ECONOMIA

Super fabbrica di batterie Italvolt a Scarmagno: annunciati 4mila posti di lavoro

Uno degli impianti più importanti in Europa sarà dislocato nell'ex Olivetti.

Super fabbrica di batterie Italvolt a Scarmagno: annunciati 4mila posti di lavoro
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Uno degli impianti più importanti in Europa per la produzione di batterie, targato Italvolt, sarà dislocato in Piemonte, a Scarmagno, nell'ex Olivetti.

L'investimento

La giga factory Italvolt richiederà un investimento da 4 miliardi di euro e darà vita a un centro di eccellenza in grado di creare 4 mila posti di lavoro, fino a 15 mila indotto compreso.

Il complesso sorgerà nell'area della ex Olivetti di Scarmagno e sarà dedicato alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici.

La scelta dell'area non è casuale, oltreché simbolica: la vasta area industriale dismessa, si estende per 1 milione di metri quadrati, e fu già scelta scelta già ai tempi della Olivetti per la facilità dei collegamenti sia con Ivrea che con Torino.

Il progetto

La prima fase del progetto sarà completata entro la primavera 2024.

Confermerà il Piemonte nel vantaggio in quanto prima Regione in Italia per quanto riguarda la produzione industriale automotive e inciderà anche su progetti di soluzioni innovative e tecnologie per il nuovo impianto dedicato alle batterie per le e-car.

Il commento di Cirio

A Italvolt arriva il plauso del governatore del Piemonte, Alberto Cirio:

"Italvolt realizzerà la prima Gigafactory italiana a Scarmagno. Nell’area ex Olivetti sorgerà un impianto dedicato alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio. Un’azienda in grado di dare lavoro a 4mila persone e destinata a diventare nel tempo una struttura all’avanguardia in Europa. Tra gli obiettivi principali, fin dal primo giorno del mio insediamento, c’era che il Piemonte tornasse a essere attrattivo per le nuove imprese, soprattutto nei settori storicamente strategici per la nostra Regione, come l’auto e l’innovazione tecnologica ed energetica legata all’automotive. Iniziamo a raccogliere i primi frutti, andando anche a recuperare un’area abbandonata da decenni e che, invece, tornerà a essere fonte di ricchezza e posti di lavoro".

 

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