Sella e CrAsti: «Siamo solide e sane»

Sella e CrAsti: «Siamo solide e sane»
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Il caso del risparmio tradito nato con le quattro banche alla deriva sfiora Biella. Qualcuno cerca di “tirare” dentro Banca Sella e Cassa di risparmio di Asti (principale azionista di Biverbanca) che rispondono coi numeri in difesa della loro storica solidità. Dati e insinuazioni si intrecciano su presunte centinaia di milioni di euro in titoli illiquidi. Alcuni quotidiani nazionali come “Libero” e “Il Fatto quotidiano”  si sono affidati ad uno studio - rilanciato sabato dall’agenzia nazionale Ansa - che sostiene «che ci sono quasi 16 miliardi di euro di azioni di banche, medie e piccole, che potrebbero perdere una parte consistente del loro valore nei prossimi mesi oltre che essere soggetti a eventuali bail in».  I dati sono quelli forniti da un gruppo di analisti indipendenti -  Consultique - e fra le venti piccole e medie  banche indicate dopo le discusse Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che dopo le ispezioni hanno dovuto far emergere nuove passività, ecco Banca Sella e Cassa di risparmio di Asti  per rispettivi 617 milioni di euro e 771 milioni di euro di azioni a rischio svalutazione.  Un fulmine a ciel sereno che ha fatto saltare sulla sedia presidenti, amministratori delegati  che da anni ormai - da quando nel 2008 è scoppiato lo scandalo Lehman Brothers - operano  per consolidare il patrimonio in linea con le richieste Bankitalia e Bce e garantire quel rapporto fiduciario banca-cliente senza il quale nessuno affiderebbe loro i propri risparmio o aprirebbe un conto corrente. Fra l’altro - fanno notare gli addetti ai lavori - i rischi associati a un emittente non hanno a che fare con il fatto che egli sia piccolo, medio o grande, quotato o non quotato. I rischi sono associati alla sua solidità e alla sana e prudente gestione: chi è cliente o ha titoli (subordinati o azioni che siano) di una banca sana non corre alcun rischio.  E le banche biellesi hanno da sempre in essere delle politiche di grande prudenza. A riprova il fatto che entrambe abbiano appena superato ispezioni di Banca d’Italia  senza alcun esito negativo per gli azionisti.  Banca Sella poi ha  offerto al pubblico sue azioni solo recentemente, nel quadro dell’aumento di capitale in corso, e i criteri di adeguatezza nella offerta sono stati molto stringenti.

«Banca Sella - ha dichiarato ufficialmente l’istituto di credito da noi interpellato - è sana e ben gestita e i suoi clienti non corrono alcun rischio. Oltre alla tradizione di sana e prudente gestione che la contraddistingue da 129 anni, la sua solidità emerge anche dai buoni coefficienti patrimoniali: il Cet1 al 30 giugno 2015 era pari all’11,13%, ulteriormente cresciuto rispetto al 10,81 di fine 2014, ampiamente in linea con i livelli richiesti. Inoltre la banca ha un grado di copertura dei rischi e una liquidità superiore alla media del settore bancario e una incidenza di crediti non performing più bassa».

Anche sulla questione dei 617 milioni di azioni di azioni citate da Consultique va registrata la nota dell’Ansa di che dice: «Il dato  è il patrimonio netto di Banca Sella al 31 dicembre 2014 integralmente detenuto da Banca Sella holding che fa capo alla famiglia Sella e ad alcuni altri soci di controllo, e non collocato presso la clientela. Pertanto non sono un rischio in mano a “risparmiatori” come l’analisi vuole far intendere».

Anche CrAsti ha diffuso i suoi coefficienti di solidità patrimoniale: «Abbiamo ricevuto - dice la nota - il provvedimento della Banca d’Italia con il quale, al termine del supervisory review and evaluation process (Srep), sono stati determinati i requisiti patrimoniali aggiuntivi che dovranno essere adottati a decorrere dal 1° gennaio 2016 e che sono i seguenti:  coefficiente di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 ratio) pari al 7%; coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari all’8,5%;  coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 10,5%. I coefficienti patrimoniali della Cassa di risparmio di Asti a livello consolidato di Gruppo al 30 settembre 2015 (ultima segnalazione di vigilanza disponibile) superano ampiamente i minimi richiesti, attestandosi come segue: Common Equity Tier 1 ratio: 13,29%, Tier 1 ratio: 13,29%,  Total Capital ratio: 16,39%». Come dire, ampiamente sopra quelli richiesti.

R.A.

Il caso del risparmio tradito nato con le quattro banche alla deriva sfiora Biella. Qualcuno cerca di “tirare” dentro Banca Sella e Cassa di risparmio di Asti (principale azionista di Biverbanca) che rispondono coi numeri in difesa della loro storica solidità. Dati e insinuazioni si intrecciano su presunte centinaia di milioni di euro in titoli illiquidi. Alcuni quotidiani nazionali come “Libero” e “Il Fatto quotidiano”  si sono affidati ad uno studio - rilanciato sabato dall’agenzia nazionale Ansa - che sostiene «che ci sono quasi 16 miliardi di euro di azioni di banche, medie e piccole, che potrebbero perdere una parte consistente del loro valore nei prossimi mesi oltre che essere soggetti a eventuali bail in».  I dati sono quelli forniti da un gruppo di analisti indipendenti -  Consultique - e fra le venti piccole e medie  banche indicate dopo le discusse Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che dopo le ispezioni hanno dovuto far emergere nuove passività, ecco Banca Sella e Cassa di risparmio di Asti  per rispettivi 617 milioni di euro e 771 milioni di euro di azioni a rischio svalutazione.  Un fulmine a ciel sereno che ha fatto saltare sulla sedia presidenti, amministratori delegati  che da anni ormai - da quando nel 2008 è scoppiato lo scandalo Lehman Brothers - operano  per consolidare il patrimonio in linea con le richieste Bankitalia e Bce e garantire quel rapporto fiduciario banca-cliente senza il quale nessuno affiderebbe loro i propri risparmio o aprirebbe un conto corrente. Fra l’altro - fanno notare gli addetti ai lavori - i rischi associati a un emittente non hanno a che fare con il fatto che egli sia piccolo, medio o grande, quotato o non quotato. I rischi sono associati alla sua solidità e alla sana e prudente gestione: chi è cliente o ha titoli (subordinati o azioni che siano) di una banca sana non corre alcun rischio.  E le banche biellesi hanno da sempre in essere delle politiche di grande prudenza. A riprova il fatto che entrambe abbiano appena superato ispezioni di Banca d’Italia  senza alcun esito negativo per gli azionisti.  Banca Sella poi ha  offerto al pubblico sue azioni solo recentemente, nel quadro dell’aumento di capitale in corso, e i criteri di adeguatezza nella offerta sono stati molto stringenti.

«Banca Sella - ha dichiarato ufficialmente l’istituto di credito da noi interpellato - è sana e ben gestita e i suoi clienti non corrono alcun rischio. Oltre alla tradizione di sana e prudente gestione che la contraddistingue da 129 anni, la sua solidità emerge anche dai buoni coefficienti patrimoniali: il Cet1 al 30 giugno 2015 era pari all’11,13%, ulteriormente cresciuto rispetto al 10,81 di fine 2014, ampiamente in linea con i livelli richiesti. Inoltre la banca ha un grado di copertura dei rischi e una liquidità superiore alla media del settore bancario e una incidenza di crediti non performing più bassa».

Anche sulla questione dei 617 milioni di azioni di azioni citate da Consultique va registrata la nota dell’Ansa di che dice: «Il dato  è il patrimonio netto di Banca Sella al 31 dicembre 2014 integralmente detenuto da Banca Sella holding che fa capo alla famiglia Sella e ad alcuni altri soci di controllo, e non collocato presso la clientela. Pertanto non sono un rischio in mano a “risparmiatori” come l’analisi vuole far intendere».

Anche CrAsti ha diffuso i suoi coefficienti di solidità patrimoniale: «Abbiamo ricevuto - dice la nota - il provvedimento della Banca d’Italia con il quale, al termine del supervisory review and evaluation process (Srep), sono stati determinati i requisiti patrimoniali aggiuntivi che dovranno essere adottati a decorrere dal 1° gennaio 2016 e che sono i seguenti:  coefficiente di capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 ratio) pari al 7%; coefficiente di capitale di classe 1 (Tier 1 ratio) pari all’8,5%;  coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari al 10,5%. I coefficienti patrimoniali della Cassa di risparmio di Asti a livello consolidato di Gruppo al 30 settembre 2015 (ultima segnalazione di vigilanza disponibile) superano ampiamente i minimi richiesti, attestandosi come segue: Common Equity Tier 1 ratio: 13,29%, Tier 1 ratio: 13,29%,  Total Capital ratio: 16,39%». Come dire, ampiamente sopra quelli richiesti.

R.A.

 

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