Giovanna vincitrice di “Monte Bianco”

Giovanna vincitrice di “Monte Bianco”
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Alla fine l’ha avuta vinta lei. Anzi, loro. La fortissima cordata composta dalla guida alpina valdostana Giovanna Mongilardi, originaria di Crocemosso, e il calciatore campione del mondo Gianluca Zambrotta si sono aggiudicati la vittoria della prima edizione dell’adventure show di RaiDue “Monte Bianco”. Con una sfida finale contro la cordata nera del giornalista Filippo Facci e la terza classificata dell’attrice Jane Alexander, Giovanna e Gianluca si sono portati a casa l’ambito premio: l’ascesa alla vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco.

Si è chiusa così - con una buona percentuale di biellesità, anche grazie alla presenza della guida Anna Torretta, per parte di madre originaria della Valle Cervo - la prima edizione del programma il cui format nei mesi scorsi aveva scatenato forti polemiche tra i puristi dell’alpinismo. Polemiche che la stessa Mongilardi, in un’intervista rilasciata ad Eco, aveva liquidato nelle scorse settimane confidando sul buon risultato della trasmissione in termini di messaggio al grande pubblico. «Almeno ora si saprà che cosa fa una guida alpina», aveva affermato. E tale, anche davanti alle polemiche finali, è il parere del presidente delle Guide alpine italiane, Cesare Cesa Bianchi, il quale in un comunicato ufficiale scrive: «Ora che 'Monte Bianco Sfida Verticale' è finito, voglio ringraziare le guide alpine valdostane per aver mostrato al grande pubblico televisivo chi è una guida alpina e aver fatto passare il messaggio, soprattutto rivolto ai neofiti, che in montagna non ci si improvvisa, ma si impara ad andare seguendo la guida e gli insegnamenti di un professionista».

«Al di là del gradimento personale di quello che è e rimane un prodotto di spettacolo – dice Cesa Bianchi -, quello che mi interessa sottolineare è la professionalità delle guide alpine, che hanno mostrato cosa significa accompagnare una persona in montagna. È passato un forte messaggio sul nostro lavoro al grande pubblico, che forse per la prima volta ha capito chi è una guida alpina, cosa fa e che cosa lo spinge a fare un mestiere così difficile. Certo non tutto poteva emergere della nostra professione, quello che si è visto è solo un assaggio, in parte forse anche viziato dai tempi e dalle dinamiche televisive. Eppure quell'assaggio è stato importante anche a far capire che l'andare in montagna non è un'attività da improvvisare e che serve quindi affidarsi alla competenza e all'esperienza di un professionista». D’accordo con lui buona parte del pubblico, il quale - nonostante lo scetticismo iniziale dovuto forse a un’errata comunicazione in merito al programma - afferma, tramite i social network, di aver gradito il programma e la sua impostazione.

V.B.

Alla fine l’ha avuta vinta lei. Anzi, loro. La fortissima cordata composta dalla guida alpina valdostana Giovanna Mongilardi, originaria di Crocemosso, e il calciatore campione del mondo Gianluca Zambrotta si sono aggiudicati la vittoria della prima edizione dell’adventure show di RaiDue “Monte Bianco”. Con una sfida finale contro la cordata nera del giornalista Filippo Facci e la terza classificata dell’attrice Jane Alexander, Giovanna e Gianluca si sono portati a casa l’ambito premio: l’ascesa alla vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco.

Si è chiusa così - con una buona percentuale di biellesità, anche grazie alla presenza della guida Anna Torretta, per parte di madre originaria della Valle Cervo - la prima edizione del programma il cui format nei mesi scorsi aveva scatenato forti polemiche tra i puristi dell’alpinismo. Polemiche che la stessa Mongilardi, in un’intervista rilasciata ad Eco, aveva liquidato nelle scorse settimane confidando sul buon risultato della trasmissione in termini di messaggio al grande pubblico. «Almeno ora si saprà che cosa fa una guida alpina», aveva affermato. E tale, anche davanti alle polemiche finali, è il parere del presidente delle Guide alpine italiane, Cesare Cesa Bianchi, il quale in un comunicato ufficiale scrive: «Ora che 'Monte Bianco Sfida Verticale' è finito, voglio ringraziare le guide alpine valdostane per aver mostrato al grande pubblico televisivo chi è una guida alpina e aver fatto passare il messaggio, soprattutto rivolto ai neofiti, che in montagna non ci si improvvisa, ma si impara ad andare seguendo la guida e gli insegnamenti di un professionista».

«Al di là del gradimento personale di quello che è e rimane un prodotto di spettacolo – dice Cesa Bianchi -, quello che mi interessa sottolineare è la professionalità delle guide alpine, che hanno mostrato cosa significa accompagnare una persona in montagna. È passato un forte messaggio sul nostro lavoro al grande pubblico, che forse per la prima volta ha capito chi è una guida alpina, cosa fa e che cosa lo spinge a fare un mestiere così difficile. Certo non tutto poteva emergere della nostra professione, quello che si è visto è solo un assaggio, in parte forse anche viziato dai tempi e dalle dinamiche televisive. Eppure quell'assaggio è stato importante anche a far capire che l'andare in montagna non è un'attività da improvvisare e che serve quindi affidarsi alla competenza e all'esperienza di un professionista». D’accordo con lui buona parte del pubblico, il quale - nonostante lo scetticismo iniziale dovuto forse a un’errata comunicazione in merito al programma - afferma, tramite i social network, di aver gradito il programma e la sua impostazione.

V.B.

 

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