Renzi firma il “salva-Piemonte”

Renzi firma il “salva-Piemonte”
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E’ arrivata venerdì la tanto attesa firma del decreto “salva-Piemonte” da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi. Si tratta di un provvedimento che al Governo non costerà nulla, ma che consentirà invece alla Regione di spalmare il debito mostruoso accumulato nei prossimi 30 anni. Una possibilità che garantirà la salvezza dell’ente e che, almeno attualmente, va a scongiurare eventuali aumenti della tassazione, come invece poteva essere. 

L’origine di tutti i mali è tata la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del Rendiconto 2013, poi confermata dalla sentenza di parifica della Corte dei Conti, che ha certificato un disavanzo di 5,8 miliardi per il 2013, di cui lo sblocca-debiti vale da sola 2,55 miliardi. Ma le stime parlano complessivamente di 9 miliardi. La possibilità di spalmare questo debito per i prossimi trent’anni, come detto, al Governo non costerà nulla, mentre per il Piemonte, così come per altre Regioni, diventa vitale. Perché la rata per il ripiano, che inizialmente sfondava gli 800 milioni annui, scende in questo modo a 125.  L’altro grande effetto positivo per il Piemonte, che giunge con la firma di questo decreto,  è rappresentato dal fatto che con l’assunzione del decreto legge potrà essere chiusa l’ultima operazione prevista per quest’anno 2015, dell’ammontare di  circa 300 milioni di euro, che consentirà di saldare gran parte del disavanzo del Trasporto pubblico locale accumulato nella precedente legislatura regionale e debiti su progetti di ricerca degli anni passati. Insomma, il Piemonte potrà continuare a mettere in campo operazioni di risanamento dei conti, senza più rischiare il default finanziario. Il bilancio dovrà però essere chiuso entro il 30 di novembre. 

E.P.

E’ arrivata venerdì la tanto attesa firma del decreto “salva-Piemonte” da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi. Si tratta di un provvedimento che al Governo non costerà nulla, ma che consentirà invece alla Regione di spalmare il debito mostruoso accumulato nei prossimi 30 anni. Una possibilità che garantirà la salvezza dell’ente e che, almeno attualmente, va a scongiurare eventuali aumenti della tassazione, come invece poteva essere. 

L’origine di tutti i mali è tata la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del Rendiconto 2013, poi confermata dalla sentenza di parifica della Corte dei Conti, che ha certificato un disavanzo di 5,8 miliardi per il 2013, di cui lo sblocca-debiti vale da sola 2,55 miliardi. Ma le stime parlano complessivamente di 9 miliardi. La possibilità di spalmare questo debito per i prossimi trent’anni, come detto, al Governo non costerà nulla, mentre per il Piemonte, così come per altre Regioni, diventa vitale. Perché la rata per il ripiano, che inizialmente sfondava gli 800 milioni annui, scende in questo modo a 125.  L’altro grande effetto positivo per il Piemonte, che giunge con la firma di questo decreto,  è rappresentato dal fatto che con l’assunzione del decreto legge potrà essere chiusa l’ultima operazione prevista per quest’anno 2015, dell’ammontare di  circa 300 milioni di euro, che consentirà di saldare gran parte del disavanzo del Trasporto pubblico locale accumulato nella precedente legislatura regionale e debiti su progetti di ricerca degli anni passati. Insomma, il Piemonte potrà continuare a mettere in campo operazioni di risanamento dei conti, senza più rischiare il default finanziario. Il bilancio dovrà però essere chiuso entro il 30 di novembre. 

E.P.

 

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