Festival del paganesimo, il culto della natura
Una kermesse dedicata alla ‘strega di Miagliano’. E nasce il brand Giovanna de Monduro, dedicato a chi va controcorrente.

Per secoli è stata chiamata la ‘strega di Miagliano’, quasi a volerne cancellare perfino il nome. A Giovanna de Monduro, - una giovane donna accusata di stregoneria, processata dall’Inquisizione a Salussola e mandata al rogo nel 1471 a Miagliano, suo paese di origine - sarà dedicata la prima edizione del Festival del Paganesimo.
A Miagliano, due giorni di 'festa pagana'
La kermesse, che si svolgerà il prossimo fine settimana Miagliano, vuole celebrare la cultura ‘pagana’, nel suo significato originario più ampio, legato al senso di comunità e agli ideali che la uniscono. In latino ‘paganus’ era infatti l’abitante del villaggio (pagus) e il termine, usato poi per definire le culture precristiane, indica in senso lato una cultura antica, ancestrale, legata alla natura e ai suoi ritmi. A organizzare l’evento, l’associazione culturale White Rabbit Event, in collaborazione con il Comune di Miagliano, l’Associazione Amici della Lana, l’Associazione Proloco Miaglianese.

Cultura, laboratori, musica e artigianato
Il festival prevede una serie di incontri culturali, con la partecipazione di scrittori e studiosi, e molti momenti ludici - attività per bambini, passeggiate, laboratori e concerti – oltre a un’area ristoro, uno spazio per le tende, un ampio parcheggio: il tutto nell’area dell’anfiteatro di via Poma, accanto al Lanificio Botto.

E ci sarà poi un mercatino dove, in una trentina di bancarelle, le artigiane biellesi proporranno creazioni realizzate ad hoc per il festival.

Nasce il brand 'Giovanna de Monduro'
L’obiettivo della kermesse è infatti quello di lanciare un vero e proprio brand legato alla figura di Giovanna de Monduro: il logo, un sigillo rosso di ceralacca, e lo slogan - The Audacity to be Authentic - rappresentano il coraggio di chi lotta per i propri valori e non ha paura di apparire diverso dalla massa.

Spiega Irene Belloni, presidente dell'Associazione Culturale White Rabbit Event e organizzatrice del Festival: «Attraverso un sigillo, un marchio d’infamia, nel corso dei secoli, molte donne – ma anche ebrei, eretici, minoranze come gli spagnoli cagots o i catari - furono identificati e bollati come la personificazione del male e incolpati di ogni sciagura. Con questo marchio – il sigillo rosso con cui un tempo si sanciva l’autenticità di una missiva – vorremmo restituire loro l’identità perduta, certificando la realtà della loro esistenza, i loro sogni e ideali. Chi sceglie un capo, un accessorio, un oggetto ‘Giovanna de Monduro’ crede nell'autenticità di un prodotto unico e fatto a mano, vi riconosce un tesoro che la standardizzazione mira a cancellare: nell’indossarlo, si percepisce tutto il calore e l’energia impressi dalla passione e dai sogni di chi lo ha realizzato».
Simona Perolo
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