Salone del Gusto: da oggi a Torino, l’alimentare biellese in cerca di nuove strade

Salone del Gusto: da oggi a Torino, l’alimentare biellese in cerca di nuove strade
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Con una polarizzazione quasi esclusiva sulla domanda interna (vista l’ancora ridotta classe dimensionale delle sue imprese), il Food made in Biella tradisce tuttavia, nelle ultime stagioni, alcune sofferenze anche sul canale export i cui numeri, comunque, restano ancora molto piccoli in valore assoluto: nel primo semestre 2016 (dati Camera Commercio) il calo delle vendite estere è stato infatti del -23,9%. Il dato, però, guardato in controluce per tipologie produttive e per mercati, grazie alle banche dati Istat, rivela alcune interessanti dinamiche. A Terra Madre Salone del Gusto, la kermesse internazionale che apre oggi i battenti a Torino, saranno almeno una decina gli espositori biellesi che porteranno nel contesto del salone di Slow Food i loro prodotti: un contesto che è soprattutto occasione di contatti, di business e di nuove possibilità. Perché se il calo delle vendite estere del Food made in Biella riguarda quasi tutti i suoi comparti (eccezion fatta per quello della “Frutta e ortaggi lavorati e conservati”) è anche vero che su vari singoli mercati alcuni prodotti hanno mostrato un’ottima reattività.   L’export di “Frutta e ortaggi lavorati e conservati” made in Biella, a livello aggregato, ha visto un aumento percentuale in valore addirittura a quattro cifre, trainato soprattutto dall’exploit sul mercato giapponese e svizzero dove le vendite sono passate dallo zero dello stesso periodo 2015 rispettivamente a 72.790 euro e a 40.056 euro, mentre sul fronte Ue 28 esso ha subito una flessione (-6,1%). Si tratta di cifre molto piccole, in valore assoluto, ma che sono identificative di un trend. E’ il caso, per esempio, anche dell’export di prodotti lattiero-caseari biellesi che, a livello  mondiale, raggiunge la modica cifra in valore di 42.466 euro, rivelandosi stabile su base tendenziale, ma con ottime crescite percentuali verso Francia (+37,21%), Regno Unito (+225,4%), States (+179,7%) e Australia (+408,4%). Cresce, invece, sia a livello globale sia a livello Ue 28, il valore dell’export di “Prodotti da forno” made in Biella, rispettivamente del +25% e del +34,9% con ottime performances verso Austria (+330,9%),  Danimarca (+20,37%), Francia (+5,14%) e Spagna (+178%). «Le cifre, in valore assoluto, restano effettivamente assai piccole e, quindi, ogni minimo incremento dà luogo a variazioni percentuali molto forti - spiega Alessandro Ciccioni, capogruppo della sezione “Food & Beverage” dell’Uib -. Il settore, però, resta tonico. Esso, infatti, proprio perché ancora polarizzato soprattutto sulla domanda interna, non ha particolarmente risentito, a livello del fatturato delle singole aziende, del calo dell’export. Non solo: ritengo che il nostro “Food and Beverage” rappresenti una leva non tanto quantitativa ma qualitativa importante di promozione del territorio e l’occasione di una scommessa economica decisiva. Il passo urgente da compiere, però, è quello di riuscire a costruire un legame virtuoso e unitario tra queste produzioni e l’immagine stessa del territorio: si tratta di una strategia comunicativa che potrebbe liberare nuovo valore aggiunto per tutti». Al Salone del Gusto, da oggi a Torino, saranno una decina gli espositori biellesi ambasciatori dell’alimentare biellese (Birra Elvo, Birrificio Un Terzo, Caseificio Pier Luigi Rosso, L’Alveare che dice sì, Liquorificio Rapa Giovanni, Microbirrificio Jeb, Pasticceria Pezzaro dal 1914, Riso Zaccaria, e Sistemi Agrobiologici Società agricola), mentre nello stand di Slow Food Biella e Atl, al Parco del Valentino, altre eccellenze locali si alterneranno giorno dopo giorno al bancone, che avrà per sfondo un fondale di fotografie del progetto “#innamoratidelBiellese”, per mescolare ai sapori anche le bellezze del territorio. «Per noi - spiega Enrico Terzo del “Birrificio Un Terzo” che, il prossimo 15 ottobre, inaugurerà la nuova e più ampia sede a Pralungo - è la prima volta al “Salone del Gusto”: oltre al nostro range classico di birre, porteremo a Torino soprattutto l’ultima nostra produzione, nata quest’estate. Si tratta della birra “Louise” , unabière blanche realizzata esclusivamente con cereali biellesi». “Caseificio Pier Luigi Rosso” è, invece, un marchio che rappresenta ormai una realtà consolidata del Salone del Gusto.  «A Torino - spiega Riccardo Rosso,  contitolare del Caseificio nonché presidente del Consorzio Toma Piemontese Dop - faremo debuttare il “Buongiorno” ossia un formaggio tradizionale che parte dalla base di lavorazione del Maccagno ma è privato del lattosio grazie ad un procedimento che impiega un enzima naturale: un prodotto dedicato ai consumatori che soffrono di particolari allergie o intolleranze. Tra i grandi classici, porteremo anche la nostra toma biellese a lunga stagionatura che abbiamo però, per l’occasione, ribattezzato “Madama Reale” nella speranza di ottenere la “corona” delle tome piemontesi». L’incognita della nuova formula del Salone (che lascia il Lingotto per occupare il Valentino e il centro città) stimola Nicola Pezzaro, titolare della nota “Pasticceria Pezzaro” di Cossato, realtà di riferimento per i golosi biellesi sin dal 1914 e che, nel 1998, venne premiata da Slow Food tra le migliori pasticcerie piemontesi. «Oltre ai nostri canestrelli - dice Nicola Pezzaro - portiamo al Salone i “bottalini” con crema e con grappa e il “Croccante del Ciavarìn”, un antico biscotto che già faceva mio nonno e che è quasi un misto tra il biscotto e il torrone. È dal 2002 che partecipiamo al Salone del Gusto e, in tutti questi anni, posso dire di aver visto cambiare nei consumatori tendenze e abitudini e, forse per effetto della massificazione del gusto, non sempre necessariamente in meglio. Noi, tuttavia, restiamo sempre affezionati alla qualità estrema delle materie prime e dei prodotti e ci rivolgiamo ad una clientela particolarmente esigente e selezionata».

Giovanni Orso

Con una polarizzazione quasi esclusiva sulla domanda interna (vista l’ancora ridotta classe dimensionale delle sue imprese), il Food made in Biella tradisce tuttavia, nelle ultime stagioni, alcune sofferenze anche sul canale export i cui numeri, comunque, restano ancora molto piccoli in valore assoluto: nel primo semestre 2016 (dati Camera Commercio) il calo delle vendite estere è stato infatti del -23,9%. Il dato, però, guardato in controluce per tipologie produttive e per mercati, grazie alle banche dati Istat, rivela alcune interessanti dinamiche. A Terra Madre Salone del Gusto, la kermesse internazionale che apre oggi i battenti a Torino, saranno almeno una decina gli espositori biellesi che porteranno nel contesto del salone di Slow Food i loro prodotti: un contesto che è soprattutto occasione di contatti, di business e di nuove possibilità. Perché se il calo delle vendite estere del Food made in Biella riguarda quasi tutti i suoi comparti (eccezion fatta per quello della “Frutta e ortaggi lavorati e conservati”) è anche vero che su vari singoli mercati alcuni prodotti hanno mostrato un’ottima reattività.   L’export di “Frutta e ortaggi lavorati e conservati” made in Biella, a livello aggregato, ha visto un aumento percentuale in valore addirittura a quattro cifre, trainato soprattutto dall’exploit sul mercato giapponese e svizzero dove le vendite sono passate dallo zero dello stesso periodo 2015 rispettivamente a 72.790 euro e a 40.056 euro, mentre sul fronte Ue 28 esso ha subito una flessione (-6,1%). Si tratta di cifre molto piccole, in valore assoluto, ma che sono identificative di un trend. E’ il caso, per esempio, anche dell’export di prodotti lattiero-caseari biellesi che, a livello  mondiale, raggiunge la modica cifra in valore di 42.466 euro, rivelandosi stabile su base tendenziale, ma con ottime crescite percentuali verso Francia (+37,21%), Regno Unito (+225,4%), States (+179,7%) e Australia (+408,4%). Cresce, invece, sia a livello globale sia a livello Ue 28, il valore dell’export di “Prodotti da forno” made in Biella, rispettivamente del +25% e del +34,9% con ottime performances verso Austria (+330,9%),  Danimarca (+20,37%), Francia (+5,14%) e Spagna (+178%). «Le cifre, in valore assoluto, restano effettivamente assai piccole e, quindi, ogni minimo incremento dà luogo a variazioni percentuali molto forti - spiega Alessandro Ciccioni, capogruppo della sezione “Food & Beverage” dell’Uib -. Il settore, però, resta tonico. Esso, infatti, proprio perché ancora polarizzato soprattutto sulla domanda interna, non ha particolarmente risentito, a livello del fatturato delle singole aziende, del calo dell’export. Non solo: ritengo che il nostro “Food and Beverage” rappresenti una leva non tanto quantitativa ma qualitativa importante di promozione del territorio e l’occasione di una scommessa economica decisiva. Il passo urgente da compiere, però, è quello di riuscire a costruire un legame virtuoso e unitario tra queste produzioni e l’immagine stessa del territorio: si tratta di una strategia comunicativa che potrebbe liberare nuovo valore aggiunto per tutti». Al Salone del Gusto, da oggi a Torino, saranno una decina gli espositori biellesi ambasciatori dell’alimentare biellese (Birra Elvo, Birrificio Un Terzo, Caseificio Pier Luigi Rosso, L’Alveare che dice sì, Liquorificio Rapa Giovanni, Microbirrificio Jeb, Pasticceria Pezzaro dal 1914, Riso Zaccaria, e Sistemi Agrobiologici Società agricola), mentre nello stand di Slow Food Biella e Atl, al Parco del Valentino, altre eccellenze locali si alterneranno giorno dopo giorno al bancone, che avrà per sfondo un fondale di fotografie del progetto “#innamoratidelBiellese”, per mescolare ai sapori anche le bellezze del territorio. «Per noi - spiega Enrico Terzo del “Birrificio Un Terzo” che, il prossimo 15 ottobre, inaugurerà la nuova e più ampia sede a Pralungo - è la prima volta al “Salone del Gusto”: oltre al nostro range classico di birre, porteremo a Torino soprattutto l’ultima nostra produzione, nata quest’estate. Si tratta della birra “Louise” , unabière blanche realizzata esclusivamente con cereali biellesi». “Caseificio Pier Luigi Rosso” è, invece, un marchio che rappresenta ormai una realtà consolidata del Salone del Gusto.  «A Torino - spiega Riccardo Rosso,  contitolare del Caseificio nonché presidente del Consorzio Toma Piemontese Dop - faremo debuttare il “Buongiorno” ossia un formaggio tradizionale che parte dalla base di lavorazione del Maccagno ma è privato del lattosio grazie ad un procedimento che impiega un enzima naturale: un prodotto dedicato ai consumatori che soffrono di particolari allergie o intolleranze. Tra i grandi classici, porteremo anche la nostra toma biellese a lunga stagionatura che abbiamo però, per l’occasione, ribattezzato “Madama Reale” nella speranza di ottenere la “corona” delle tome piemontesi». L’incognita della nuova formula del Salone (che lascia il Lingotto per occupare il Valentino e il centro città) stimola Nicola Pezzaro, titolare della nota “Pasticceria Pezzaro” di Cossato, realtà di riferimento per i golosi biellesi sin dal 1914 e che, nel 1998, venne premiata da Slow Food tra le migliori pasticcerie piemontesi. «Oltre ai nostri canestrelli - dice Nicola Pezzaro - portiamo al Salone i “bottalini” con crema e con grappa e il “Croccante del Ciavarìn”, un antico biscotto che già faceva mio nonno e che è quasi un misto tra il biscotto e il torrone. È dal 2002 che partecipiamo al Salone del Gusto e, in tutti questi anni, posso dire di aver visto cambiare nei consumatori tendenze e abitudini e, forse per effetto della massificazione del gusto, non sempre necessariamente in meglio. Noi, tuttavia, restiamo sempre affezionati alla qualità estrema delle materie prime e dei prodotti e ci rivolgiamo ad una clientela particolarmente esigente e selezionata».

Giovanni Orso

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