«Mi sono innamorata della Burcina»
(6 dic) Alle 19.15 di venerdì, all'outlet di Angelico, sulla Trossi, sono terminate le riprese biellesi del nuovo film di Ricky Tognazzi "Tutta colpa della musica". Sul set, nel pomeriggio, oltre ai protagonisti (Marco Messeri nel ruolo di Giuseppe e Tognazzi nei panni dell'amico Nappo), anche Gianluca Belardi di Zelig e Valentino Picone della coppia Ficarra e Picone: secondo voci non confermate, infatti, sarebbero proprio i due comici - insieme con Attilio De Razza - i produttori del film. Ma a parlare, a conclusione di queste tre settimane di lavorazione a Biella, è stata la sceneggiatrice, Simona Izzo. Alle 19.15 di venerdì, all’outlet di Angelico, sulla Trossi, sono terminate le riprese biellesi del nuovo film di Ricky Tognazzi "Tutta colpa della musica". Sul set, nel pomeriggio, oltre ai protagonisti (Marco Messeri nel ruolo di Giuseppe e Tognazzi nei panni dell’amico Nappo), anche Gianluca Belardi di Zelig e Valentino Picone della coppia Ficarra e Picone: secondo voci non confermate, infatti, sarebbero proprio i due comici - insieme con Attilio De Razza - i produttori del film. Ma a parlare, a conclusione di queste tre settimane di lavorazione a Biella, è stata la sceneggiatrice, Simona Izzo.
«Prima di conoscerla - spiega Simona Izzo - mi immaginavo Biella come una città foderata di cashmere, con le strade di alpaca... Mi ero fatta l’idea di un luogo carezzevole. Poi, una volta qui, ho scoperto che è proprio così: Biella è morbida, è anche un pochino preziosa, come il cashmere, e come il cashmere è unica, può essere a tre o quattro fili, e può essere leggera o pesante... Insomma, è una città molto affettuosa, che tiene caldo.
«Mi sono innamorata delle persone (ho scoperto la grande affettuosità delle donne), dei posti, di queste montagne - dice la sceneggiatrice - e in particolare mi sono innamorata del parco della Burcina, di questa salita boschiva in cui abbiamo ambientato una parte del nostro film (inizialmente si era parlato di girare la scena della salita della “Zizzola” - così viene chiamata dai protagonisti - ad Oropa, ndr), una delle più importanti dell’intero lungometraggio, in cui Tognazzi ha un “colpo al cuore”. È stato lì che ho avuto quella che si chiama “sindrome di Stendhal”, come di fronte ad un capolavoro, arrivando perfino a soprannominare “Milva” un grande, maestoso cipresso che presenta una chioma rossa come solo Milva può avere».
Nel corso della sua permanenza a Biella, Simona Izzo ha avuto modo di conoscere la storia del «mecenate Piacenza, un “cashmerista”, lo definirei così», di scoprire che Silvia Avallone, seconda classificata al Premio Strega 2010 con il romanzo Acciaio «è di queste parti», ma anche di visitare alcuni luoghi “simbolo” della città, tra cui la torre di Palazzo Ferrero («è stata un’esperienza emozionante quella con il conte La Marmora: nella sua dimora ho potuto ammirare il più bel giardino d’inverno che abbia mai visto in vita mia») e la Fondazione Pistoletto («dove mi hanno ospitata per una ripresa televisiva»).
Simona Izzo turista l’ha invece portata a scoprire altri angoli della città e a fare shopping, a “visitare” bar e ristoranti (compresa una discoteca), negozi e outlet di cui stupisce come possa ricordarsi, uno ad uno, nomi e luoghi.
Il tutto senza trascurare il suo film: «In questa città - spiega - sono nati i miei prossimi cuccioli: due chihuahua meravigliosi che si chiamano Romeo e Giulietta (avrei voluto prenderne anche un terzo, Mercuzio, ma non posso esagerare). Ora devono ancora finire il periodo di svezzamento, poi anche loro entreranno nel “cast” di "Tutta colpa della musica", in una scena nella quale saranno in braccio all’attrice Monica Scattini (la moglie di Giuseppe, nel film, ndr).
«In definitiva - afferma - credo di aver restituito a Biella, anche se non tutto, parte di quello che questa città mi ha dato. Il sindaco ci ha accolti a braccia aperte, tutti sono stati affettuosi con noi. Ciò che mi dispiace è che, ogni tanto, quando giravamo gli esterni, poiché le troupe ingombrano, è capitato che qualcuno si sia arrabbiato perché intralciavamo il traffico. Io penso che quando uscirà il film coloro che hanno protestato capiranno che questo ingombro era solo propedeutico a raccontare la bellezza di questa città. Una città che adesso mi sento addosso, che fa parte del mio patrimonio e in cui ritornerò, magari per la “prima”».
Ora le riprese si spostano nuovamente a Torino per gli ultimi ciak. «Mi spiace lasciare queste montagne - conclude la sceneggiatrice - Di Biella mi rimarrà il sapore del cashmere, della cioccolata, della bagna caoda... E siccome è una città nella quale mi piacerebbe vivere, sono pronta a scrivere “esterno Biella” e “interno Biella” per il mio prossimo film (spero in futuro di poterne realizzare uno anche sulla storia del beato Frassati).
«Qualche giorno fa una signora mi ha detto che per conoscere un biellese ci vogliono sette anni e un mese. Smentisco questo detto: per conoscere un biellese basta molto meno di un mese...». Parola di Simona Izzo.
Nella foto, il cast con il sindaco Dino Gentile a Palazzo Ferrero.
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it
6 dicembre 2010