Il sindaco sugli sci fino a Mera

Il sindaco sugli sci fino a Mera
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(25 feb) Una zona incantevole, selvaggia, frequentata da pochi, con montagne che, se si salgono fino alla cima, promettono paesaggi mozzafiato. Ma d’inverno chi si reca in questi luoghi silenziosi e immersi nella natura, tra le stazioni sciistiche di Bielmonte e di Mera, deve fare molta attenzione, poiché in seguito alle nevicate il pericolo di slavine è dietro l’angolo. Proprio come ha fatto il sindaco di Massimo Biasetti (nella foto con la comitiva), che conosce l’area come le proprie tasche, nell’intento di dimostrare l’irrealizzabilità di un’opera, quella del collegamento delle due stazioni attraverso un’ovovia, non semplice da progettare e con spese enormi. E che forse chiederebbe troppo a quella vasta zona di montagna dove l’uomo non è ancora arrivato a costruire, poiché le ruspe dovrebbero lavorare mesi, forse anni, per rendere piste da sci quei pendii ripidi e pieni di curve. (25 feb) Una zona incantevole, selvaggia, frequentata da pochi, con montagne che, se si salgono fino alla cima, promettono paesaggi mozzafiato. Ma d’inverno chi si reca in questi luoghi silenziosi e immersi nella natura, tra le stazioni sciistiche di Bielmonte e di Mera, deve fare molta attenzione, poiché in seguito alle nevicate il pericolo di slavine è dietro l’angolo. Proprio come ha fatto il sindaco di Massimo Biasetti, che conosce l’area come le proprie tasche, nell’intento di dimostrare l’irrealizzabilità di un’opera, quella del collegamento delle due stazioni attraverso un’ovovia, non semplice da progettare e con spese enormi. E che forse chiederebbe troppo a quella vasta zona di montagna dove l’uomo non è ancora arrivato a costruire, poiché le ruspe dovrebbero lavorare mesi, forse anni, per rendere piste da sci quei pendii ripidi e pieni di curve.
Geologo e maestro di sci, Biasetti ha invitato amministratori e cittadini a vedere da vicino quei luoghi, perché tutti possano capire a cosa si andrebbe incontro se si decidesse di collegare Bielmonte alla Valsesia. E così domenica scorsa, con partenza alle 7,30 dal Bocchetto Sessera, a 1350 metri di quota, una piccola comitiva (nella foto) lo ha seguito fino alla stazione sciistica di Mera, con sette ore di salite e discese, percorrendo un totale di 20 chilometri. «Avremmo dovuto essere una ventina - spiega il “primo cittadino” -. Tuttavia molti, nonostante il bel tempo, si sono tirati indietro, vista l’incertezza sul pericolo di slavine in seguito all’ultima nevicata, che ha depositato circa 50 centimetri di neve fresca. Sarebbe venuto anche il presidente della Provincia di Biella, Roberto Simonetti, ma non pratica lo sci. Era però presente un tecnico addetto ai lavori della stazione di Bielmonte, insieme a tre scialpinisti incuriositi. Non si è invece fatto sentire il consigliere di minoranza, Piero Casula, favorevole al collegamento...».
«Una volta partiti - prosegue Biasetti - siamo scesi alla Casa del pescatore, a 1100 metri, per poi risalire alla cima dell’Asnass, a 2050 metri, dalla quale nei giorni scorsi si era tra l’altro staccata una slavina. Quindi siamo scesi al Bocchetto della Balma delle Basse, dove abbiamo potuto notare che di recente si erano staccate altre slavine, passando dall’alpe Cusogna, fino al fondovalle, in prossimità del torrente Dolca, di nuovo a 1100 metri. Siamo in seguito risaliti, percorrendo il ripido versante dell’Alpe dei lavaggi, per arrivare a Mera, sulla cresta dove termina la seggiovia Bimella, a 1750 metri».
«Si dovrebbero fare almeno 13 chilometri di impianti - continua il sindaco -. Un’opera di proporzioni enormi, con costi che si aggirerebbero intorno ai 50 milioni di euro. Ma soprattutto l’intera area, che è considerata protetta poiché rientra nell’elenco dei Siti di interesse comunitario, verrebbe devastata: ci sono punti in contropendenza che, perché diventino piste da sci, andrebbero sbancati». Un lavoro non semplice, quindi. «Prima di parlarne - conclude Biasetti -, invito tutti gli amministratori a fare un giro da queste parti per conoscere la zona». L’altro giorno a rispondere all’appello erano sono in cinque.
nicola muzio

25 febbraio 2010

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