E ora il Babi fonda un partito

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(8 mar) Ritorna questa sera il processo al Babi (Teatro Sociale, ore 21; ingresso 10 euro), da trent’anni firmato da Beppe Pellitteri, da trent’anni con doppie radici, fra cabaret e tradizione popolare.
«Sto lavorando al testo dall’8 dicembre per il piacere di farlo più che per un guadagno che si limita al rimborso spese», dice. E anticipa: «Io vedo Biella in grande depressione: i camion che trasportavano merci si stanno fermando. Una volta quei camion erano il simbolo di un benessere che nascondeva la povertà culturale, ora la povertà è bene in vista. Basti pensare al grigio spettrale dei capannoni vuoti, tra Cossato e Trivero».
Ritorna questa sera il processo al Babi (Teatro Sociale, ore 21; ingresso 10 euro), da trent’anni firmato da Beppe Pellitteri, da trent’anni con doppie radici, fra cabaret e tradizione popolare.
«Sto lavorando al testo dall’8 dicembre per il piacere di farlo più che per un guadagno che si limita al rimborso spese», dice. E anticipa: «Io vedo Biella in grande depressione: i camion che trasportavano merci si stanno fermando. Una volta quei camion erano il simbolo di un benessere che nascondeva la povertà culturale, ora la povertà è bene in vista. Basti pensare al grigio spettrale dei capannoni vuoti, tra Cossato e Trivero».
Come immagina il futuro?
«In tempi di crisi, per trovare prospettive dovremmo essere governati da gente illuminata, non da chi cerca sedie da occupare e “non ci sono soldi” quando si presentano loro proposte culturali, soldi che appaiono quando devono finire tra le dentiere del reame».
Sconforto politico?
«In Sicilia si dice “A tempu di sdilluviu ogni strunzu veni a galla”. Una volta c’erano i Verdi, i Manzoni, i Cavour, ora ci sono i Cilipoti e i Calderoli: si può diventare assessori comunali con 2 voti di preferenza. Una volta al governo c’erano le menti migliori, adesso chi? Prima si criticava la Dc. Ora che non c’è più cos’è successo? Una sostituzione di culi dalle sedie della politica. E il popolo qual è? Quello disinformato, che non deve sapere o giudicare».
Nuovi personaggi del Processo?
«Mariùn Filetti che parla da donna del Nord in termini concreti; un reduce garibaldino veneto che conosce un garibaldino biellese con cui torna scornato da Marsala».
Le soluzioni del Babi?
«Vorrei creare un nuovo partito, il partito del Babi, che si chiamerà “Poltrone e Divani”. In sala verranno distribuite le tessere gratuite, tanto i soldi vi sono stati già rubati».

Sul palco. In scena: Giovanni Malanotte (Presidente della Corte, dall’83), Carlo Serra (Gipin), Mariella Moschetto (Catlina), Enrico Gatti (Babi), Beppe Pellitteri e Ilaria Gariazzo (difensore e pubblico ministero). Con loro: Frank Juch, Roberto Stosi, Cosetta Sassi, Patrizia Latini, Elena Talon, Gisella Valli, Vincenzo Torricelli, Neviano Dalvici, Renato Longato, Davide Rodighiero, Claudio Ambricco, Ivano Faccio, Miguel e Diego Cabassa. Omar Gioia ha partecipato agli arrangiamenti.
Renato Iannì

8 marzo 2011

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