Buffa e le Olimpiadi del ‘36

Buffa e le Olimpiadi del ‘36
Pubblicato:
Aggiornato:

Federico Buffa debutta a teatro. La voce di “Storie mondiali”, reduce da uno straordinario successo, passa dalla trasmissione di Sky al sipario. In questo caso, dell’Odeon, dove domani, mercoledì 14 dicembre, alle ore 20.45, proporrà al pubblico biellese lo spettacolo “Le Olimpiadi del 1936”.

Il progetto - in città per “Biella in scena”, rassegna curata da “Il Contato del Canavese” - porta la firma di Buffa e quelle di Emilio Russo, anche alla regia con Caterina Spadaro; di Paolo Frusca e di Jvan Sica. E conta sull’accompagnamento al pianoforte di Alessandro Nidi; alla fisarmonica di Nadio Marenco; per la voce, di Cecilia Gragnani.

Federico Buffa comincerà dalla narrazione di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936. E il suo si farà racconto di sport e, insieme, di guerra. «Le storie dello sport, sono storie di uomini. Sono storie che scorrono assieme al Tempo dell’umanità, seguono i cambiamenti e i passaggi delle epoche, a volte li superano. È capitato a Berlino nel ‘36, quando Hitler e Goebbels volevano trasformare le loro Olimpiadi, o quello che credevano che fossero le “loro” Olimpiadi, nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. E invece quelle Olimpiadi costruirono i simboli più luminosi dell’uguaglianza».

A parlare è il personaggio che, tramite Buffa, diventa occhi e prospettiva dello spettacolo: si tratta di Wolfgang Fürstner, allora comandante del villaggio olimpico. Uguaglianza rima, allora, con i nomi di Cornelius Jonshon e Dave Albritton, i due atleti neri saliti sul podio del salto in alto il primo giorno di gara. E, allora, il secondo giorno qualcuno consigliò il Fuehrer sul fatto che non era più il caso di salutare personalmente gli atleti vincitori di medaglie. O con il nome di Jesse Owens, che di medaglie ne vinse addirittura quattro, due record mondiali e un record olimpico, il tutto documentato, in diretta, con le immagini di Leni Riefensthal. La sua libertà creativa ha consentito di regalare all’umanità la straordinaria smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro da lui conquistato. «Mentre in quella stessa estate del ‘36 il mondo assisteva in colpevole silenzio alla tragedia della guerra civile spagnola, e la pace scricchiolava sull’asse Roma Berlino Tokyo, le Olimpiadi illuminavano il cielo con un’altra storia, forse la più incredibile». Federico Buffa porterà sul palco dell’Odeon «le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi». Biglietti da 22 a 25 euro. Info: 0125-641161.

Giovanna Boglietti

Federico Buffa debutta a teatro. La voce di “Storie mondiali”, reduce da uno straordinario successo, passa dalla trasmissione di Sky al sipario. In questo caso, dell’Odeon, dove domani, mercoledì 14 dicembre, alle ore 20.45, proporrà al pubblico biellese lo spettacolo “Le Olimpiadi del 1936”.

Il progetto - in città per “Biella in scena”, rassegna curata da “Il Contato del Canavese” - porta la firma di Buffa e quelle di Emilio Russo, anche alla regia con Caterina Spadaro; di Paolo Frusca e di Jvan Sica. E conta sull’accompagnamento al pianoforte di Alessandro Nidi; alla fisarmonica di Nadio Marenco; per la voce, di Cecilia Gragnani.

Federico Buffa comincerà dalla narrazione di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936. E il suo si farà racconto di sport e, insieme, di guerra. «Le storie dello sport, sono storie di uomini. Sono storie che scorrono assieme al Tempo dell’umanità, seguono i cambiamenti e i passaggi delle epoche, a volte li superano. È capitato a Berlino nel ‘36, quando Hitler e Goebbels volevano trasformare le loro Olimpiadi, o quello che credevano che fossero le “loro” Olimpiadi, nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. E invece quelle Olimpiadi costruirono i simboli più luminosi dell’uguaglianza».

A parlare è il personaggio che, tramite Buffa, diventa occhi e prospettiva dello spettacolo: si tratta di Wolfgang Fürstner, allora comandante del villaggio olimpico. Uguaglianza rima, allora, con i nomi di Cornelius Jonshon e Dave Albritton, i due atleti neri saliti sul podio del salto in alto il primo giorno di gara. E, allora, il secondo giorno qualcuno consigliò il Fuehrer sul fatto che non era più il caso di salutare personalmente gli atleti vincitori di medaglie. O con il nome di Jesse Owens, che di medaglie ne vinse addirittura quattro, due record mondiali e un record olimpico, il tutto documentato, in diretta, con le immagini di Leni Riefensthal. La sua libertà creativa ha consentito di regalare all’umanità la straordinaria smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro da lui conquistato. «Mentre in quella stessa estate del ‘36 il mondo assisteva in colpevole silenzio alla tragedia della guerra civile spagnola, e la pace scricchiolava sull’asse Roma Berlino Tokyo, le Olimpiadi illuminavano il cielo con un’altra storia, forse la più incredibile». Federico Buffa porterà sul palco dell’Odeon «le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi». Biglietti da 22 a 25 euro. Info: 0125-641161.

Giovanna Boglietti

Seguici sui nostri canali