Giulio Xhaët: «Non è mai tardi per diventare chi vuoi»
È uscito “Da grande”, il nuovo libro del consulente e formatore biellese.
È uscito “Da grande”, il nuovo libro del consulente e formatore biellese.
Nuovo libro
Chi ha detto che solo i bambini hanno il privilegio di chiedersi cosa potranno fare?
Non è forse vero che moltissime persone, già adulte, hanno vissuto questi anni di incertezza come un’occasione per scoprire aspirazioni sepolte e desideri nuovi?
Giulio Xhaët non soltanto risponde di sì, ma l’ha messo per iscritto. Lui che racconta: «Quando mi chiedono: cosa vuoi fare da grande? Io rispondo: voglio fare “Da grande”. La gente ride, eppure sono serissimo». E, infatti, “Da grande” è il titolo del suo nuovo libro, edito da Sonzogno e uscito martedì, 17 gennaio.
“Eco di Biella” gli ha chiesto com’è nato questo progetto, che tocca ognuno di noi, nel profondo. Dato che il nodo della questione ci alimenta la vita e suona così: “Non è mai troppo tardi per capire chi potresti diventare”.
Gli inizi
«”Da grande” non è un libro per ragazzi che devono diventare grandi, no - spiega - E diventare grande non significa tanto entrare negli “enta” o negli “anta”, quanto, come scriveva il poeta Walt Whitman, diventare le proprie moltitudini nascoste, agguantando quello scopo che ci fa alzare la mattina con il sorriso largo e l’animo leggero. Pensiamoci, quanti si chiedono per tutta la vita cosa potrebbero essere... Io, durante la pandemia, ho cominciato a sentirmi on line con molte persone e sui social mi rendevo conto dell’ansia crescente, di domande del tipo “Cosa farò, cosa succede?” o considerazioni come “C’è la pandemia c’è la guerra, tutto sembra difficile”. Ecco, il mondo del digitale in particolare ci permette di confrontarci in un baleno, e quelli che postano sembrano sempre dei campioni da record, mentre i ragazzi sentono il confronto continuo con questi migliori al mondo. Jean Paul Sartre scriveva, non a caso, che l’inferno sono gli altri. Se vediamo così i social, certo appaiono amplificatori di inferni; però, se li si guarda diversamente e se ci si avvicina alle persone “giuste”, allora i social diventano amplificatori di salvezza».
Così, in una raccolta tesa tra social network e realtà, sono arrivate a Giulio Xhaët le storie che si trovano nel libro. Le citiamo qui, in carrellata: Sara lavorava come ufficio stampa, poi un giorno ha mollato tutto per fare la fioraia nel suo paese; Vito, ex tecnico informatico, oggi è un illustratore, perché «la vita è troppo breve per passare otto ore al giorno facendo qualcosa che non mi piace»; Chiara ha interrotto l’università per aprire un’agenzia di comunicazione digitale all’estero; e poi c’è Nicolò, che ha abbandonato le metropoli internazionali per avviare un’attività a Bari.
Proprio con il supporto di ricerche e casi di studio, dalle pagine emerge «come entrare nel flow della vita, in che modo conciliare passioni e talenti, ma anche come sfruttare al meglio i social e quali lezioni trarre dai fallimenti, al di là di facili retoriche. “Da grande” è un percorso e ci spinge a scoprire la nostra vocazione per capire cosa vogliamo fare, chi vogliamo essere e cosa possiamo diventare, a qualunque età».
Formazione e sviluppo
Percorso è, senza dubbio, una parola-chiave. Perché Giulio Xhaët, consulente e formatore, da un anno viaggia per l’Italia con un percorso di formazione e sviluppo, in qualità di partner di Newton Spa. Il libro ne è un tassello importante:
«Io sono contro la filosofia del “volere è potere”, perché a volte si vuole ma non si può, però sono anche contro il “nulla può cambiare”. Tutto sta nell’indagare se stessi e il contesto, per prendere atto del fatto che possiamo sempre fare di più di quel che possiamo fare. E le storie che riporto nel libro dimostrano che con grande dedizione, oggi più che in passato, le cose non son più facili, no, ma fattibili, quello sì».
Giovanna Boglietti