Sui mercati energetici interviene l'esperto The European House - Ambrosetti, Lorenzo Tavazzi
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Transizione energetica e volatilità dei prezzi:
L'Europa tra rinnovabili e gas
di Lorenzo Tavazzi*
Il 2024 ha segnato una sostanziale svolta nel settore energetico europeo, con le fonti rinnovabili (FER) che, per la prima volta, hanno superato le fonti fossili, raggiungendo il 30% della generazione elettrica. In Italia, le FER hanno soddisfatto il 43% della domanda elettrica, grazie a un incremento record di 7,5 GW di capacità installata (+29% rispetto al 2023). In particolare, tra le fonti energetiche, l'idroelettrico ha visto una ripresa significativa, con un aumento del 45%, mentre l'uso del carbone è sceso drasticamente (-75%).
A livello normativo, la spinta a una generazione pulita è stata supportata dall’agenda politica: la riforma del mercato elettrico europeo, il Net-Zero Industry Act e la Direttiva EPBD, sono alcuni esempi positivi. In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) prevede 131 GW di capacità FER entro il 2030 e 8 GW di nucleare entro il 2050.
Sebbene i progressi siano evidenti, le debolezze strutturali del sistema energetico europeo ed italiano, fortemente intrecciati, permangono. In primis, il ritmo di crescita delle FER non è ancora sufficiente per raggiungere i target fissati al 2030 (7,5 GW attuali vs. 9,4 GW del PNIEC o 10,7 GW del Piano 2030 del settore elettrico di Elettricità Futura). Lungaggini burocratiche e incertezze normative, in un quadro di disarticolazione della governance, rischiano di rallentare gli investimenti nel settore.
Inoltre, nonostante le politiche e le strategie di mitigazione, i prezzi elettrici in Europa e in Italia sono in forte risalita. Il prezzo medio all’ingrosso di gennaio 2025 è stato di 143 Euro/MWh in Italia, con un aumento del 44% rispetto a gennaio 2024. Nei mesi precedenti, la curva dei prezzi è stata in continua salita, raggiungendo per la media-parziale del mese di febbraio 2025 i 154 Euro/MWh, contro una media dell'intero 2024 di 108 Euro/MWh.
In Europa (e in Italia), il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso è ancora fortemente legato al prezzo del gas, attraverso il meccanismo del prezzo marginale. In Italia, il gas è la tecnologia che determina il prezzo dell'elettricità in circa due terzi dei casi. Questo è un problema: il gas europeo viene scambiato al TTF a più di 52 Euro/MWh, il doppio rispetto a un anno fa e vicino ai massimi degli ultimi due anni.
Le ragioni dietro a questi rialzi sono molteplici, ma è certamente utile focalizzarsi su due in particolare: da un lato, il mancato rinnovo dell’Ucraina del contratto di transito attraverso i propri gasdotti del gas russo ha ridotto l’offerta e costringe l’Europa a fare maggiore affidamento su altre fonti, come il gas naturale liquefatto statunitense e il proprio stoccaggio. Tuttavia, e veniamo alla seconda ragione, le scorte di gas non sono illimitate. Secondo i dati di Bloomberg, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2024, i prelievi di gas dai depositi sotterranei hanno raggiunto oltre 250 TWh, il secondo valore più grande di sempre per il periodo e ben al di sopra della media decennale di 165 TWh. L'inverno 2024/25 è stato più freddo dei due inverni passati, aumentando di conseguenza la domanda di gas: in base alle tendenze attuali, il gas stoccato continuerà a diminuire tra febbraio e marzo, raggiungendo circa il 30%-35% della capacità entro la fine dell'inverno in corso, all'inizio di aprile, rispetto al 55%-60% delle due stagioni precedenti.
Per due anni l’Europa si è illusa di aver risolto il problema delle forniture del gas. Il calo della domanda, associato a inverni più miti, agli assetti geopolitici e alla contrazione della produzione industriale, faceva pensare al successo di una strategia di contenimento dei prezzi del gas e dell’elettricità. Ma c’è ancora molta strada da fare.
Chi é Lorenzo Tavazzi?
È Senior Partner di The European House - Ambrosetti e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di TEHA Group. Membro del Consiglio di Amministrazione di TEHA Group. È inoltre responsabile dello sviluppo internazionale del Gruppo. Lavora nell’ambito di progetti di Alta Direzione, Strategia, Internazionalizzazione per grandi aziende e multinazionali. Gestisce Think Tank ed Advisory Board internazionali e Community funzionali su temi di crescita e competitività tra cui: innovazione ed economia digitale, infrastrutture e mobilità, public sector e authority, sistemi educativi e formativi, cooperazione allo sviluppo e relazioni internazionali, turismo e sostenibilità. Ha guidato numerosi progetti per la definizione della visione strategica di sistemi territoriali estesi, la diversificazione produttiva e l’attrazione di investimenti a livello nazionale e internazionale. È stato responsabile dell’Osservatorio sulla attrattività dell’Italia, delle sue Regioni e Province di flussi investimenti diretti esteri.
Ha una expertise specifica nelle attività di advisory al policymaking, advocacy e public affairs. Dal 2006 collabora con vari Governi africani e asiatici per la definizione di progetti di sviluppo economico e industriale e di relazioni internazionali ed è responsabile dell’High Level Dialogue on ASEAN Italy Economic Relations che chiama a raccolta ogni anno oltre 500 CEO e Capi di Governo dall’Italia e dai Paesi del sud-est asiatico.
Ha curato ed è autore di oltre 60 pubblicazioni e studi su temi macro-economici, di strategia e di sviluppo settoriale. È contributore di articoli e pubblicazioni a carattere specialistico.
Ha ricoperto in precedenza posizioni presso Ernst&Young nella riorganizzazione di processi e business risk analysis nel settore bancario e presso Unicredit. Ha collaborato inoltre con l’Istituto per la Ricerca Economica e Sociale.
Si è laureato con Lode in Economia Bancaria, Finanziaria e Assicurativa con specializzazione in Mercati e Istituzioni Finanziarie all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Ha un Master in Strategia e Gestione Aziendale conseguito con Lode presso la SDA Bocconi – School of Management.