Il 9 aprile è la giornata della lana
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Il 9 aprile è la giornata della lana, che costituisce sempre più un importante problema per l’Italia, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Ciò che un tempo per gli allevatori era considerata una ricchezza, la lana, è diventata oggi un costo. Infatti, ogni primavera, le pecore devono essere tosate, ma il vello rasato non è più appetibile sul mercato e se non viene venduto è considerato dalla legge italiana un “rifiuto speciale”: il pastore non può abbandonarlo nei campi, pena l’inquinamento del suolo, né bruciarlo, pena l’inquinamento dell’aria. Il problema pare di difficile soluzione.

La terza edizione della giornata della lana

Ricorrendo il 9 aprile, in concomitanza con la Pasqua, mercoledì 5 l'Associazione Gomitolorosa ha promosso una giornata di studi e condivisione di best practise in presenza e online, per sensibilizzare sull’importanza di ridurre lo spreco della lana ed incentivarne il recupero. Al convegno è stato invitato anche il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che non potendo partecipare ha comunque inviato un videomessaggio di auguri per i lavori, mostrato alla platea della sala dell’Unione Industriale Biellese.

Gilberto Pichetto Fratin
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Gomitolo rosa - testatina Sala piena
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Sala dell’Unione Industriale Biellese

Agenzia Lane d'Italia, Legambiente e cinematografia

Tra gli ospiti, Patrizia Maggia, Presidente dell’Agenzia Lane d’Italia e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Gomitolorosa; Stefano Ciafani, Presidente Legambiente dal 2018 e membro del Comitato Tecnico di Gomitolorosa; Anna Kauber, regista del film documentario “In questo mondo” (2018), che racconta la vita di cento donne pastore in Italia tra i 20 e i 102 anni, frutto di un viaggio di più di due anni lungo lo stivale.

Patrizia Maggia
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Patrizia Maggia

Stefano Ciafani
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Stefano Ciafani da remoto

Anna Kauber
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Anna Kauber

Perché una giornata della lana?

Se da una parte lo smaltimento della lana sucida sembra creare problemi, dall'altra l’allevamento delle pecore ha subito un’accelerazione per l’accresciuta domanda di carne ovina, soprattutto da parte della crescente immigrazione di religione musulmana. In tutto il mondo si allevano pecore, agnelli e montoni per mangiarne la tenera carne o per produrre formaggi con il loro latte così particolare. Un tempo se ne utilizzava anche la lana fino all’ultimo fiocco, per tessere, per riempire cuscini e materassi, per produrre lanolina. Oggi l’uso della lana è ridottissimo perché le fibre sintetiche costano molto meno (anche se stanno inquinando i nostri mari) e perché materassi e cuscini in materiali artificiali sono molto più semplici da gestire e non richiedono manutenzione (che forse nessuno saprebbe più fare, tra l’altro).

Ecco alcuni dati sulla produzione italiana

Sono otto milioni gli ovini presenti in Italia, tre dei quali solo in Sardegna: dai dieci ai dodici milioni i chili di lana prodotti annualmente in Italia. L’80% viene esportato senza le operazioni di lavaggio, principalmente in India, Cina, sud est Europa. Solo il 10/15% viene utilizzata per consumo interno. Principalmente la lana utilizzata è quella delle pecore di razze che sono state incrociate con le pecore merinos, proprio per migliorare la qualità della lana, questa è diretta al settore dell'abbigliamento, arredamento, una piccola parte per la bioedilizia. Non essendoci quasi più lavaggi in Italia, una parte viene inviata all'estero per lavaggio e pettinatura e poi reimportata.

Alessandro Ciccioni espone i dati sulla produzione italiana di lana

C'è una percentuale di lana dispersa

Si presume che dal 5 al 10 % della lana vada disperso, questo perché prodotta da allevamenti sotto i cento capi, o in situazione impervie da raggiungere da parte dei commercianti di lana. Queste percentuali possono variare ogni anno, sono quindi numeri stimati.

Le difficoltà dello smaltimento

Per gli allevatori di ovini in Italia la lana sucida rappresenta nella maggior parte dei casi un problema: è un rifiuto speciale e come tale deve essere gestito. L’incremento delle fibre sintetiche e il ricorso a lane d’importazione ha determinato un calo del valore economico della lana italiana. Per questa ragione, la lana tosata rischia sovente di venire abbandonata o bruciata.

Trasformare un rifiuto in risorsa

L’obiettivo di fondo della Giornata della lana è quello di avviare un processo di trasformazione “da rifiuto a risorsa” sulla base di motivazioni che nei singoli casi vedono prevalere gli aspetti di carattere culturale (conservazione e valorizzazione delle tradizioni locali, delle razze autoctone) o economico e ambientale (utilizzo di una materia prima esistente e disponibile, che altrimenti andrebbe sprecata, e contributo alla soluzione del problema dello smaltimento e del relativo inquinamento generato dall’incendio o dall’abbandono). Esistono alcuni esempi virtuosi di recupero della lana.

La start-up che converte lana di pecora in fertilizzante

Nel 2021 a Udine è stato lanciato il progetto di Chiara Spigarelli che mira a convertire lana di pecora in fertilizzante da poter utilizzare in ambito agronomico. Si tratta di una start-up che ruota attorno a quattro pilastri concreti che sono il benessere dell’animale, sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Chiara Spigarelli, classe 1990, vive e lavora ad Udine. È agronoma zootecnica, laureata in Nutrizione e Benessere Animale ed ha concluso un dottorato di ricerca sul tema degli allevamenti di montagna e della loro sostenibilità nel 2021. Il punto di partenza del suo progetto imprenditoriale è stato quello di fornire una soluzione al problema dello smaltimento della lana in modo che fosse sostenibile a 360°. Agrivello coinvolge nel processo di trasformazione allevatori e istituzioni locali, tecnici scientifici e anche soggetti con fragilità. “Non è un prodotto anonimo, da scaffale, ma è legato a un territorio, a una cultura. Dentro la scatola di pellet c’è il lavoro di tanti, perché da soli non si va da nessuna parte”. Ed è proprio questa la sostenibilità sociale motivo d’orgoglio per Chiara Spigarelli e tutti i suoi collaboratori.

Chiara Spigarelli

Il progetto Sopra Visso, un’eccellenza tutta italiana

Una storia di eccellenza tutta italiana in cui sono protagoniste una lana antica, un sapiente savoir-faire e la passione per la qualità autentica. Una mista preziosa di lane merino in cui predomina la Sopravissana, che deriva da una razza di pecore italiane originarie di Visso, piccolo borgo incastonato nei Monti Sibillini. Interpretata in disegnature e aspetti che s'ispirano agli Sheltland e agli Harris, i tessuti della collezione di SopraVisso nascono da una profonda conoscenza delle fibre naturali e la capacità di individuarne, esaltarne e salvaguardarne le caratteristiche originarie con processi di produzione studiati appositamente per questo prodotto. Ne risulta un tessuto dalla mano scattante e dall’aspetto casual proposto in checks, galles e gessati in colori presi in prestito dalla natura e dai paesaggi del centro Italia.

Gomitolorosa, il progetto di economia circolare a scopo solidale, terapeutico e ambientale

L'associazione Gomitolorosa, presieduta dal senologo Alberto Costa, riutilizza la lana che altrimenti andrebbe smaltita come rifiuto speciale, per realizzare progetti di lanaterapia nei reparti oncologici, soprattutto legati a tumori femminili come quello al seno o alle ovaie. I reparti oncologici si colorano di gomitoli di lana, con cui le pazienti possono sferruzzare nelle interminabili, e spesso angosciose, attese per gli esami o per la terapia. Al fine di dare una seconda vita alla lana, l’associazione sta ora sperimentando un nuovo progetto ambientale e sociale: le palline lanasciuga realizzate in maniera artigianale dalle preziose mani di comunità ospiti di centri accoglienza, le prime in Italia di lana autoctona. Attenzione all’ambiente, solidarietà, benessere, empowerment e integrazione che sono le parole cardine del nuovo progetto Gomitolorosa, con cui si intende proseguire fattivamente nel recupero della lana autoctona italiana, salvaguardando l’ambiente e producendo valore condiviso.

Alberto Costa con il gomitolo rosa
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