Una Milano Unica Cina con 27 biellesi

Una Milano Unica Cina con 27 biellesi
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Esserci o non esserci? Parafrasando Amleto, questo è il problema. Le shakespeariane brume di Elsinore, però, sono fortunatamente lontane e i dubbi amletici, qui dove battono i telai, hanno vita corta: essere o non essere, allora, sul mercato cinese? Esserci, risponde il tessile made in Biella. E lo fa aderendo massicciamente a  Milano Unica Cina che, da oggi sino a giovedì prossimo, porterà a Shanghai una novantina di aziende italiane del comparto. Ventisette le tessiture biellesi che hanno risposto all’appello e alle quali devono aggiungersi le tre filature locali che parteciperanno alla prima edizione di Filo Shanghai. «Una presenza numericamente importante - commenta, infatti, Alessandro Barberis Canonico, presidente di Ideabiella -, a conferma che le nostre aziende continuano a scommettere e a investire sul mercato cinese, ritenendolo, a cominciare dal punto di vista delle dimensioni, un mercato importante. Non solo: nonostante i fatti di questa estate, la Cina rappresenta un’occasione preziosa per il nostro tessile. Il governo cinese, infatti, sta procedendo nella direzione di stimolare i consumi interni passando attraverso la strutturazione di un nuovo ceto medio.

Esserci o non esserci? Parafrasando Amleto, questo è il problema. Le shakespeariane brume di Elsinore, però, sono fortunatamente lontane e i dubbi amletici, qui dove battono i telai, hanno vita corta: essere o non essere, allora, sul mercato cinese? Esserci, risponde il tessile made in Biella. E lo fa aderendo massicciamente a  Milano Unica Cina che, da oggi sino a giovedì prossimo, porterà a Shanghai una novantina di aziende italiane del comparto. Ventisette le tessiture biellesi che hanno risposto all’appello e alle quali devono aggiungersi le tre filature locali che parteciperanno alla prima edizione di Filo Shanghai. «Una presenza numericamente importante - commenta, infatti, Alessandro Barberis Canonico, presidente di Ideabiella -, a conferma che le nostre aziende continuano a scommettere e a investire sul mercato cinese, ritenendolo, a cominciare dal punto di vista delle dimensioni, un mercato importante. Non solo: nonostante i fatti di questa estate, la Cina rappresenta un’occasione preziosa per il nostro tessile. Il governo cinese, infatti, sta procedendo nella direzione di stimolare i consumi interni passando attraverso la strutturazione di un nuovo ceto medio. E per il tessile italiano, allora, i benefici si vedranno. Esserci, quindi, è qualcosa di strategico». D’altro canto, sin dalla prima edizione, nel marzo 2012, Milano Unica Cina è diventata un must per i clienti della fascia medio-alta del mercato ed i numeri parlano chiaro: ogni edizione, oltre 3.400 clienti selezionati hanno visitato il salone.  Secondo il presidente di Ideabiella, poi, l’osservazione diretta della realtà cinese, seppur con le sue innegabili complessità e particolarità che la rendono insuscettibile di letture semplici o immediate, mette in luce fenomeni interessanti. «E’ il caso, per esempio, dell’apertura di outlet fuori dai contesti cittadini da parte, perlopiù, di società americane - spiega Alessandro Barberis Canonico -.  Qui traspare la proclività dei cinesi, dopo la stretta sul lusso attuata dal governo in funzione anticorruzione, di poter compiere acquisti fuori dai grandi shopping mall, in contesti più discreti e dove poter sfruttare anche  i vantaggi di prezzo offerti dalla formula outlet. È un fenomeno interessante perché sta a significare la nascita di un nuovo mercato. Direi che i consumi si stanno occidentalizzando. Ciò che manca ancora è l’occidentalizzazione del modello di distribuzione dei redditi: penso, tuttavia, che anche ciò, fatalmente, avverrà e contribuirà ulteriormente ad aumentare le potenzialità del nostro settore sul contesto cinese». In effetti, gli osservatori internazionali concordano nel delineare lo scenario di un mercato cinese oggi più variegato e non più solamente orientato ai top brand; un mercato che sta progressivamente dando valore e spazio anche ad altre fasce di prodotto. Di fronte al fenomeno di un mercato enorme che pare polarizzarsi verso un business più trasversale per posizionamento e prezzi, proprio operazioni come Milano Unica Cina rappresentano, soprattutto per le aziende tessili italiane generalmente ascrivibili alla categoria delle Pmi, strumenti d’internazionalizzazione preziosi e occasioni da non perdere, secondo l’intuizione di Paolo Zegna al momento del varo della manifestazione.
La visione di Barberis Canonico, è in sintonia con quella del presidente di Milano Unica, Silvio Albini . «Anche in presenza di un rallentamento economico - commenta Silvio Albini -, le potenzialità di crescita di questo Paese sono molto elevate: fra i tanti motivi, soprattutto l’ampliamento numerico della classe media cinese e le sue sempre maggiori capacità di spesa. E per quanto concerne strettamente Milano Unica Cina, giunta oggi alla sua VIII edizione, credo importante sottolineare la collaborazione con “Filo” e il fatto che, ancora una volta, saranno attivate delle sinergie di sistema con Emi».

Giovanni Orso

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