Danza a Vienna l'erede di Bolle

Danza a Vienna l'erede di Bolle
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(4 gen) Davide Dato è stato uno dei primi ballerini del Concerto di Capodanno di Vienna, trasmesso su Rai Due il 1° gennaio.
Vent’anni, residente a Occhieppo Superiore, il giovane danzatore (che molti biellesi ricordano, ancora bambino, tra i componenti del trio “10 e Dintorni”, insieme alla sorella Greta) ha mosso i primi passi alla scuola Mania Danza, allora diretta da Debora Padovan e Matteo Pappalettera. «È stato fondamentale e decisivo il loro insegnamento - afferma Davide Dato - poiché mi hanno reso versatile, insegnandomi più tipi di danza. Inoltre, mi hanno preparato con tanta passione e duro lavoro per diversi anni consecutivi ai Campionati nazionali, che ho vinto più volte, sempre insieme a mia sorella».
Davide Dato è stato uno dei primi ballerini del Concerto di Capodanno di Vienna, trasmesso su Rai Due il 1° gennaio.
Vent’anni, residente a Occhieppo Superiore, il giovane danzatore (che molti biellesi ricordano, ancora bambino, tra i componenti del trio “10 e Dintorni”, insieme alla sorella Greta) ha mosso i primi passi alla scuola Mania Danza, allora diretta da Debora Padovan e Matteo Pappalettera. «È stato fondamentale e decisivo il loro insegnamento - afferma Davide Dato - poiché mi hanno reso versatile, insegnandomi più tipi di danza. Inoltre, mi hanno preparato con tanta passione e duro lavoro per diversi anni consecutivi ai Campionati nazionali, che ho vinto più volte, sempre insieme a mia sorella».

Ciao Biella. Da casa a Milano, poi, alla scuola M.A.S., per studiare danza classica con Ludmill Cakalli. «Questa preparazione - dice - mi ha permesso di essere pronto per tentare audizioni in prestigiose scuole internazionali, come l’Accademia Rudra Bejard di Losanna (ammesso dopo una dura selezione) e la scuola di ballo dell’Opera di Stato di Vienna».
Oggi il giovane biellese è molto più di una promessa della danza internazionale. Premio “Talento 2010” della compagnia dell’Opera di Vienna; premio “Sinfonie d’autore 2010” ad Amalfi; premio “Anita Bucchi” come migliore interprete maschile italiano nel 2010: questi alcuni dei più recenti riconoscimenti ricevuti.
Prima la scuola poi il contratto nella Compagnia dell’Opera di Vienna, con la quale danza da tre anni. Com’è stato il primo impatto nella capitale austriaca?
«Sono arrivato a Vienna e ho dovuto per prima cosa imparare il tedesco. Contemporaneamente, ho dovuto assolvere il diploma della scuola di ballo, conseguito con il massimo dei voti, e partecipare alle produzioni della compagnia. Sono stati anni duri e difficili, ma che mi hanno reso forte e autonomo».
Quali sacrifici ha dovuto fare per arrivare a danzare a questi livelli?
«Avrei fatto volentieri altri sport, come lo sci. Inoltre, ho terminato con un enorme sforzo il liceo, ottenendo la maturità a Vienna, fatta tutta in tedesco. In più, ora come ora sarebbe difficile con la mia attività proseguire gli studi all’università».
Cosa ricorda del suo debutto sul palcoscenico come ballerino della Compagnia dell’Opera di Vienna?
«Una grande emozione. Ballai uno degli amici del principe nel "Lago dei Cigni" di Rudolf Nureyev. Un ruolo molto difficile e impegnativo, ma ne ho comunque un ricordo bellissimo».
La sensazione più bella che ha provato da quando ha incominciato?
«Vedere i miei genitori fieri di me, di come sono ora, dopo tutti i sacrifici che hanno fatto».
È stato definito l’erede di Roberto Bolle. Vi conoscete? Si sente davvero il suo erede?
«Non lo conosco personalmente e, sinceramente, non mi sento il suo erede. Lui è oggi una stella internazionale, mentre per me la strada è ancora molto lunga... chissà!»
Nel mondo della danza, ha un modello al quale si ispira?
«Il mitico Nureyev, che resterà per sempre nella storia».
Un suo sogno nel cassetto?
«Desidererei che un giorno un coreografo di talento coreografasse qualcosa su misura per me».
Davide fuori scena?
«Sono una persona molto “normale”. Al momento sono impegnatissimo con la compagnia e non vedo l’ora di riposare tutte le sere e di andare a letto il prima possibile! Altrimenti amo la tecnologia e l’informatica, a volte passo delle ore in Internet».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it

4 gennaio 2011

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