Alberto Schiapparelli: «Questo sono io... e ora ve lo canto»
Il chitarrista delle Schegge Sparse e dei This Gust firma il suo secondo album e racconta in dodici brani vita vissuta tra pop, rock e blues.
Il chitarrista delle Schegge Sparse e dei This Gust firma il suo secondo album. Anche autore, racconta in dodici brani vita vissuta tra pop, rock e blues.
L'album e le 12 tracce
Alby. Perché, semplicemente, lo chiamano così. E poi una presa d’atto: questo sono io. Perché, sin dal primo brano, questo album lo rispecchia a pieno. E non poteva essere diversamente, dal momento che nel suo secondo e nuovo disco, uscito da poco, Alberto Schiapparelli ci ha messo tutto se stesso. La sua passione. La sua famiglia. I suoi valori. E poi lei, la musica, che da decenni lo accompagna e che l’ha reso conosciuto come chitarrista delle Schegge Sparse, gruppo tributo a Ligabue, e della rock band dalla verve anni Settanta dei This Gust.
Il lavoro discografico. “Alby. Questo sono io” si compone di dodici tracce, registrate e lavorate a Lessona, nella sala di incisione di Luca Motto. La dedica che lo accompagna va ad Alessandra, Linda e Lorenzo, gli affetti più cari di Alberto Schiapparelli. Questo, infatti, è un lavoro di vita affrontata, come spiega lui stesso: «Canto di cose che ho vissuto, cose del momento o passate, e di chi mi sta vicino o intorno».
Dodici le tracce nel complesso, che in qualche modo continuano un racconto di sé sospeso negli anni e ripreso con l’avvento della pandemia: «Già una trentina di anni fa avevo fatto un album - spiega - Si intitolava “Canzoni così”. Questo perché la composizione è sempre stata la mia passione, tanto che ho imparato a suonare sulle canzoni di Elvis e dei Beatles, che mettevo in italiano già da adolescente. Il secondo album, poi, è venuto da sé. Il lockdown ci ha imposto di abbandonare i concerti con i miei gruppi; di conseguenza mi sono dedicato di più alla composizione, a scrivere, a registrare con le chitarre a casa, quindi Luca Motto si è occupato dei pezzi e, un pezzo dopo l’altro, a un certo punto è stato chiaro che di materiale per un album ce n’era, eccome».
L’ispirazione. Ed è anche vario, questo materiale. Si va dal pop rock italiano, «un richiamo a Ligabue è inevitabile» dice, al rhythm & blues, al blues, passando per qualche ballata. Non solo la sua voce, un brano è stato eseguito dalla cantante biellese Nora Mello Grand. E, tra i nomi coinvolti da Alberto Schiapparelli, spiccano anche quelli di Joe Bonfante e Maurino Dellacqua.
«Come testi, mi rifaccio alla mia famiglia, a mia moglie Alessandra, alla quale dedico due canzoni, con i bambini, Linda e Lorenzo, ai quali ne dedico una ciascuno. Poi, c’è un blues per la mia vecchia compagnia di amici dell’oratorio, una canzone un po’ in stile jazz con Nicola Boschetti, e c’è anche una canzone che si intitola “Si chiama società”, un po’ diversa come tema rispetto alle altre ma alla quale tengo molto, perché racconta cos’è il mondo del lavoro di oggi».
Il viaggio comincia con “Fino alla fine del mondo”, a partire dai versi “Dove sei stata adesso/ che io non t’ho vista mai”; tocca corde intime, basti ascoltare “Sei arrivata nella mia vita con l’allegria dei tuoi sei anni/ ci sei entrata e non sei più uscita/ sei la cura ai miei affanni”; dal presente al passato, tra momenti intensamente vissuti, “Amici veri mai perduti/ antichi amori ora svaniti/ tra illusioni e disinganni/ tra serate folli e un po’ di notti insonni/ ascoltando il blues”. E chi volesse ascoltare per intero l’album “Alby. Questo sono io”, al momento disponibile in cd e presto sugli store on line, può scrivere su Facebook o via Messenger direttamente ad Alberto Schiapparelli.