Interevista

Alessandro Barbero: "Dai Ciompi ai Tuchini e perché ho scelto Candelo"

Oggi, 28 dicembre, lo storico presenta il suo libro "All'arme! All'arme! I priori fanno carne!" nella biblioteca di Biella

Alessandro Barbero: "Dai Ciompi ai Tuchini e perché ho scelto Candelo"
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Il titolo è curioso: “All’arme! All’arme! I priori fanno carne!”. E per capirlo occorre riandare al 20 luglio del 1378: siamo a Firenze in piena rivolta operaia dei Ciompi, una delle tante che infiammano l’Europa nel corso del Trecento. Il grido viene lanciato da una persona che si è trovata dove non avrebbe dovuto essere: è un orologiaio durante i duri interrogatori ai quali i priori sottoponevano alcuni operai, sospettati di preparare la rivolta, nel segreto di Palazzo Vecchio. Segreto, o quasi...

L’incontro.Quello dei Ciompi è uno dei quattro episodi di rivolta popolare contenuti appunto nel volume così intitolato, edito da Laterza, che è stato scritto dal famoso storico Alessandro Barbero (in foto). Proprio il professor Barbero sarà a Biella oggi - giovedì 28 dicembre -, alle ore 18, per parlarne (ingresso libero fino a esaurimento posti). Qui anticipa a “Eco” alcune riflessioni, dal Trecento a oggi.

L'intervista ad Alessandro Barbero

Rivolte o rivoluzioni? Partiamo dal cuore dell’indagine storica. Nel 1358 si verifica la Jacquerie, nel 1378 il tumulto dei Ciompi, nel 1381 l’insurrezione inglese, nel 1386 la rivolta dei Tuchini, nel vicino Canavese. Quattro grandi rivolte datate seconda metà del Trecento, in Italia e non solo. Quattro “rivolte fallite”, potremmo dire, che Alessandro Barbero racconta partendo da un presupposto importante: erano state animate da un obiettivo consapevole, riflettevano cioè una coscienza di classe. Dunque, chi erano i rivoltosi di allora e, fatte salve le differenze, c’è qualcosa che le accomuna o spiega in qualche modo?

Risponde Barbero: «Sono tutte rivolte delle classi inferiori della società, quelle escluse dal potere, la gente abituata a lavorare e pagare, e che improvvisamente mette in discussione le disuguaglianze su cui si fonda la società. Con la differenza che in paesi come la Francia o l’Inghilterra, ma anche il Canavese dei Tuchini, gli esclusi sono la grande maggioranza degli abitanti, non solo contadini ma artigiani, gente non solo povera ma anche agiata; nella Firenze dei Ciompi, invece, dove c’è un governo “largo” a cui partecipa una grossa fetta della popolazione, gli esclusi sono specificamente gli operai dell’industria tessile».

Un accenno al Biellese: Barbero ha scelto il Ricetto di Candelo per il video che racconta il libro; dunque, in futuro potrebbe scrivere qualcosa che riguardi specificamente il territorio o proprio il Ricetto? Non lo esclude: «Proprio perché il futuro è misterioso, non mettiamo limiti a quel che potrebbe succedere!».

L'intervista completa in edicola oggi, giovedì 28 dicembre, su Eco di Biella.

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