“Una diversa cultura economica e turismo”

“Una diversa cultura economica e turismo”
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Il Rapporto Istat 2015, reso noto il 20 maggio scorso, mette al proprio centro una affermazione: “L’Italia deve ripartire dalla cultura”; dopo avere constatato che “la ripresa nell’orizzonte temporale del 2014 non si è estesa all’Italia, dove l’attività economica ha continuato a contrarsi (-0,4%), seppure in misura più contenuta rispetto ai due anni precedenti”, il Rapporto dichiara che “l’investimento nel patrimonio nazionale incentrato su un concetto comprensivo di cultura costituisce parte essenziale delle leve per il cambiamento” e lamenta che “spesso il riferimento alla storia, alla tradizione, all’eleganza, allo stile e alla qualità della vita che caratterizzano l’Italia è poco più che uno stereotipo”.

Il Rapporto Istat 2015, reso noto il 20 maggio scorso, mette al proprio centro una affermazione: “L’Italia deve ripartire dalla cultura”; dopo avere constatato che “la ripresa nell’orizzonte temporale del 2014 non si è estesa all’Italia, dove l’attività economica ha continuato a contrarsi (-0,4%), seppure in misura più contenuta rispetto ai due anni precedenti”, il Rapporto dichiara che “l’investimento nel patrimonio nazionale incentrato su un concetto comprensivo di cultura costituisce parte essenziale delle leve per il cambiamento” e lamenta che “spesso il riferimento alla storia, alla tradizione, all’eleganza, allo stile e alla qualità della vita che caratterizzano l’Italia è poco più che uno stereotipo”.

La ricetta Istat è chiara e univoca: per far ripartire l’Italia bisogna partire dalla cultura, dal Sud e, soprattutto, dal turismo. Il Rapporto si avvale di una approfondita analisi della caratterizzazione socio-economica dei sistemi locali per verificare in che misura fattori come il patrimonio artistico e naturale, la storia, la cultura e la tradizione locale, la qualità della vita rappresentino opportunità effettive per i territori, e se le risorse fisiche e le attività economiche rispecchino o meno la “vocazione culturale e attrattiva” dei luoghi, e conclude, inequivocabilmente: “Le opportunità sono grandissime ma non sono adeguatamente sfruttate; la cultura della bellezza e della tradizione accomuna molte aree anche assai diverse, le quali concorrono insieme a creare opportunità di crescita e sviluppo straordinarie per tutto il Paese”.

Le tesi sostenute dal Rapporto Istat trovano piena condivisione tra i promotori del Banco di Biella: «L’affermazione che il nostro Paese deve imparare a utilizzare meglio le proprie, immense, risorse culturali è sacrosanta e assolutamente condivisibile. Purtroppo non è affatto nuova e soprattutto è principalmente rivolta a chi ci governa. Noi siamo convinti che per ripartire davvero, in questi tempi difficili, occorre rivolgersi innanzitutto a se stessi e, soprattutto, agire concretamente per puntare non solo sul rilancio della cultura, ma, in particolare, su una diversa cultura economica. Il progetto del Banco di Biella si fonda su una visione civile dell’economia, la quale afferma che non è l’esclusivo perseguimento del proprio profitto personale che assicura il benessere, che per un andamento economico che non accetti di continuare ad essere soggetto a tremendi alti e bassi occorre convincersi che l’interesse più alto è l’interesse di tutti e agire di conseguenza, impiegando le risorse di ognuno non nella speculazione fine a se stessa ma per progetti di economia reale».

Da qui l’impegno del Banco di Biella, qualora riuscisse a costituirsi: «Noi promotori abbiamo assunto un solo impegno con i biellesi: dedicare ogni risorsa raccolta esclusivamente al nostro territorio; dal dimenticato, ma non per questo meno essenziale, collegamento autostradale, all’aeroporto, alla comunicazione, non sono certo i progetti che mancheranno. Saranno tutti i soci a decidere di fronte a qualsiasi proposta concreta, e gli amministratori, che saranno scelti dall’assemblea e non pagati, cercheranno di perseguire il massimo ritorno non per il capitale investito ma per il territorio, il che sarà il modo per salvaguardare e far fruttare, davvero, i risparmi investiti».

La presentazione della pubblicazione “Turismo Biellese 2014. La situazione di oggi e le prospettive di domani” si terrà giovedì 4 giugno alle ore 10.30 al Museo del Territorio Biellese. Dopo le introduzioni, presenterà i dati regionali Cristina Bergonzo, quelli biellesi Stefano Mosca; concluderanno il presidente Atl Luciano Rossi, l’assessore comunale Teresa Barresi e il consigliere provinciale delegato Vincenzo Ferraris. Seguirà l’intervento sulle opportunità e i centri di attrazione del professor Alessandro Siviero.

R.E.B.

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