Vinitaly apre col botto. E Biella c’è

Vinitaly apre col botto. E Biella c’è
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VERONA -  E’ certo la più importante vetrina del vino italiano, ma non solo: anno dopo anno, sempre più Vinitaly si sta caratterizzando come un grande catalogo delle tante facce del nostro paese, con le sue regioni, territori, paesaggi, bellezze naturali e artistiche, cibi. La 51esima edizione del Salone internazionale dei vini e distillati, che domenica ha preso il via a Verona, rappresenta per gli operatori del settore una imperdibile occasione per incontrare produttori o buyers da tutto il mondo, per conoscere le ultime tendenze del mercato, per ascoltare gli esperti. Ma ciò che si vende e si compra, negli stands degli oltre 4mila espositori, non sono solo bottiglie, bensì tutto il territorio che vi sta dietro: infatti, con la sua capacità di veicolare tutto l’immaginario, le sensazioni, le emozioni, i valori legati al suo luogo di origine, il vino rappresenta oggi uno dei principali attrattori turistici, un potente strumento di marketing per il nostro paese.   
E’ quindi una gara, tra le regioni italiane, per caratterizzare al meglio il proprio stand, contestualizzando i vini in una vera e propria narrazione del territorio: allestimenti, immagini, video, presentazioni di luoghi e itinerari… tutto ciò che contribuisce ad offrire al visitatore un’esperienza a tutto campo, non solo gustativa ma multisensoriale. Senza contare che solo ‘facendo rete’ a livello territoriale i singoli produttori, soprattutto se piccoli, hanno chances di rendersi visibili nella sterminata offerta presente all’evento. 
La regia istituzionale  da parte delle regioni diventa dunque essenziale. Ne è ben consapevole la Regione Piemonte - massicciamente presente con 600 espositori, che occupano l’intero Padiglione 10 - che ha ideato un’area espositiva collettiva per valorizzare e promuovere in modo coordinato il ‘brand Piemonte’, con uno spazio istituzionale dedicato a incontri, degustazioni, eventi centrati non solo sul vino ma anche su prodotti agroalimentari, paesaggio, arte: come la mostra su “I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio dell’umanità Unesco”, inaugurata domenica con la presenza del presidente Sergio Chiamparino.
E lo ha capito anche il mondo della viticoltura biellese: piccole e piccolissime produzioni di alta qualità, che solo ‘facendo squadra’ possono ambire a conquistarsi uno spazio sull’affollato e competitivo mercato vinicolo. Ma non si tratta solamente di condividere uno stand, riducendo i costi e presentandosi con un’offerta più ampia e articolata: la sinergia tra i produttori consente soprattutto di presentarsi come ‘territorio’.
E’ la strategia dei 14 produttori raggruppati nell’Associazione Vignaioli Colline Biellesi, il cui stand - grazie alla partnership con il portale DiscoverBiella - quest’anno promuoverà, oltre ai vini dei suoi soci, anche le attrattive turistiche del Biellese. «Quest’anno lo stand a Vinitaly - dice Marco Rizzetti, amministratore delegato Aziende Agricole Sella - rappresenta un po’ il debutto di questo progetto, quindi c’è un grande fermento. Noi ci crediamo fermamente: il Biellese ha un grande potenziale turistico, ma è solo grazie alla sinergia che potremo svilupparlo… ».
Guardano al territorio anche i produttori presenti nella grande area espositiva del Consorzio Tutela Nebbioli dell’Alto Piemonte, ancora emozionati per l’esperienza di ‘Taste Alto Piemonte’ che lo scorso fine settimana ha presentato al Castello di Novara le eccellenze vinicole del nord est piemontese. Tra di loro, anche tre aziende biellesi: La Prevostura di Lessona, Le Pianelle e Roccia Rossa di Brusnengo. «Dopo quella bellissima manifestazione - dice Davide Molinatti, dell’azienda Roccia Rossa - sul futuro dei nostri vini sono molto ottimista.  Avere un contenitore come il consorzio ‘Alto Piemonte’ è, secondo me, importante per presentarci sul mercato mondiale con un brand forte: anzi, io lo allargherei fino al confine con la Val d’Aosta, includendo Erbaluce, Carema… Poi, all’interno di quest’area, ci sono sfaccettature che devono assolutamente essere valorizzate: il Biellese, come il Novarese o il Canavese devono essere visibili con le loro peculiarità. Penso ad una visione globale, che consenta poi di valorizzare le varie declinazioni territoriali al suo interno».
Due strategie di marketing diverse ma non necessariamente contrapposte, come sintetizza Andrea Manfrinati, dell’azienda Castello di Montecavallo: «Per i piccoli produttori biellesi è assolutamente necessario muoversi attraverso un’associazione, che serve a promuovere non le singole aziende ma un territorio ancora poco conosciuto. Credo anche che la collaborazione debba essere il più ampia possibile: non possiamo assolutamente chiuderci in un bacino così piccolo come quello biellese, ma dobbiamo per forza camminare insieme ad altri, senza per questo perdere la nostra specificità».
Smussate le contrapposizioni che l’anno scorso avevano diviso i produttori biellesi, sembra oggi prendere forma una strategia più o meno condivisa per affrontare il mare aperto del mercato nazionale e internazionale. E forse l’arena globale di Vinitaly - un grande mixer di realtà, esperienze, racconti, stimoli, contaminazioni - serve anche a questo. 
Simona Perolo

VERONA -  E’ certo la più importante vetrina del vino italiano, ma non solo: anno dopo anno, sempre più Vinitaly si sta caratterizzando come un grande catalogo delle tante facce del nostro paese, con le sue regioni, territori, paesaggi, bellezze naturali e artistiche, cibi. La 51esima edizione del Salone internazionale dei vini e distillati, che domenica ha preso il via a Verona, rappresenta per gli operatori del settore una imperdibile occasione per incontrare produttori o buyers da tutto il mondo, per conoscere le ultime tendenze del mercato, per ascoltare gli esperti. Ma ciò che si vende e si compra, negli stands degli oltre 4mila espositori, non sono solo bottiglie, bensì tutto il territorio che vi sta dietro: infatti, con la sua capacità di veicolare tutto l’immaginario, le sensazioni, le emozioni, i valori legati al suo luogo di origine, il vino rappresenta oggi uno dei principali attrattori turistici, un potente strumento di marketing per il nostro paese.   
E’ quindi una gara, tra le regioni italiane, per caratterizzare al meglio il proprio stand, contestualizzando i vini in una vera e propria narrazione del territorio: allestimenti, immagini, video, presentazioni di luoghi e itinerari… tutto ciò che contribuisce ad offrire al visitatore un’esperienza a tutto campo, non solo gustativa ma multisensoriale. Senza contare che solo ‘facendo rete’ a livello territoriale i singoli produttori, soprattutto se piccoli, hanno chances di rendersi visibili nella sterminata offerta presente all’evento. 
La regia istituzionale  da parte delle regioni diventa dunque essenziale. Ne è ben consapevole la Regione Piemonte - massicciamente presente con 600 espositori, che occupano l’intero Padiglione 10 - che ha ideato un’area espositiva collettiva per valorizzare e promuovere in modo coordinato il ‘brand Piemonte’, con uno spazio istituzionale dedicato a incontri, degustazioni, eventi centrati non solo sul vino ma anche su prodotti agroalimentari, paesaggio, arte: come la mostra su “I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio dell’umanità Unesco”, inaugurata domenica con la presenza del presidente Sergio Chiamparino.
E lo ha capito anche il mondo della viticoltura biellese: piccole e piccolissime produzioni di alta qualità, che solo ‘facendo squadra’ possono ambire a conquistarsi uno spazio sull’affollato e competitivo mercato vinicolo. Ma non si tratta solamente di condividere uno stand, riducendo i costi e presentandosi con un’offerta più ampia e articolata: la sinergia tra i produttori consente soprattutto di presentarsi come ‘territorio’.
E’ la strategia dei 14 produttori raggruppati nell’Associazione Vignaioli Colline Biellesi, il cui stand - grazie alla partnership con il portale DiscoverBiella - quest’anno promuoverà, oltre ai vini dei suoi soci, anche le attrattive turistiche del Biellese. «Quest’anno lo stand a Vinitaly - dice Marco Rizzetti, amministratore delegato Aziende Agricole Sella - rappresenta un po’ il debutto di questo progetto, quindi c’è un grande fermento. Noi ci crediamo fermamente: il Biellese ha un grande potenziale turistico, ma è solo grazie alla sinergia che potremo svilupparlo… ».
Guardano al territorio anche i produttori presenti nella grande area espositiva del Consorzio Tutela Nebbioli dell’Alto Piemonte, ancora emozionati per l’esperienza di ‘Taste Alto Piemonte’ che lo scorso fine settimana ha presentato al Castello di Novara le eccellenze vinicole del nord est piemontese. Tra di loro, anche tre aziende biellesi: La Prevostura di Lessona, Le Pianelle e Roccia Rossa di Brusnengo. «Dopo quella bellissima manifestazione - dice Davide Molinatti, dell’azienda Roccia Rossa - sul futuro dei nostri vini sono molto ottimista.  Avere un contenitore come il consorzio ‘Alto Piemonte’ è, secondo me, importante per presentarci sul mercato mondiale con un brand forte: anzi, io lo allargherei fino al confine con la Val d’Aosta, includendo Erbaluce, Carema… Poi, all’interno di quest’area, ci sono sfaccettature che devono assolutamente essere valorizzate: il Biellese, come il Novarese o il Canavese devono essere visibili con le loro peculiarità. Penso ad una visione globale, che consenta poi di valorizzare le varie declinazioni territoriali al suo interno».
Due strategie di marketing diverse ma non necessariamente contrapposte, come sintetizza Andrea Manfrinati, dell’azienda Castello di Montecavallo: «Per i piccoli produttori biellesi è assolutamente necessario muoversi attraverso un’associazione, che serve a promuovere non le singole aziende ma un territorio ancora poco conosciuto. Credo anche che la collaborazione debba essere il più ampia possibile: non possiamo assolutamente chiuderci in un bacino così piccolo come quello biellese, ma dobbiamo per forza camminare insieme ad altri, senza per questo perdere la nostra specificità».
Smussate le contrapposizioni che l’anno scorso avevano diviso i produttori biellesi, sembra oggi prendere forma una strategia più o meno condivisa per affrontare il mare aperto del mercato nazionale e internazionale. E forse l’arena globale di Vinitaly - un grande mixer di realtà, esperienze, racconti, stimoli, contaminazioni - serve anche a questo. 
Simona Perolo

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