Bonus e card per migliaia di biellesi

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Bonus e card per migliaia di biellesi
Passa il pacchetto di aiuti proposto dal Governo

 
   
Dal bonus famiglie al tetto sui mutui, dalla carta acquisti alla pornotax: alla fine il governo Berlusconi ha messo il suo sigillo sul pacchetto di norme studiate per far fronte al difficile periodo economico. Venerdì, in tarda mattinata, il Consiglio dei Ministri ha infatti detto sì al decreto legge da 80 miliardi di euro, di cui 76 miliardi sono assorbiti da fondi Ue e risorse Cipe  destinati a grandi infrastrutture in programma da tempo, un programma che, nelle intenzioni del Governo, dovrà sostenere imprese e famiglie, incentivando i consumi e arginando la crisi.

Statistiche alla mano, il Pdl parla di 250 milioni di ricadute sul Piemonte e di circa 11 milioni sul Biellese. Pare probabile che le famiglie destinatarie del bonus da 200 a mille euro saranno, in tutta la provincia, diverse migliaia: solo nella città di Biella, infatti, sono circa 10mila i contribuenti che vivono con meno di 15mila euro all'anno, anche se bisogna considerare che, con questo reddito, solo gli appartenenti a nuclei famigliari composti da una sola persona avranno diritto al bonus; oltre a ciò, i numeri biellesi Inps 2007 dicono che, su un totale di quasi 79mila pensioni in pagamento, 10.372 sono integrate al minimo (pari al 13,1% sul totale). In tal senso qualche primo dato preciso arriva dall'ex presidente della Regione, senatore Enzo Ghigo, secondo cui «saranno almeno 300 mila le famiglie piemontesi che riceveranno il bonus compreso tra 200 e 1.000 euro, a seconda del reddito». «In Piemonte -  aggiunge il coordinatore regionale Fi-Pdl - arriveranno oltre 150 milioni di euro che potranno essere spesi per i consumi in questo periodo natalizio, dando un aiuto anche al commercio e a tutta l'economia». La carta acquisti, il "bancomat" che metterà a disposizione 40 euro al mese per spesa alimentare e bollette, andrà invece «a 80 mila anziani piemontesi o famiglie a basso reddito - chiarisce Ghigo -, con un valore complessivo del sostegno che arriva in Piemonte è di 9 milioni 600mila euro, di cui 3 milioni e 600mila nella sola città di Torino».

Secondo il senatore biellese del Pdl Gilberto Pichetto, i benefici ricadranno in modo diffuso anche sulle imprese: «Dal piano le aziende piemontesi ricaveranno risparmi fiscali per 80 milioni di euro - spiega -. Si tratta quindi di misure che metteranno in condizione il nostro sistema produttivo di resistere alla situazione di crisi, in attesa che la ripresa si affacci sui mercati mondiali». «Sono stati mantenuti gli impegni contenuti nel programma elettorale - aggiunge Pichetto -, nonostante le evidenti difficoltà della finanza  pubblica, proprio perché l'anticipazione dell'Iva al momento di emissione della fattura era una misura non solo iniqua, ma anche un pesante fardello per le aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni».

E intanto, mentre l'opposizione Pd parla di «ennesima manovra-spot», la Cgil continua a confermare lo sciopero generale previsto per il 12 dicembre («Al momento non c'è la svolta che chiedevamo», ha dichiarato nei giorni scorsi Guglielmo Epifani), una prima apertura arriva da Confartigianato, che definisce le misure anti-crisi «uno sforzo apprezzabile per sostenere l'economia reale in questa difficile fase congiunturale».

Sul territorio, tuttavia, c'è chi non la pensa allo stesso modo. Il presidente dell'Ascom Mario Novaretti spiega che «la social card è un piccolo passo, ma che per incentivare i consumi meglio sarebbe stata la defiscalizzazione delle tredicesime».

«Si tratta di un piano che non ha un valore strutturale - afferma l'assessore alle Politiche sociali del comune di Biella Nicoletta Favero -, ma che serve come semplice "tampone". I veri problemi lamentati dalle persone con cui noi lavoriamo ogni giorno sono concreti: la casa, il lavoro... Bisogna avere il coraggio di affrontare seriamente questi temi, anziché dare delle "aspirine" che calmano temporaneamente il dolore. Un esempio? Creiamo infrastrutture: è un ottimo mezzo di creazione di posti di lavoro».  «L'opzione era chiara: o riforme strutturali o provvedimenti anticiclici - afferma il senatore Pichetto -. Ebbene, la scelta è caduta sulla seconda alternativa, per cui è ovvio che si tratta di misure che tentano di risolvere in modo puntuale alcuni disagi, tamponando la situazione e tenendo allo stesso tempo  i conti a posto».

Veronica Balocco 

2 dicembre 2008 

    

 

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