«Sbagliato aumentare stipendi ai direttori»

«Sbagliato aumentare stipendi ai direttori»
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Anche le segreterie piemontesi di Cgil Cisl Uil prendono posizione dopo la decisione della giunta regionale di aumentare le retribuzioni dei manager della sanità, equiparandole a quelle di tutte le altre Regioni del Nord.

«Riteniamo intempestivo e inopportuno l’aumento stipendiale per i top manager della sanità regionale – affermano i segretari regionali di Cgil Cisl Uil, Graziella Rogolino, Sergio Melis e Franco Lo Grasso – deliberato dalla Regione Piemonte. La decisione non tiene conto della fase di grave difficoltà che il sistema sanitario regionale sta attraversando, acuita non solo dalla progressiva riduzione delle risorse disponibili per le risposte ai bisogni sanitari e sociosanitari, ma anche dal fatto che migliaia di lavoratori, impegnati a garantire il servizio con turni gravosi, aspettano da sette anni il rinnovo del contratto. La scelta della giunta, che noi riteniamo sbagliata, avviene in momento in cui gli obiettivi sulla riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali ai cittadini sono ancora in alto mare, nonostante le promesse, gli annunci e gli impegni presi».

Anche le associazioni regionali delle professioni sanitarie nei giorni scorsi si erano schierate contro l’aumento degli stipendi dei manager della sanità. Con una nota avevano rimarcato le carenze di organico, invitando i vertici regionali a sopperire alla mancanza di personale invece di applicare gli aumenti salariali ai manager.

E.P.

 

Anche le segreterie piemontesi di Cgil Cisl Uil prendono posizione dopo la decisione della giunta regionale di aumentare le retribuzioni dei manager della sanità, equiparandole a quelle di tutte le altre Regioni del Nord.

«Riteniamo intempestivo e inopportuno l’aumento stipendiale per i top manager della sanità regionale – affermano i segretari regionali di Cgil Cisl Uil, Graziella Rogolino, Sergio Melis e Franco Lo Grasso – deliberato dalla Regione Piemonte. La decisione non tiene conto della fase di grave difficoltà che il sistema sanitario regionale sta attraversando, acuita non solo dalla progressiva riduzione delle risorse disponibili per le risposte ai bisogni sanitari e sociosanitari, ma anche dal fatto che migliaia di lavoratori, impegnati a garantire il servizio con turni gravosi, aspettano da sette anni il rinnovo del contratto. La scelta della giunta, che noi riteniamo sbagliata, avviene in momento in cui gli obiettivi sulla riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali ai cittadini sono ancora in alto mare, nonostante le promesse, gli annunci e gli impegni presi».

Anche le associazioni regionali delle professioni sanitarie nei giorni scorsi si erano schierate contro l’aumento degli stipendi dei manager della sanità. Con una nota avevano rimarcato le carenze di organico, invitando i vertici regionali a sopperire alla mancanza di personale invece di applicare gli aumenti salariali ai manager.

E.P.

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