«Grazie, siete stati i nostri angeli»

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«Grazie, siete stati
i nostri angeli»
La commozione del sindaco di Castelvecchio.
L’orgoglio di Barazzotto
 
(25 mag) Non solo il sindaco di Castelvecchio Subequo  era emozionato, sabato. Anche qualche omone della Protezione civile, grande e grosso come una montagna, aveva le lacrime agli occhi durante la cerimonia del gemellaggio tra Biella e il paese abruzzese colpito dal terremoto. Un momento toccante ed evocativo, nonostante tutto.

«Grazie, siete stati i nostri angeli»
La commozione di Castelvecchio alla cerimonia di gemellaggio. L’orgoglio di Barazzotto

                                                    

Si commuove, alla fine, Carmine Amorosi. Guarda con affetto la piccola folla che quasi fa scoppiare la sala consiliare del Comune e allarga le braccia. Come un padre che ringrazia qualcuno per il bene fatto ad un proprio figlio. Quindi saluta e ammicca senza vergogna, con le lacrime agli occhi pronte a scoppiare, vicino al crollo, se non ci fosse un applauso a dir poco toccante a sostenerlo come un abbraccio fraterno. Ma non solo il sindaco di Castelvecchio Subequo  era emozionato, sabato. Anche qualche omone della Protezione civile, grande e grosso come una montagna, aveva le lacrime agli occhi durante la cerimonia del gemellaggio tra Biella e il paese abruzzese colpito dal terremoto. Un momento toccante ed evocativo, nonostante tutto.


In una sala dal caldo africano, anche se il vice-sindaco Diego Presa aveva aperto tutte le finestre, qualcosa è infatti vibrato quando il “primo cittadino” abruzzese ha detto: «Siete stati i nostri angeli piemontesi, grazie. Non lo dimenticheremo. Mai». E’ stato in questo preciso istante che le tante parole dette, le molti frasi pronunciate e gli infiniti discorsi ripetuti sono sembrati più veri, più forti. Cartoline pulite da un inferno di macerie e di lutti.
Il pericolo della retorica c’era, tra protocolli e ufficialità da rispettare per dovere. Ma i volti degli uomini e delle donne della Protezione civile, della Croce rossa e delle tante altre associazioni andate in Abruzzo, hanno dato un senso diverso a un sabato pomeriggio speciale: non istituzionale, seppure collocato dentro una cornice formale. In via Italia giovani e meno giovani facevano “vasche” e commissioni. Dentro Palazzo Oropa, invece, quella che Barazzotto ha definito la «parte migliore del nostro territorio» si ritrovava per un ennesimo atto di altruismo. Un’umanità dai volti semplici, di gente comune, a proprio agio dentro le divise delle associazioni, mai marziali e quasi sempre simili a quelle degli operai al lavoro. Un esercito forse, ma della buona volontà. Averne...


«Questi soldi sono solo un acconto. Non smetteremo di aiutarvi - ha detto, tra le altre cose, il sindaco Barazzotto -. Sono stati raccolti dalla parte sana del territorio, che non vi abbandonerà anche nel futuro». Il sindaco Amorosi ha spiegato che i diecimila euro ricevuti saranno utilizzati per avviare la ricostruzione dei campanili delle due chiese del paese, distrutto all’ottantacinque per cento nella parte del centro storico.  «Per fortuna non abbiamo subìto vittime - ha spiegato l’amministratore abruzzese -. Ma c’è tanto da fare, soprattutto perché i giovani restino e imparino da questa tragedia».  «Vivo a Biella da 58 anni, devo dire grazie a questa comunità, che ha tolto dalla paura la popolazione del mio paese d’origine» ha detto Franco Di Braccio, insolitamente un po’ impacciato. Dopo gli interventi ufficiali, la premiazione dei volontari, delle associazioni e delle ditte che hanno prestato soccorso. Inizio della cerimonia, alle 18. Alle 19,30 tutto concluso. Pure questo (ordine) è un po’ biellese.


Paolo La Bua
labua@primabiella.it

25 maggio 2009

 

 

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