LA STORIA

I 120 anni di "Giovannacci": libri per sempre

Le radici sono quelle dei librai viaggiatori delle bancarelle: «E la passione è sempre la stessa».

I 120 anni di "Giovannacci": libri per sempre
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Le radici sono quelle dei librai viaggiatori delle bancarelle: «E la passione è sempre la stessa».

Una lunga storia

C’è sempre stata nei ricordi dei biellesi di oggi. E quest’anno la sua presenza nel cuore della città, costante e rassicurante presidio di cultura, raggiunge un traguardo che ha pochi eguali: la Libreria “Vittorio Giovannacci” di Biella, libreria indipendente, compie 120 anni. Era, infatti, il lontano 1903, quando Giulio Giovannacci aprì il primo spazio dedicato ai libri in via San Filippo.

Ne ricostruiamo la storia con Vilma Giovannacci, che attualmente porta avanti la tradizione di famiglia del marito Emanuele con i figli Davide ed Elisa e il genero Federico Bertuzzi. E per ripercorrere questa storia lunga più di un secolo occorre tornare alla speciale tradizione delle bancarelle all’aperto, che portavano all’attenzione dei passanti copertine e storie da scoprire. I Giovannacci appartengono alle genti che, attraverso la storica via Francigena, percorrevano le strade del mondo come venditori ambulanti. Erano i librai della Lunigiana. Per la precisione, del centro di Montereggio.
Il primo di loro da citare è, come anticipato, Giulio Giovannacci, colui che creò più punti di vendita della sua attività libraria, uno a Vercelli, nel 1900 sotto i portici di Piazza Cavour, uno a Biella nel 1903, in via San Filippo, e infine uno a Novara. Ma fu a Biella che si stabilì: «Giulio, che era il nonno di mio marito, aveva notato come, rispetto a Vercelli e a Novara, Biella fosse allora la città con più possibilità di sviluppo per la letteratura - ricorda Vilma Giovannacci - E questo tratto caratteristico della nostra Biella è rimasto, perché è una città che legge, si informa, ama la letteratura».
Di quelle radici, tirate lungo i chilometri della via Francigena e oltre con al seguito le bancarelle, molto è rimasto negli anni, nei suoi successori: «Mio marito e i miei suoceri avevano l’usanza di esporre i libri fuori, per avvicinare le persone e non rendere l’idea della libreria come di un tempio sacro che mettesse in soggezione».
Scrive di Biella l’illustre Giuseppe Benelli, ricordando l’impresa di Giulio Giovannacci: “In questa città, cara allo scrittore Edmondo De Amicis, che ogni estate soggiorna nella ridente Roreto, frazione di Quittengo da dove ama partire per le tante e belle gite sui monti circostanti. Dove in quegli anni abita Ada Negri, poetessa d’Italia andata sposa a un suo ammiratore, l’industriale Giovanni Garlanda. In questo centro così dinamico Giovannacci porta la sua bancarella (...)”.

Da Giulio a Vittorio

Due dei figli di Giulio si sono dedicati alle librerie di Vercelli e Novara. Dei tre, è Vittorio che a Biella, alla fine degli anni ‘30 e, dopo un periodo di bancarella in piazza Vittorio Veneto, apre la sua prima libreria nel Rione Riva.
«Vittorio fu sempre appoggiato da una grande donna, Nida. Aprì la sua libreria poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, in seguito continuò a rischiare nel nome dei libri vendendo testi che il regime considerava “proibiti”. Anche questa era una caratteristica della nostra terra di origine, questi librai erano noti per certe libertà e la Lunigiana è sempre stata considerata una terra di “ribelli”».
Tornando a Vittorio Giovannacci, sposò Leonida “Nida” Fiore nel 1944 e la sua libreria diventò un punto d’incontro e di fermento culturale. Annota Giuseppe Benelli: “Il negozio dell’alta via Italia diventa il più interessante della città e “da lui tutto il rione acquista vita”. L’elegante libreria si rivela ben presto insufficiente a contenere la produzione libraria sempre in aumento: “quell’androne angusto in Riva, troppo pieno di libri per accogliere tutti coloro che vi avrebbero voluto entrare”.

L’approdo in via Italia

Nel 1956, ecco il trasferimento della libreria in via Italia al numero 9, in un locale più ampio e più vicino al passaggio cittadino. La sua attività è frenetica ed egli è “amico di tutti coloro che apprezzano un buon libro e che sentono la necessità di parlarne”.
“Cordiale, simpatico, sempre disponibile”, scrive un amico giornalista, “aveva in testa un intero archivio e, se ti mancava un libro, sapeva dove prenderlo senza troppe titubanze”. Il suo sogno è una libreria “vasta quanto una biblioteca pubblica, dove il cliente possa saggiare il libro prima di comperarlo”.
Sarà nel 1976 che Vittorio Giovannacci sposterà la sua libreria al civico 14. La sua attività diventò quella di un propulsore culturale, inaugurando gli incontri con importanti autori. Una nota: Vittorio Giovannacci è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere Ufficiale della Repubblica.

Da Vittorio a Emanuele

Questo passaggio, più recente, avviene nel 1981. L’azienda si va proponendo non soltanto come libreria, ma anche come casa editrice di opere, soprattutto di interesse locale. Quella è la stagione del figlio di Vittorio, Emanuele, con la collaborazione della madre Nida e della moglie Vilma, anche lei Giovannacci di cognome, anche lei di origine montereggina e legata alla tradizione dei librai pontremolesi.
«Io e mio marito non ci incontrammo a Biella, ma proprio a Montereggio per un “Premio Bancarella”. Lui era un venditore meraviglioso, l’editoria e i libri erano tutto il suo mondo. La libreria era una “istituzione”, ospitavamo gli autori più blasonati. Quello che oggi continuiamo a fare con il prezioso impegno dei nostri figli, Davide ed Elisa, e, ci tengo a sottolinearlo, di Federico, che era un grande lettore e abbiamo accolto con noi».
Da Umberto Eco a Corrado Augias, passando per Ezio Greggio e Vittorio Sgarbi, Bruno Vespa, Tiziano Terzani e Walter Bonatti. L’elenco degli ospiti della Libreria “Giovannacci” è denso e lunghissimo. E arriva fino al presente, come aggiunge Vilma Giovannacci: «Penso a Maurizio de Giovanni, a Fabio Genovesi, ad Antonio Manzini. Gli autori sentono la passione che ci muove e amano venire in libreria e avvicinarsi al pubblico di lettori. Io stessa, che già sono in pensione, passo ancora in libreria cercando il contatto con la gente, i pareri che ci danno, i consigli che ci chiedono. Vero è che c’è concorrenza e c’è internet al giorno d’oggi, ma le persone cercano anche un sorriso, le parole, gli scambi di idee».

Il futuro

La storia dei Giovannacci prosegue. La Fondazione Città del Libro, l’Unione Librai Pontremolesi e l’Unione Nazionale delle Bancarelle, che organizzano il Premio Bancarella, hanno decretato la concessione della Gerla D’Oro alla memoria di Giulio Giovannacci e premiati con la Gerla Maria Maucci sua moglie, Vittorio Giovannacci, Leonida Giovannacci Fiore e Emanuele Giovannacci, venuto purtroppo a mancare troppo presto. Motiva Giuseppe Benelli: “L’insigne riconoscimento corona la vita di lavoro e sacrificio di chi continua la difficile arte di presentare e vendere i libri a ogni ceto di persone, con un amore professionale che trascende l’interesse commerciale e assume gli aspetti di una missione”.
Missione che è passata ai giovani: «Se abbiamo raggiunto questi 120 anni di attività, lo dobbiamo a Davide, Elisa e Federico», chiosa Vilma Giovannacci. «E nei giovani in generale io credo molto, non è vero che non leggono. Anche i social e le nuove tecnologie li invogliano. Sta alle famiglie instradarli e consigliarli sull’importanza dei libri».
Giovanna Boglietti

Nella foto di copertina, i Giovannacci Davide, Vilma ed Elisa con Federico Bertuzzi e, al centro, il famoso scrittore Maurizio de Giovanni. 

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