I francese rischia di scomparire dalle materie scolastiche
(14 gen) Forte presa di posizione dell’assessore regionale all’istruzione Giovanna Pentenero davanti all’ipotesi, da lei stessa illustrata, che dal prossimo anno scolastico, «secondo lo schema Gelmini, su richiesta delle famiglie» sia «introdotto l’insegnamento dell’inglese potenziato, utilizzando le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria. Sconcertata davanti all’ipotesi anche Claudie Miglietti (nella foto), presidente e direttore della sezione biellese (la più antica d’Italia) dell’Alliance Française: «E’ una pia illusione che due ore in più di insegnamento a settimana facciano conseguire una preparazione così alta da sfiorare il bilinguismo» afferma. Forte presa di posizione dell’assessore regionale all’istruzione Giovanna Pentenero davanti all’ipotesi, da lei stessa illustrata, che dal prossimo anno scolastico, «secondo lo schema Gelmini, su richiesta delle famiglie» sia «introdotto l’insegnamento dell’inglese potenziato, utilizzando le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria. «Attualmente - ha spiegato l’assessore - la scuola media offre tre ore di inglese e due di seconda lingua. La seconda lingua è stata inserita 5 anni fa, dopo anni di raccomandazioni da parte della Comunità europea. Sulla carta, dunque, la seconda lingua sopravvive ma temiamo che molti sceglieranno l’inglese, e che la seconda lingua di fatto sparirà. In qualità di assessore all’Istruzione della Regione Piemonte, desidero invitare i genitori a non trascurare il patrimonio linguistico che caratterizza la nostra cultura, marcata da un profondo legame con la vicina Francia». Sconcertata davanti all’ipotesi anche Claudie Miglietti (nella foto), presidente e direttore della sezione biellese (la più antica d’Italia) dell’Alliance Française: «E’ una pia illusione che due ore in più di insegnamento a settimana facciano conseguire una preparazione così alta da sfiorare il bilinguismo - afferma -. Il bilinguismo si ottiene frequentando il luogo in cui la lingua si parla e non a scuola, dove invece è necessario fare cultura. Lo studio del francese, lingua con la quale il Piemonte ha forti legami storici, significava anche offrire nuovi e importanti strumenti culturali ai giovani, che conoscendo l’idioma avevano modo di dialogare con i nostri confinanti e di superari gli stereotipi che li caratterizzano». Per Claudie Miglietti «lo studio dell’inglese, oggi riconosciuta come lingua veicolare, è importante, ma questo non deve sopprimere la possibilità di studiare una seconda lingua. Davanti alla decisione restiamo sbigottiti - aggiunge -, perchè di fatto scompariranno tutte le lingue ad eccezione dell’inglese, e questo finirà per impoverire i curricola dei nostri ragazzi».
14 gennaio 2009