Artisti da storia, quei biellesi del Novecento

BIELLA - Un omaggio alla pittura e alla scultura degli artisti biellesi del ‘900, per la prima volta riuniti insieme in una bella mostra nelle sale della Prefettura. E’ il regalo che il Palazzo del Governo di Biella ha pensato per i suoi cittadini nella settimana di Natale. 14 artisti, tutti nati a metà degli anni ‘30, che con i loro linguaggi e i loro successi, anche a livello internazionale, hanno lasciato una significativa presenza sul territorio. Ognuno diverso, con un proprio stile e differente personalità, ma tutti accomunati dalla passione per l’arte in un momento storico ed economico particolarmente felice per la nostra provincia, quello compreso tra gli anni ‘50 e ‘70. Qualcuno biellese di nascita, qualcun altro di adozione, tutti hanno trovato nella nostra città un ambiente vivace e stimolante. Alcuni di loro hanno anche deciso di formare un gruppo eterogeneo ma con importanti progetti comuni che hanno portato alla realizzazione di opere decisamente particolari, come ad esempio l’interno della Chiesa di San Francesco, meglio conosciuta come la Chiesa dell’Ospedale. Ed eccoli i nomi presenti in questa collettiva curata da Alessandra Montanera con la collaborazione di Susanna Platinetti (in qualità di rappresentante degli eredi che hanno concesso l’esposizione delle opere), del prefetto vicario Patrizia Bianchetto e del capo di gabinetto della Prefettura Cristina Lanini: dalle espressive sculture in bronzo di Franceschino Barbera, detto Sandrùn, al torinese Mario Carletti, presente con l’autoritratto e con la sua figura femminile con il cappello di paglia che ricorda alcune donne di Matisse; dal pesarese Giancarlo Cori con i suoi moderni scorci urbani degli anni ‘70 alleggeriti da aquiloni e palloncini, al biellese Franco Costa, con i suoi paesaggi cupi ma brillanti, e la Ma- donna Nera sullo sfondo a mosaico che lo avvicina ai cubisti e agli astrattisti.?Nei due saloni della Prefettura di via Repubblica, la mostra prosegue con le chine acquarellate e le acqueforti dell’incisore biellese Enrico Gaudino, e con le tele surreali e meta- fisiche di Imer Guala (Il secondo compagno di Ulisse e La Parigina); mentre i toni pastello e la pennellata sfumata di Francesco Monzeglio rimandano alla pittura del tardo Ottocento nella Primavera e nella Nevicata. Ecco Guido Mosca, con la sua imponente visione astratta di Oropa o il suo ritratto di Peone realizzato durante i viaggi in Sudamerica; per arrivare quindi a Fulvio Platinetti, alle sue tipiche donne del sud vestite di scuro, e ai suoi muri “sporcati” e baciati dal sole, in cui una finestra chiusa diventa l’elemento principale. Un paesaggio con neve e una natura morta sono le due opere pittoriche di Epifanio Pozzato, pittore biellese che si fece apprezzare nell’ambiente artistico milanese, mentre Pippo Pozzi, che partecipò a diverse Biennali di Venezia e Quadriennali di Roma, è presente con un Paesaggio e con Il circo, di più chiara ispirazione espressionista. Pulsante e comunicativo è stato definito Armando Santi, scomparso lo scorso anno, del quale possiamo ammirare lo squillante Carnevale di Venezia e il tranquillo Paesaggio andaluso. Per terminare questa suggestiva carrellata di opere d’arte con lo sguardo intenso del ritratto di Celso Tempia alla moglie Brunilde, accanto al ridente paesaggio ligure (Ceriana); e con le particolarissime sculture in ferro battuto di Mario Taragni, detto Il Barba, che sembrano spiccare il volo. Dopo il successo della mostra autunnale “Matite di guerra”, la Prefettura di Biella trova così un’altra prestigiosa occasione per farsi conoscere più da vicino, per avvicinare la popolazione e farsi maggiormente sentire come parte viva e pulsante della città. Sede: Sala di rappresentanza del Palazzo di Governo, via Repubblica, Biella?Quando: fino a venerdì 23 dicembre 2016?Orari: ingresso libero lunedì, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30; venerdì dalle 10 alle 12
Luisa Benedetti
BIELLA - Un omaggio alla pittura e alla scultura degli artisti biellesi del ‘900, per la prima volta riuniti insieme in una bella mostra nelle sale della Prefettura. E’ il regalo che il Palazzo del Governo di Biella ha pensato per i suoi cittadini nella settimana di Natale. 14 artisti, tutti nati a metà degli anni ‘30, che con i loro linguaggi e i loro successi, anche a livello internazionale, hanno lasciato una significativa presenza sul territorio. Ognuno diverso, con un proprio stile e differente personalità, ma tutti accomunati dalla passione per l’arte in un momento storico ed economico particolarmente felice per la nostra provincia, quello compreso tra gli anni ‘50 e ‘70. Qualcuno biellese di nascita, qualcun altro di adozione, tutti hanno trovato nella nostra città un ambiente vivace e stimolante. Alcuni di loro hanno anche deciso di formare un gruppo eterogeneo ma con importanti progetti comuni che hanno portato alla realizzazione di opere decisamente particolari, come ad esempio l’interno della Chiesa di San Francesco, meglio conosciuta come la Chiesa dell’Ospedale. Ed eccoli i nomi presenti in questa collettiva curata da Alessandra Montanera con la collaborazione di Susanna Platinetti (in qualità di rappresentante degli eredi che hanno concesso l’esposizione delle opere), del prefetto vicario Patrizia Bianchetto e del capo di gabinetto della Prefettura Cristina Lanini: dalle espressive sculture in bronzo di Franceschino Barbera, detto Sandrùn, al torinese Mario Carletti, presente con l’autoritratto e con la sua figura femminile con il cappello di paglia che ricorda alcune donne di Matisse; dal pesarese Giancarlo Cori con i suoi moderni scorci urbani degli anni ‘70 alleggeriti da aquiloni e palloncini, al biellese Franco Costa, con i suoi paesaggi cupi ma brillanti, e la Ma- donna Nera sullo sfondo a mosaico che lo avvicina ai cubisti e agli astrattisti.?Nei due saloni della Prefettura di via Repubblica, la mostra prosegue con le chine acquarellate e le acqueforti dell’incisore biellese Enrico Gaudino, e con le tele surreali e meta- fisiche di Imer Guala (Il secondo compagno di Ulisse e La Parigina); mentre i toni pastello e la pennellata sfumata di Francesco Monzeglio rimandano alla pittura del tardo Ottocento nella Primavera e nella Nevicata. Ecco Guido Mosca, con la sua imponente visione astratta di Oropa o il suo ritratto di Peone realizzato durante i viaggi in Sudamerica; per arrivare quindi a Fulvio Platinetti, alle sue tipiche donne del sud vestite di scuro, e ai suoi muri “sporcati” e baciati dal sole, in cui una finestra chiusa diventa l’elemento principale. Un paesaggio con neve e una natura morta sono le due opere pittoriche di Epifanio Pozzato, pittore biellese che si fece apprezzare nell’ambiente artistico milanese, mentre Pippo Pozzi, che partecipò a diverse Biennali di Venezia e Quadriennali di Roma, è presente con un Paesaggio e con Il circo, di più chiara ispirazione espressionista. Pulsante e comunicativo è stato definito Armando Santi, scomparso lo scorso anno, del quale possiamo ammirare lo squillante Carnevale di Venezia e il tranquillo Paesaggio andaluso. Per terminare questa suggestiva carrellata di opere d’arte con lo sguardo intenso del ritratto di Celso Tempia alla moglie Brunilde, accanto al ridente paesaggio ligure (Ceriana); e con le particolarissime sculture in ferro battuto di Mario Taragni, detto Il Barba, che sembrano spiccare il volo. Dopo il successo della mostra autunnale “Matite di guerra”, la Prefettura di Biella trova così un’altra prestigiosa occasione per farsi conoscere più da vicino, per avvicinare la popolazione e farsi maggiormente sentire come parte viva e pulsante della città. Sede: Sala di rappresentanza del Palazzo di Governo, via Repubblica, Biella?Quando: fino a venerdì 23 dicembre 2016?Orari: ingresso libero lunedì, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30; venerdì dalle 10 alle 12
Luisa Benedetti