Richiesta Cig: a Biella calo del 40,7%

Nei primi sette mesi 2015, le ore richieste di cassa integrazione, nel Biellese, sono diminuite del 40,7%: un dato che mette il capoluogo laniero in testa alla classifica di quelle province piemontesi che hanno visto contrarsi, nel periodo considerato, il ricorso all’ammortizzatore sociale. Ma anche un dato che va comunque letto con attenzione e che non autorizza ancora semplificatorie equazioni che legano il minor ricorso alla cassa con il superamento della crisi. Sulla flessione, infatti, pesano le minori realtà produttive operative sul territorio rispetto al passato e la fine della possibilità al ricorso degli ammortizzatori per molte di esse.
Il dato sul Biellese arriva dal VI Rapporto Uil sulla cassa integrazione da cui risulta che l’andamento delle ore richieste nelle province piemontesi, nel confronto dei primi sette mesi con il 2014, è stato il seguente: Asti +17,5%, Torino -8,4%, Alessandria -16,0%, Novara -22,9%, Verbania -24,1%, Cuneo -26,5%, Vercelli -29,8% e, appunto, Biella -40,7%. Il Rapporto Uil mette in luce che in Italia, nei primi sette mesi del 2015, sono state autorizzate 417.882.381ore di cassa integrazione con un calo del 29,9% rispetto allo stesso periodo del 2014. Nella nostra regione, nello stesso arco di tempo, la richiesta è stata di 55.083.453 ore, in diminuzione del 14,7% rispetto all’analogo periodo del 2014 (-6,7 ordinaria, -17,7 straordinaria, -29,8 deroga). Ancora una volta, il Piemonte si conferma seconda regione in Italia per numero complessivo di ore richieste. In particolare, al di là del -8,4% fatto registrare nei primi sette mesi, Torino, con 32.932.792 ore richieste, è ancora la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Roma (26.063.502), Milano (25.194.937), Brescia (18.420.151),Varese (16.126.193) e Taranto (13.826.782).
G.O.
Leggi di più sull’eco di Biella di sabato 29 agosto 2015
Nei primi sette mesi 2015, le ore richieste di cassa integrazione, nel Biellese, sono diminuite del 40,7%: un dato che mette il capoluogo laniero in testa alla classifica di quelle province piemontesi che hanno visto contrarsi, nel periodo considerato, il ricorso all’ammortizzatore sociale. Ma anche un dato che va comunque letto con attenzione e che non autorizza ancora semplificatorie equazioni che legano il minor ricorso alla cassa con il superamento della crisi. Sulla flessione, infatti, pesano le minori realtà produttive operative sul territorio rispetto al passato e la fine della possibilità al ricorso degli ammortizzatori per molte di esse.
Il dato sul Biellese arriva dal VI Rapporto Uil sulla cassa integrazione da cui risulta che l’andamento delle ore richieste nelle province piemontesi, nel confronto dei primi sette mesi con il 2014, è stato il seguente: Asti +17,5%, Torino -8,4%, Alessandria -16,0%, Novara -22,9%, Verbania -24,1%, Cuneo -26,5%, Vercelli -29,8% e, appunto, Biella -40,7%. Il Rapporto Uil mette in luce che in Italia, nei primi sette mesi del 2015, sono state autorizzate 417.882.381ore di cassa integrazione con un calo del 29,9% rispetto allo stesso periodo del 2014. Nella nostra regione, nello stesso arco di tempo, la richiesta è stata di 55.083.453 ore, in diminuzione del 14,7% rispetto all’analogo periodo del 2014 (-6,7 ordinaria, -17,7 straordinaria, -29,8 deroga). Ancora una volta, il Piemonte si conferma seconda regione in Italia per numero complessivo di ore richieste. In particolare, al di là del -8,4% fatto registrare nei primi sette mesi, Torino, con 32.932.792 ore richieste, è ancora la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Roma (26.063.502), Milano (25.194.937), Brescia (18.420.151),Varese (16.126.193) e Taranto (13.826.782).
G.O.
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