Frana la montagna delle ex cave

Pubblicato:
Aggiornato:

(21 gen 2010) Una frana è caduta verso le due di pomeriggio di martedì dalla cava di sienite abbandonata che sovrasta il primo tratto di strada per Riabella mettendo a rischio il collegamento del fondovalle con la frazione. Ora la strada è provvisoriamente aperta di giorno, ma permane una grossa situazione di pericolo che verrà affrontata a partire dalla prossima settimana con interventi di parziale bonifica: in pratica verranno fatte saltare con piccole cariche alcuni tratti di roccia che minacciano di precipitare a valle.
Una frana è caduta verso le due di pomeriggio di martedì dalla cava di sienite abbandonata che sovrasta il primo tratto di strada per Riabella mettendo a rischio il collegamento del fondovalle con la frazione. Ora la strada è provvisoriamente aperta di giorno, ma permane una grossa situazione di pericolo che verrà affrontata a partire dalla prossima settimana con interventi di parziale bonifica: in pratica verranno fatte saltare con piccole cariche alcuni tratti di roccia che minacciano di precipitare a valle.
La frana si è verificata in un momento in cui lungo la strada non transitavano mezzi. Unici testimoni due operai di imprese che operano nella zona. «Ero sulla sponda opposta del torrente quando ho udito il boato e ho visto precipitare rocce, terra e alberi. E' durato pochi secondi, ma alcuni massi hanno superato la strada e sono caduti nella scarpata sottostante finendo nel greto del Cervo».
Buona parte dei detriti di roccia e terra si sono ammassati nel deposito della ditta D'Ambrosio che occupa la base della vecchia cava, senza ostruire la strada.
Dopo una prima verifica superficiale, il sindaco di San Paolo Cervo, Maurizio Piatti, che è da qualche settimana anche il nuovo presidente della Comunità montana, ha sollecitato l'intervento della Protezione civile del Comune di Biella e dei tecnici del Servizio opere pubbliche della Regione.
Ieri una si è avuta un nuova, più accurata verifica con il sopralluogo anche di geologi. «Purtroppo la situazione è più preoccupante di quanto temessimo» spiega Piatti. La cava è ferma da più di trent'anni, ma la lunga attività di estrazione, con il ricorso abituale all'esplosivo, ha creato frantumazioni importanti nello strato di roccia reso pericoloso dal fenomeno di gelo e disgelo».
«La strada per Riabella è da sempre soggetta a pericoli - spiega ancora il sindaco -. Negli ultimi 20 anni sono state spese alcune centinaia di milioni per le opere di protezione e sicurezza, ma finora si era intervenuti soprattutto in alto. La zona della cava non aveva mai creato problemi».
Sarebbe invece questa la zona dove i tecnici hanno individuato le situazioni più critiche. Da qui la decisione di un intervento urgente per scongiurare il pericolo di nuovi crolli durante l'inverno. In seguito si dovrà compiere uno studio più approfondito su tutta la zona in modo da programmare interventi a lungo termine.
E i fondi? «Dovrà intervenire la Regione, non lo possono certo fare i la Comunità montana o il Comune», dice Piatti che taglia corto sulle polemiche proposte dalla minoranza consigliare su presunti sprechi in iniziative turistiche: «Parole inutili».
In attesa dei primi lavori per scongiurare la caduta di nuove frane (dovrebbero iniziare la settimana prossima e comporteranno la chiusura temporanea della strada) il collegamento con Riabella (circa 45 persone, un terzo dell'intera popolazione del comune di San Paolo Cervo) è assicurato nelle ore diurne con la sorveglianza degli uomini della Protezione civile e dell'impresa che opera in zona. Strada chiusa al traffico invece dalle 10 di sera alle 6 del mattino.

21 gennaio 2010

Seguici sui nostri canali