Biella Jazz Club, sette giorni per festeggiare “i cinquanta”

Biella Jazz Club, sette giorni per festeggiare “i cinquanta”
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BIELLA - Cinquant’anni. E quel pianoforte, sul palco della sede di Palazzo Ferrero, che ne è quasi metafora. Perché i suoi tasti sono stati sfiorati da tante mani talentuose e al suo sgabello si sono seduti i più importanti musicisti a livello internazionale. Tanti ne ha visti, il pianoforte del Biella Jazz Club; così si sono accumulati gli anni - da quel luglio 1966 - che ne hanno costruito la storia. 
Chet Baker, Keith Jarrett, Oscar Peterson, Bill Evans, Massimo Urbani. Questi alcuni dei “grandi” del jazz che hanno calcato il raccolto angolo dove troneggia il piano del Biella Jazz Club. Uno dei più antichi, se non il più antico, d’Italia. Che, per dare lustro a fondatori, ospiti, curatori del passato, vuole festeggiare nel presente, come si deve, la ricorrenza. E, per la buona riuscita, invita i biellesi a partecipare. Ad affollare la sua sede, piccina sì (i posti a sedere sono al massimo 95) ma adatta all’atmosfera che vuole il genere musicale. 
«“Biella Jazz 50 Festival” si svolgerà nella nostra sede di Palazzo Ferrero per varie ragioni ma soprattutto perché qui sta il centro della questione, perché qui avviene tutto - spiega Max Tempia - La costruzione del programma, della quale si è occupato Massimo Serra, è stata complicata, perché conta tanti grandi artisti che vengono spesso da noi ed è stato difficile scegliere “chi”».
Scelta, in ogni caso, è stata fatta. Anche grazie a chi sostiene lo speciale Festival dei 50 del Biella Jazz, finanziato da Fondazione Crb e Crt, da main sponsor quali Ford Nuova Assauto e Menabrea e che si fregia del patrocinio del Consorzio Piemonte Jazz, e di Città di Biella e Biella Turismo. 
Il programma. Ma quando si darà il “la” alle note per le celebrazioni? Ebbene, il Festival si svolgerà dal 21 al 26 marzo prossimi, alle ore 21.30.  
Martedì 21, su il sipario con il Silvia Zaru Quartet, la cui “voce” è anche docente di pianoforte e si è esibita con musicisti del calibro di Enrico Intra, Attilio Zanchi e Massimo Colombo. 
Mercoledì 22, aprirà la serata il giovane sassofonista biellese Riccardo Sala, finalista al prestigioso concorso “Bettinardi”. Seguirà l’esibizione di Daniel Peraza, con il suo “Cuban Project”, fatto dei ritmi dell’Avana, del jazz e del blues della chitarra elettrica.
Giovedì 23, spazio alla musica balcanica dei Nema Problema Orkestar, esuberante formazione che conta sulla “presenza” di fiati e percussioni capaci di fondere o alternare klezmer, jazz, rock, caraibico e classico, per una resa a metà tra il popolare e il groove. 
 I “pezzi grossi”. Da venerdì 24, si aprirà la finestra dei big tra i big. Il Franco D’Andrea Piano Trio conta, infatti, sul talento del pianista Franco D’Andrea, che - con 19 premi Top Jazz vinti nella sua carriera - si è più volte aggiudicato il titolo di “Musicista italiano dell’anno”, l’ultimo solo nel 2016. Seguirà dj set a Hydro, in via Serralunga.
Quella di sabato 25, invece, sarà una serata di omaggio a Stevie Wonder, attraverso la musica di Dado Moroni e Max Ionata, quest’ultimo per la prima volta ospite al Biella Jazz. 
Moroni, pianista, è entrato a far parte della scena jazz di New York dagli anni Novanta e, lì, suona nei club più prestigiosi, come il Blue Note. Tra le sue collaborazioni, Moroni conta quelle con Ornella Vanoni e Karima. Ionata, invece, è considerato uno dei maggiori sassofonisti italiani. Acclamatissimo in Giappone, ha collaborato con “stelle” quali Robin Eubanks, Reuben Rogers e Clarence Penn.
Exploit nella proposta del Festival, quello di domenica 26, con il tris Tri(o)kalà, formato da Rita Marcotulli, compositrice e pianista insignita negli anni di premi anche cinematografici come il Nastro d’Argento e il David di Donatello; Ares Tavolazzi, bassista e contrabbassista che vanta registrazioni con artisti quali Lucio Battisti, Mina e Vinicio Capossela; infine, dal batterista Alfredo Golino, che ha militato nella prestigiosa Orchestra Rai di Milano, vecchio amico del Biella Jazz.
Manca un libro. Il Biella Jazz Club, dunque, prepara il palco. Tempia: «Ma coltiviamo ancora l’idea di un libro che lasci testimonianza reale al territorio di ciò che è stato». 
Giovanna Boglietti    

BIELLA - Cinquant’anni. E quel pianoforte, sul palco della sede di Palazzo Ferrero, che ne è quasi metafora. Perché i suoi tasti sono stati sfiorati da tante mani talentuose e al suo sgabello si sono seduti i più importanti musicisti a livello internazionale. Tanti ne ha visti, il pianoforte del Biella Jazz Club; così si sono accumulati gli anni - da quel luglio 1966 - che ne hanno costruito la storia. 
Chet Baker, Keith Jarrett, Oscar Peterson, Bill Evans, Massimo Urbani. Questi alcuni dei “grandi” del jazz che hanno calcato il raccolto angolo dove troneggia il piano del Biella Jazz Club. Uno dei più antichi, se non il più antico, d’Italia. Che, per dare lustro a fondatori, ospiti, curatori del passato, vuole festeggiare nel presente, come si deve, la ricorrenza. E, per la buona riuscita, invita i biellesi a partecipare. Ad affollare la sua sede, piccina sì (i posti a sedere sono al massimo 95) ma adatta all’atmosfera che vuole il genere musicale. 
«“Biella Jazz 50 Festival” si svolgerà nella nostra sede di Palazzo Ferrero per varie ragioni ma soprattutto perché qui sta il centro della questione, perché qui avviene tutto - spiega Max Tempia - La costruzione del programma, della quale si è occupato Massimo Serra, è stata complicata, perché conta tanti grandi artisti che vengono spesso da noi ed è stato difficile scegliere “chi”».
Scelta, in ogni caso, è stata fatta. Anche grazie a chi sostiene lo speciale Festival dei 50 del Biella Jazz, finanziato da Fondazione Crb e Crt, da main sponsor quali Ford Nuova Assauto e Menabrea e che si fregia del patrocinio del Consorzio Piemonte Jazz, e di Città di Biella e Biella Turismo. 
Il programma. Ma quando si darà il “la” alle note per le celebrazioni? Ebbene, il Festival si svolgerà dal 21 al 26 marzo prossimi, alle ore 21.30.  
Martedì 21, su il sipario con il Silvia Zaru Quartet, la cui “voce” è anche docente di pianoforte e si è esibita con musicisti del calibro di Enrico Intra, Attilio Zanchi e Massimo Colombo. 
Mercoledì 22, aprirà la serata il giovane sassofonista biellese Riccardo Sala, finalista al prestigioso concorso “Bettinardi”. Seguirà l’esibizione di Daniel Peraza, con il suo “Cuban Project”, fatto dei ritmi dell’Avana, del jazz e del blues della chitarra elettrica.
Giovedì 23, spazio alla musica balcanica dei Nema Problema Orkestar, esuberante formazione che conta sulla “presenza” di fiati e percussioni capaci di fondere o alternare klezmer, jazz, rock, caraibico e classico, per una resa a metà tra il popolare e il groove. 
 I “pezzi grossi”. Da venerdì 24, si aprirà la finestra dei big tra i big. Il Franco D’Andrea Piano Trio conta, infatti, sul talento del pianista Franco D’Andrea, che - con 19 premi Top Jazz vinti nella sua carriera - si è più volte aggiudicato il titolo di “Musicista italiano dell’anno”, l’ultimo solo nel 2016. Seguirà dj set a Hydro, in via Serralunga.
Quella di sabato 25, invece, sarà una serata di omaggio a Stevie Wonder, attraverso la musica di Dado Moroni e Max Ionata, quest’ultimo per la prima volta ospite al Biella Jazz. 
Moroni, pianista, è entrato a far parte della scena jazz di New York dagli anni Novanta e, lì, suona nei club più prestigiosi, come il Blue Note. Tra le sue collaborazioni, Moroni conta quelle con Ornella Vanoni e Karima. Ionata, invece, è considerato uno dei maggiori sassofonisti italiani. Acclamatissimo in Giappone, ha collaborato con “stelle” quali Robin Eubanks, Reuben Rogers e Clarence Penn.
Exploit nella proposta del Festival, quello di domenica 26, con il tris Tri(o)kalà, formato da Rita Marcotulli, compositrice e pianista insignita negli anni di premi anche cinematografici come il Nastro d’Argento e il David di Donatello; Ares Tavolazzi, bassista e contrabbassista che vanta registrazioni con artisti quali Lucio Battisti, Mina e Vinicio Capossela; infine, dal batterista Alfredo Golino, che ha militato nella prestigiosa Orchestra Rai di Milano, vecchio amico del Biella Jazz.
Manca un libro. Il Biella Jazz Club, dunque, prepara il palco. Tempia: «Ma coltiviamo ancora l’idea di un libro che lasci testimonianza reale al territorio di ciò che è stato». 
Giovanna Boglietti    

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