Ecomusei aperti: salgono a 22

Ecomusei aperti: salgono a 22
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Da alcuni anni a questa parte, è lei, la Rete Museale Biellese, a fare da sentinella annunciando i primi caldi e la stagione estiva, che la vede protagonista, come vetrina degli angoli spesso meno conosciuti della provincia. E proprio il mese di giugno in arrivo decreta anche l’apertura del progetto di valorizzazione delle cellule museali disseminate nel nostro territorio, firmato da Ecomuseo Valle Elvo e Serra ed Ecomuseo del Biellese e sostenuto da 18 Comuni aderenti, Fondazione Crb e Atl: un’edizione, quella del 2015, che conterà su 22 siti, ai quali saranno destinati 42 giovani operatori, appositamente formati per le visite guidate, gratuite per lo più. 

La Rete lega i suoi “nodi” dal punto di vista geografico, culturale, storico, da un capo all’altro del Biellese. Ma quali sono questi 22 nodi? Sono: il Centro di Documentazione sulla Lavorazione del Ferro, alle Ex Officine Rubino di Netro, che custodiscono  attrezzi, macchinari, disegni e documenti dell’evoluzione dei sistemi di lavorazione di una tradizione che affonda nel Cinquecento ; il Centro di Documentazione sull’Emigrazione di Donato, tesoro di memoria per la Valle Elvo, da cui sono partiti 12mila lavoratori; l’Ecomuseo della Civiltà Montanara di frazione Bagneri, a Muzzano, il cui fulcro è il recupero della vecchia falegnameria come attività artigianale; l’Ecomuseo della Tradizione Costruttiva della Trappa di Sordevolo, che svela la storia misteriosa del rifugio a 1000 metri di quota dei monaci trappisti in fuga; l’Oasi Wwf Giardino Botanico di Oropa (ingresso a pagamento), dove vengono coltivate circa 500 specie e varietà di piante. Spostandosi a poco a poco, la mappa segna: la Casa Museo dell’Alta Valle Cervo di Rosazza, tradizionale abitazione settecentesca; la Fabbrica della Ruota di Pray (a pagamento), l’ex Lanificio Zignone uno dei più noti esempi di archeologia industriale in Italia; l’ex Mulino Susta di Soprana, una delle poche testimonianze idrauliche della zona; il Museo Laboratorio del Mortigliengo, a Mezzana (a pagamento), uno spaccato di vita quotidiana d’altri tempi, volta a produrre olio di noci  e coltivare canapa; il Museo del Bramaterra di Sostegno, tra i suoi vigneti; il Palazzo dei Principi di Masserano, costruito per volere della Marchesa Claudia di Savoia nel 1597; l’Ecomuseo della Terracotta di Ronco, che conta anche su laboratori pratici; l’Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge di Cossato, a cielo aperto; l’Ecomuseo della Vitivinicoltura, nel bel Ricetto di Candelo; il Castello Vialardi di Verrone (a pagamento il solo Museo del Falso), e la sua storia di maniero di famiglia ghibellina. E in città: Palazzo Gromo Losa, dimora oggi completamente restaurata che vanta magnifici giardini all’italiana, e Palazzo La Marmora (a pagamento), eredità dei Ferrero della Marmora con la sua famosa torre ottagonale, a Biella Piazzo.

Cinque i nuovi ecomusei visitabili: il Museo del Territorio al Chiostro di San Sebastiano (a pagamento solo le collezioni), la Sinagoga del Piazzo, risalente al 1723; la Gipsoteca “Massimo Perino” di frazione Sant’Eurosia, a Pralungo, con le sue riproduzioni in gesso; la Riserva naturale della Burcina, a Pollone e, infine, il Museo Laboratorio dell’Arte della Stampa di Valle Mosso, allestito nell’ex Tipografia Loro, chiusa dal 2011.      

Si comincia martedì, vista la ricorrenza del 2 giugno, e così per tutti i giorni festivi, come il 15 agosto, compresi fino all’11 ottobre. Le cellule ecomuseali, di norma, saranno aperte la domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

Giovanna Boglietti

Leggi tutti gli appuntamenti nel QuiWeek all’interno dell’Eco di Biella di sabato 30 maggio 

Da alcuni anni a questa parte, è lei, la Rete Museale Biellese, a fare da sentinella annunciando i primi caldi e la stagione estiva, che la vede protagonista, come vetrina degli angoli spesso meno conosciuti della provincia. E proprio il mese di giugno in arrivo decreta anche l’apertura del progetto di valorizzazione delle cellule museali disseminate nel nostro territorio, firmato da Ecomuseo Valle Elvo e Serra ed Ecomuseo del Biellese e sostenuto da 18 Comuni aderenti, Fondazione Crb e Atl: un’edizione, quella del 2015, che conterà su 22 siti, ai quali saranno destinati 42 giovani operatori, appositamente formati per le visite guidate, gratuite per lo più. 

La Rete lega i suoi “nodi” dal punto di vista geografico, culturale, storico, da un capo all’altro del Biellese. Ma quali sono questi 22 nodi? Sono: il Centro di Documentazione sulla Lavorazione del Ferro, alle Ex Officine Rubino di Netro, che custodiscono  attrezzi, macchinari, disegni e documenti dell’evoluzione dei sistemi di lavorazione di una tradizione che affonda nel Cinquecento ; il Centro di Documentazione sull’Emigrazione di Donato, tesoro di memoria per la Valle Elvo, da cui sono partiti 12mila lavoratori; l’Ecomuseo della Civiltà Montanara di frazione Bagneri, a Muzzano, il cui fulcro è il recupero della vecchia falegnameria come attività artigianale; l’Ecomuseo della Tradizione Costruttiva della Trappa di Sordevolo, che svela la storia misteriosa del rifugio a 1000 metri di quota dei monaci trappisti in fuga; l’Oasi Wwf Giardino Botanico di Oropa (ingresso a pagamento), dove vengono coltivate circa 500 specie e varietà di piante. Spostandosi a poco a poco, la mappa segna: la Casa Museo dell’Alta Valle Cervo di Rosazza, tradizionale abitazione settecentesca; la Fabbrica della Ruota di Pray (a pagamento), l’ex Lanificio Zignone uno dei più noti esempi di archeologia industriale in Italia; l’ex Mulino Susta di Soprana, una delle poche testimonianze idrauliche della zona; il Museo Laboratorio del Mortigliengo, a Mezzana (a pagamento), uno spaccato di vita quotidiana d’altri tempi, volta a produrre olio di noci  e coltivare canapa; il Museo del Bramaterra di Sostegno, tra i suoi vigneti; il Palazzo dei Principi di Masserano, costruito per volere della Marchesa Claudia di Savoia nel 1597; l’Ecomuseo della Terracotta di Ronco, che conta anche su laboratori pratici; l’Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge di Cossato, a cielo aperto; l’Ecomuseo della Vitivinicoltura, nel bel Ricetto di Candelo; il Castello Vialardi di Verrone (a pagamento il solo Museo del Falso), e la sua storia di maniero di famiglia ghibellina. E in città: Palazzo Gromo Losa, dimora oggi completamente restaurata che vanta magnifici giardini all’italiana, e Palazzo La Marmora (a pagamento), eredità dei Ferrero della Marmora con la sua famosa torre ottagonale, a Biella Piazzo.

Cinque i nuovi ecomusei visitabili: il Museo del Territorio al Chiostro di San Sebastiano (a pagamento solo le collezioni), la Sinagoga del Piazzo, risalente al 1723; la Gipsoteca “Massimo Perino” di frazione Sant’Eurosia, a Pralungo, con le sue riproduzioni in gesso; la Riserva naturale della Burcina, a Pollone e, infine, il Museo Laboratorio dell’Arte della Stampa di Valle Mosso, allestito nell’ex Tipografia Loro, chiusa dal 2011.      

Si comincia martedì, vista la ricorrenza del 2 giugno, e così per tutti i giorni festivi, come il 15 agosto, compresi fino all’11 ottobre. Le cellule ecomuseali, di norma, saranno aperte la domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.

Giovanna Boglietti

Leggi tutti gli appuntamenti nel QuiWeek all’interno dell’Eco di Biella di sabato 30 maggio 

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