Scandalo sanitàarrestato l'assessore

Scandalo sanità<br>arrestato l'assessore
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(16 giu) L'assessore regionale Caterina Ferrero (nella foto), che il 27 maggio scorso aveva rimesso le deleghe alla sanità perché coinvolta in un'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, è stata messa agli arresti domiciliari ieri mattina dalla Guardia di Finanza che le ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del capoluogo piemontese per l'ipotesi di reato di turbativa d'asta, reato per il quale era già stata iscritta nei giorni scorsi nel registro degli indagati per una gara relativa alla fornitura di pannoloni. Ferrero che ieri pomeriggio ha comunicato al presidente della Regione, Roberto Cota, le sue dimissioni dalla giunta.
L'assessore regionale Caterina Ferrero (nella foto), che il 27 maggio scorso aveva rimesso le deleghe alla sanità perché coinvolta in un'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, è stata messa agli arresti domiciliari ieri mattina dalla Guardia di Finanza che le ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del capoluogo piemontese per l'ipotesi di reato di turbativa d'asta, reato per il quale era già stata iscritta nei giorni scorsi nel registro degli indagati per una gara relativa alla fornitura di pannoloni. Ferrero che ieri pomeriggio ha comunicato al presidente della Regione, Roberto Cota, le sue dimissioni dalla giunta.

I due filoni. Sono due le vicende dalle quali si evince - secondo la Procura - l'interesse politico di Ferrero negli episodi su cui indagano i pm della stessa Procura e la Guardia di Finanza. La prima è la revoca del bando di gara per la fornitura di pannoloni per anziani, che, secondo il procuratore aggiunto Andrea Beconi, è stata una misura «adottata non per interesse pubblico, ma per interesse politico, ovvero allo scopo di averne un ritorno di tipo politico nelle imminenti elezioni amministrative». A seguito del provvedimento, secondo le indagini effettuate dalla Procura, «furono organizzati incontri elettorali con i farmacisti. Non si è trattato di un'esplicita promessa di voti - ha precisato - ma di una sorta di captatio benevolentiae». L'altra vicenda è quella dell'apertura del reparto di emodinamica dell'ospedale di Chivasso, assegnato senza alcuna gara ai privati della clinica torinese Villa Maria Pia. «E' stata effettuata - ha sostenuto Beconi - nonostante il piano di rientro della sanità regionale prevedesse la chiusura di servizi aperti o la non apertura di altri servizi e, nella zona di Chivasso e Ivrea, che non fosse opportuno aprire alcun centro del genere». Anche in questo caso, ha detto Beconi, «l'interesse è stato di tipo politico: favorire la rielezione del sindaco uscente». Si tratta di Bruno Matola del Pdl (sconfitto da Gianni De Mori del centrosinistra nella recente tornata elettorale), che non risulta indagato.

«Era d’accordo». Sempre secondo il Procuratore aggiunto di Torino Andrea Beconi, nei confronti della Ferrero sono stati raccolti «indizi gravi, precisi e concordanti» che «fanno pensare che fosse perfettamente consapevole delle trattative, forse segrete», del suo collaboratore, Pietro Gambarino, con i rappresentanti di Federfarma del Piemonte per la distribuzione dei pannoloni per gli anziani attraverso le farmacie e non direttamente tramite il Servizio sanitario. Tali indizi - ha spiegato Beconi - non erano emersi nella prima parte dell'inchiesta “Dark side” sulla sanità piemontese, quando la Ferrero era stata indagata «quale relatrice della delibera di revoca del bando di gara sulla fornitura di pannoloni». Le indagini - secondo la ricostruzione di Beconi - hanno permesso di individuare l'elemento mancante: «Il pieno accordo con i rappresentanti di Federfarma». L'eventuale vantaggio economico per le casse della Regione - peraltro escluso da un apposito capitolo dell'ordinanza firmata dal gip Cristiano Trevisan - non costituisce, secondo la Procura, alcuna ragione per evitare il coinvolgimento nell'inchiesta.

Le due inchieste torinesi. L'inchiesta sulla presenza della 'ndrangheta nella provincia di Torino e quella che ha portato all'arresto dell'assessore regionale Caterina Ferrero «sono due inchieste diverse. Eventuali punti di contatto possono e potrebbero esserci; siamo all'inizio, stiamo sviluppando e lavorando»: lo ha detto il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, nel corso della conferenza stampa di ieri sull'arresto di Ferrero. Il suocero della stessa Ferrero, Nevio Coral, ex sindaco di Leinì, è stato raggiunto martedì scorso da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Torino, che ha portato a 146 arresti, sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte. Coral è stato arrestato in Francia dove si trova tuttora detenuto. «Non c'è nessuna preoccupazione - ha aggiunto Caselli - perché le forze dell'ordine e la magistratura stanno intervenendo in modo da eliminare eventuali preoccupazioni». Secondo Caselli, si tratta di «episodi isolati ai quali, però - ha concluso - bisogna prestare tutta l'attenzione dovuta».
Enzo Panelli
panelli@primabiella.it

16 giugno 2011

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