Arianna, mima-ballerina alla Scala

Arianna, mima-ballerina alla Scala
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Mima-ballerina. È così che, in gergo, può essere descritto il suo ruolo. Un nome composto che accosta le due anime alle quali lei, Arianna Quartesan, dovrà dare risalto. Quando, a raccontare la sua storia, saranno i passi che muoverà sul prestigioso palco del Teatro alla Scala di Milano. Quando, su quel palco, avrà realizzato il suo sogno di bambina, tesa sulle punte. 
La biellese, 23 anni di Valle Mosso, lavora come insegnante a Spazio Danza Biella e collabora con l’associazione culturale “Fucina Territoriale Biellese”. Da domenica - 26 febbraio -, sarà alla Scala come componente del gruppo dei “mimi-ballerini”, che si esibiranno, con il corpo di ballo del Teatro, in occasione della messa in scena de “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Un evento nell’evento, dal momento che - racconta Arianna - «è dal 1992 che non si tiene alla Scala “La Traviata”». 
Spettacolo di caratura mondiale, quello che l’attende - da qui alla metà di marzo, come recita il palinsesto - e che si presenta dall’alto di nomi di fama internazionale: Liliana Cavani firma una regia sontuosa, con le scene di Dante Ferretti. La protagonista, Violetta Valery, è Anna Netrebko, il soprano più acclamato del nostro tempo; al suo fianco, l’Alfredo Germont del tenore Francesco Meli e il grande baritono Leo Nucci, che invece dà voce al personaggio di Giorgio Germont. Il direttore d’orchestra sarà Nello Santi, depositario della più autentica tradizione italiana, che alla Scala ha diretto una volta sola, nel 1971. 
Attorno a loro, forze del movimento e della leggiadria, un turbinare di danzatori, compresi i “mimi-ballerini”. Compresa Arianna Quartesan. «In quanto “mimi-ballerini”, danziamo come il corpo di ballo, ma abbiamo anche parti recitate. In pratica, restiamo sempre in scena, dal primo al terzo atto».
E la presenza di Arianna non passerà inosservata: nel primo atto, la biellese coprirà il ruolo di fidanzata del visconte Gastone de Letorières, colui che, nell’opera, presenta a Violetta il suo futuro innamorato, Alfredo. «Nel secondo atto, i “mimi-ballerini” rappresenteranno, poi, il presagio della morte di Violetta, con il viso coperto da una maschera di uccello, segno di presenze inquietanti. Infine, nel terzo e ultimo atto, parteciperemo alla festa di Carnevale, che impazza mentre Violetta, che sta per morire, la osserva da lontano».  
Un “silenzio” lungo tre anni. Ma com’è arrivata, Arianna Quartesan, a ballare alla Scala? «È la prima volta che ballo per un’opera alla Scala - dice - Ho superato un’audizione generale, nel 2014. Ma non sono mai stata chiamata. Fino ad ora: dopo tre anni di “silenzio”, a dicembre, ho sostenuto un’audizione per questa opera, ed è andata bene. Credo che, tre anni fa, fossi ancora troppo giovane: i ballerini d’opera alla Scala hanno dai 25 anni in su, oggi ho un’età vicina al minimo richiesto». E così, eccola alle prove, a Milano: ogni giorno, dalle 10 alle 19. «Sono davvero contenta. Aspettavo con ansia questa opportunità. E pensare che alle audizioni eravamo in quaranta donne. Ne avrebbero prese solo sette...».
L’ingresso alla Scala, che durerà il tempo del contratto dell’opera, è per Arianna Quartesan ciò che vale per qualsiasi altro danzatore in Italia: il coronamento di un percorso fatto di lavoro e sacrificio. Arianna balla dall’età di sei anni, ricorda di aver studiato danza classica al Teatro Nuovo di Torino e aggiunge che sta seguendo lì un corso di “danzatore contemporaneo”, con cui potrà diventare professionista. Ma, ora, è tempo di Traviata: anteprima del 26, poi dal 28 febbraio al 14 marzo le recite. E tutti quei passi, attorno a Violetta e al suo straziante: «Amami, Alfredo».
Giovanna Boglietti  

Mima-ballerina. È così che, in gergo, può essere descritto il suo ruolo. Un nome composto che accosta le due anime alle quali lei, Arianna Quartesan, dovrà dare risalto. Quando, a raccontare la sua storia, saranno i passi che muoverà sul prestigioso palco del Teatro alla Scala di Milano. Quando, su quel palco, avrà realizzato il suo sogno di bambina, tesa sulle punte. 
La biellese, 23 anni di Valle Mosso, lavora come insegnante a Spazio Danza Biella e collabora con l’associazione culturale “Fucina Territoriale Biellese”. Da domenica - 26 febbraio -, sarà alla Scala come componente del gruppo dei “mimi-ballerini”, che si esibiranno, con il corpo di ballo del Teatro, in occasione della messa in scena de “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Un evento nell’evento, dal momento che - racconta Arianna - «è dal 1992 che non si tiene alla Scala “La Traviata”». 
Spettacolo di caratura mondiale, quello che l’attende - da qui alla metà di marzo, come recita il palinsesto - e che si presenta dall’alto di nomi di fama internazionale: Liliana Cavani firma una regia sontuosa, con le scene di Dante Ferretti. La protagonista, Violetta Valery, è Anna Netrebko, il soprano più acclamato del nostro tempo; al suo fianco, l’Alfredo Germont del tenore Francesco Meli e il grande baritono Leo Nucci, che invece dà voce al personaggio di Giorgio Germont. Il direttore d’orchestra sarà Nello Santi, depositario della più autentica tradizione italiana, che alla Scala ha diretto una volta sola, nel 1971. 
Attorno a loro, forze del movimento e della leggiadria, un turbinare di danzatori, compresi i “mimi-ballerini”. Compresa Arianna Quartesan. «In quanto “mimi-ballerini”, danziamo come il corpo di ballo, ma abbiamo anche parti recitate. In pratica, restiamo sempre in scena, dal primo al terzo atto».
E la presenza di Arianna non passerà inosservata: nel primo atto, la biellese coprirà il ruolo di fidanzata del visconte Gastone de Letorières, colui che, nell’opera, presenta a Violetta il suo futuro innamorato, Alfredo. «Nel secondo atto, i “mimi-ballerini” rappresenteranno, poi, il presagio della morte di Violetta, con il viso coperto da una maschera di uccello, segno di presenze inquietanti. Infine, nel terzo e ultimo atto, parteciperemo alla festa di Carnevale, che impazza mentre Violetta, che sta per morire, la osserva da lontano».  
Un “silenzio” lungo tre anni. Ma com’è arrivata, Arianna Quartesan, a ballare alla Scala? «È la prima volta che ballo per un’opera alla Scala - dice - Ho superato un’audizione generale, nel 2014. Ma non sono mai stata chiamata. Fino ad ora: dopo tre anni di “silenzio”, a dicembre, ho sostenuto un’audizione per questa opera, ed è andata bene. Credo che, tre anni fa, fossi ancora troppo giovane: i ballerini d’opera alla Scala hanno dai 25 anni in su, oggi ho un’età vicina al minimo richiesto». E così, eccola alle prove, a Milano: ogni giorno, dalle 10 alle 19. «Sono davvero contenta. Aspettavo con ansia questa opportunità. E pensare che alle audizioni eravamo in quaranta donne. Ne avrebbero prese solo sette...».
L’ingresso alla Scala, che durerà il tempo del contratto dell’opera, è per Arianna Quartesan ciò che vale per qualsiasi altro danzatore in Italia: il coronamento di un percorso fatto di lavoro e sacrificio. Arianna balla dall’età di sei anni, ricorda di aver studiato danza classica al Teatro Nuovo di Torino e aggiunge che sta seguendo lì un corso di “danzatore contemporaneo”, con cui potrà diventare professionista. Ma, ora, è tempo di Traviata: anteprima del 26, poi dal 28 febbraio al 14 marzo le recite. E tutti quei passi, attorno a Violetta e al suo straziante: «Amami, Alfredo».
Giovanna Boglietti  

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