Squinzi ospite dell'Assemblea Uib

Squinzi ospite dell'Assemblea Uib
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Burocrazia e pressione fiscale: Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria, non ha esitato ad indicarle, nel corso del suo intervento di insediamento, giovedì a Roma durante l’assemblea dell’associazione, come le vere zavorre che frenano il sistema delle imprese.

Lo ha fatto con uno stile asciutto, diretto, assai gradito dai tanti imprenditori presenti tra i quali la delegazione biellese guidata dal presidente Uib, Marilena Bolli, e costituita dai vicepresidenti Giovanni Vietti, Franco Thedy, Alberto Platini, dal presidente del Comitato Piccola Industria, Nicolò Zumaglini, dal consigliere Uib Rodolfo Botto Poala e dal direttore Uib, Pier Francesco Corcione. Una delegazione che, a conferma della concretezza sotto i cui auspici si è inaugurata l’era Squinzi, torna oggi nel Biellese raccogliendo già un primo segno tangibile dell’attenzione che il neopresidente di Confindustria intende riservare al mondo delle piccole-medie imprese. Proprio Biella, infatti, è una delle primissime territoriali del sistema confindustriale che Giorgio Squinzi ha deciso di visitare, già il prossimo 26 giugno, in occasione dell’assemblea generale dell’Uib: un vero successo in termini di immagine per il distretto tessile e una indiretta prova della credibilità e stima di cui l’industria biellese gode a livello nazionale.

Priorità. Nel discorso di Roma, Giorgio Squinzi ha voluto soffermarsi su quattro priorità per rilanciare l’Italia: burocrazia (l’eccesso di adempimenti costa ogni anno alle imprese italiane 45 miliardi in più rispetto ai migliori esempi europei), i debiti della Pubblica Amministrazione («Ritardi indegni di un paese civile»), fisco («Il peso del tax rate sulle Pmi è ormai del 68,5%: urgono tagli alla spesa pubblica per ridurre tale pressione») e credito alle imprese («La carenza e i costi del credito sono il nodo più urgente da sciogliere»). Intanto, nella squadra di Giorgio Squinzi continuerà ad operare, seppur non più in veste di vicepresidente di Confindustria, l’imprenditore biellese Paolo Zegna cui il nuovo leader degli industriali ha confermato la delega per l’internazionalizzazione in ragione dell’ottimo lavoro svolto durante la presidenza Marcegaglia.

Nuova era. «Giorgio Squinzi - commenta il presidente Uib, Marilena Bolli - ha subito impresso uno stile nuovo a consolidate liturgie, catturando immediatamente  il consenso sincero di quella base confindustriale fatta, al 90%, da imprese medio-piccole. Con un linguaggio chiaro e di impronta concreta, utile per declinare una nuova sintassi dei rapporti industriali, il presidente ha ricordato una verità semplice e fortissima: questo è un Paese di imprese speciali che  ha il diritto di essere un Paese normale. Che cos’è un Paese normale? E’ quello dove le regole e le procedure sono chiare e univoche: basterebbe questa riforma a costo zero per fare già compiere a tutti un grande passo avanti. Oggi, l’Italia è invece un Paese anormale dove, tuttavia, operano imprese speciali ossia aziende che, eroicamente, riescono a stare sul mercato e a correre ogni giorno pur con la pesante palla al piede della burocrazia, della iniquità fiscale e della difficoltà dell’accesso al credito che, in un’epoca di bassa marginalità, dovrebbe poter invece avvenire a tassi nella media dei competitors europei».
A colpire i biellesi, però, sono stati anche altri punti della relazione di Squinzi.
«L’idea che il presidente voglia tornare a fare sentire la voce del manifatturiero italiano in Europa, giocando su tavoli dove, per troppo tempo, è stata concessa una delega esclusiva alla politica, è qualcosa che riaccende le nostre speranze su temi come il made in e la lotta alla contraffazione - conclude Marilena Bolli -. Non ultima, poi, è anche la forte spinta ad un cambiamento del sistema confindustriale, con una razionalizzazione della sua spesa: una spinta che sale dalla base e che Squinzi ha fatto subito propria, ponendosi nel solco dell’opera già iniziata da Emma Marcegaglia».

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