"Campionissimissime", in scena lo sport rosa
BIELLA - «Troppe volte siamo costretti, oggigiorno, a leggere nei fatti di cronaca come le donne siano vittime di violenza, spesso tra le mura domestiche, dove invece dovrebbero trovare conforto e protezione. In questa serata, le protagoniste saranno proprio loro, a sottolineare la loro forza, tenacia e intraprendenza. Il tutto legato a un mondo che dovrebbe sempre rimanere sano come lo sport». Questo il manifesto di cui si farà portavoce lo spettacolo “Campionissimissime”, che sarà ospitato a Ponderano domani, sabato 18 giugno, alle ore 21, al Centro Sociale di Via Mazzini.
Le “Campionissimissime” in questione sono otto donne storiche dello sport, «ognuna sorella nostra, ognuna tipica che più non si può - raccontano i curatori - Storiche nel senso che hanno vissuto la storia dello sport su toni alti e forti, frequentando, per se stesse e per tutte, i picchi e gli abissi, gli eccessi e i paradossi, la fisicità e l’evanescenza della gloria, la brutalità sublime della gara e quella talora sporca della vita. Ognuna è un caso-limite di protagonista, ognuna è controfigura di tantissime altre, nei sentimenti se non anche negli eventi, nelle voglie se non anche nelle conquiste. Le manda in scena, ognuna col suo monologo, Gian Paolo Ormezzano, giornalista sportivo di ventiquattro Olimpiadi e qui inviato speciale dentro le loro vite».
Le accompagneranno, con musiche giuste, forti immagini che sono testimonianze, ricordi, arte di movenze, allegria e tristezza di vita sofferta ed offerta. Le “Campionissimissime” fanno sorridere o piangere, affascinano e respingono, suscitano ammirazione e, talvolta, pietà. «Alla fine, si fanno amare per la loro umanità assoluta e per la specificità del loro essere donne. La prima nel tempo è la mamma ateniese che si vestì da uomo per andare allo stadio, vietato alle donne (pena la morte). L’ultima in vita è Sara Simeoni, l’italiana che è salita verso il grande blu, prima al mondo a saltare in alto due metri e un centimetro, con tenacia spesso arcigna e sorrisi sempre dolci. In mezzo Florence Griffith, la sprinter riders americana, la più veloce a correre sulla terra. E Karen Muir, la nuotatrice sudafricana bianca che l’apartheid, elaborato nel suo paese razzista contro i neri, mutilò della gloria olimpica. E Stella Walsh, che col suo complicato nome polacco vinse ai Giochi della corsa e poi recintò di vita comune da cittadina statunitense un suo mistero, sino alla morte. E Sonia Henie, norvegese, che fu bambina prodigio del pattinaggio prima di essere fatta prodigiosa di successi da una Hollywood che però non le concesse il lieto fine come nei suoi film. E la forte nuotatrice che nelle scene acquatiche fu controfigura di Jane, la compagna in film del più celebre dei Tarzan made in Usa, incarnandosi per le gare olimpiche in un figlio campione ingrato. E infine Alfonsina Strada, l’italiana che pedalò anche in un Giro d’Italia, la nostra vicina di casa molto ma molto più ambasciatrice di messaggi di sofferta eguaglianza che suffragetta da pruriginosi applausi».
Un’ora e mezza di intensa rappresentazione, per la regia di Luca Busnengo. Interpretano le “Campionissimissime”: Manuela Massarenti, Chiara Pautasso e Marlene Pietropaoli (in foto). A ingresso libero, tutte le offerte che saranno raccolte durante la serata saranno interamente devolute in beneficienza a favore della Lilt, per la prevenzione, la diagnosi precoce e la riabilitazione oncologica.
Giovanna Boglietti
BIELLA - «Troppe volte siamo costretti, oggigiorno, a leggere nei fatti di cronaca come le donne siano vittime di violenza, spesso tra le mura domestiche, dove invece dovrebbero trovare conforto e protezione. In questa serata, le protagoniste saranno proprio loro, a sottolineare la loro forza, tenacia e intraprendenza. Il tutto legato a un mondo che dovrebbe sempre rimanere sano come lo sport». Questo il manifesto di cui si farà portavoce lo spettacolo “Campionissimissime”, che sarà ospitato a Ponderano domani, sabato 18 giugno, alle ore 21, al Centro Sociale di Via Mazzini.
Le “Campionissimissime” in questione sono otto donne storiche dello sport, «ognuna sorella nostra, ognuna tipica che più non si può - raccontano i curatori - Storiche nel senso che hanno vissuto la storia dello sport su toni alti e forti, frequentando, per se stesse e per tutte, i picchi e gli abissi, gli eccessi e i paradossi, la fisicità e l’evanescenza della gloria, la brutalità sublime della gara e quella talora sporca della vita. Ognuna è un caso-limite di protagonista, ognuna è controfigura di tantissime altre, nei sentimenti se non anche negli eventi, nelle voglie se non anche nelle conquiste. Le manda in scena, ognuna col suo monologo, Gian Paolo Ormezzano, giornalista sportivo di ventiquattro Olimpiadi e qui inviato speciale dentro le loro vite».
Le accompagneranno, con musiche giuste, forti immagini che sono testimonianze, ricordi, arte di movenze, allegria e tristezza di vita sofferta ed offerta. Le “Campionissimissime” fanno sorridere o piangere, affascinano e respingono, suscitano ammirazione e, talvolta, pietà. «Alla fine, si fanno amare per la loro umanità assoluta e per la specificità del loro essere donne. La prima nel tempo è la mamma ateniese che si vestì da uomo per andare allo stadio, vietato alle donne (pena la morte). L’ultima in vita è Sara Simeoni, l’italiana che è salita verso il grande blu, prima al mondo a saltare in alto due metri e un centimetro, con tenacia spesso arcigna e sorrisi sempre dolci. In mezzo Florence Griffith, la sprinter riders americana, la più veloce a correre sulla terra. E Karen Muir, la nuotatrice sudafricana bianca che l’apartheid, elaborato nel suo paese razzista contro i neri, mutilò della gloria olimpica. E Stella Walsh, che col suo complicato nome polacco vinse ai Giochi della corsa e poi recintò di vita comune da cittadina statunitense un suo mistero, sino alla morte. E Sonia Henie, norvegese, che fu bambina prodigio del pattinaggio prima di essere fatta prodigiosa di successi da una Hollywood che però non le concesse il lieto fine come nei suoi film. E la forte nuotatrice che nelle scene acquatiche fu controfigura di Jane, la compagna in film del più celebre dei Tarzan made in Usa, incarnandosi per le gare olimpiche in un figlio campione ingrato. E infine Alfonsina Strada, l’italiana che pedalò anche in un Giro d’Italia, la nostra vicina di casa molto ma molto più ambasciatrice di messaggi di sofferta eguaglianza che suffragetta da pruriginosi applausi».
Un’ora e mezza di intensa rappresentazione, per la regia di Luca Busnengo. Interpretano le “Campionissimissime”: Manuela Massarenti, Chiara Pautasso e Marlene Pietropaoli (in foto). A ingresso libero, tutte le offerte che saranno raccolte durante la serata saranno interamente devolute in beneficienza a favore della Lilt, per la prevenzione, la diagnosi precoce e la riabilitazione oncologica.
Giovanna Boglietti