Rapporto Cerved: la crisi cancella il 20% delle Pmi

Rapporto Cerved: la crisi cancella il 20% delle Pmi
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Clic: foto di gruppo per le Pmi italiane. La scatta il Cerved nel suo Rapporto Pmi 2014 e il ritratto che ne esce è quello di 4 milioni di addetti (mediamente 20 per azienda) per un fatturato complessivo di 851 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 183 miliardi, il 12% del Pil. L’Italia - dice il Cerved, co  i suoi 5,3 milioni di imprese attive è anche il Paese che vanta il maggior numero di microimprese della Ue.

I dati. Guardato con la lente del Rapporto Cerved, il comparto conta 3,3 milioni di imprese individuali, 900 mila società di persone attive e 1 milione di società di capitale. naturalmente, va specificato che, parlando di Pmi,  non si considerano le microimprese ossia le aziende con meno di 10 addetti ed un fatturato sotto i 2 milioni. Ma quello che emerge dal Rapporto Cerved è soprattutto il fatto che, tra il 2008 e il primo semestre 2014, un quinto delle Pmi che ancora nel 2007 erano attive è stato coinvolto da procedimenti di chiusura. Se, per la gran parte di queste, la situazione si presentava già compromessa nel periodo pre crisi 2008, è anche vero che  Cerved Group Rating lancia un allarme: esistono ancora 24 mila società ad alto rischio che, nei prossimi mesi, potrebbero finire in default in quanto già complessivamente esposte per 71 miliardi con il sistema finanziario.

Gazzelle. Se questo è il panorama della crisi, è pure vero che dallo stesso Rapporto Cerved non manca l’emersione di case history di successo. Nel periodo tra il 2007 ed il 2012, infatti, sono state 3.472 le Pmi  che hanno almeno raddoppiato il loro giro d’affari. Il Rapporto Cerved parla, in questo caso, di imprese gazzella e, ciò che è significativo, si tratta di imprese operative anche in settori dove la congiuntura è stata particolarmente difficile. In molti di questi casi, si scopre che si tratta di Pmi giovani, capaci di investire di più con minore dipendenza dalle banche e un impiego più spregiudicato della leva finanziaria rappresentata da altri strumenti. Certo, esistono prodotti (come le obbligazioni) particolarmente trascurati dalle Pmi. Per esempio, solo 29 gazzelle considerate vera e propria avanguardia hanno emesso mini-bond per un totale di 226 milioni di euro.

Start up. La crisi ha inciso anche sulla natalità delle imprese. Il numero di start up si è ridotto e, tra quelle avviate, è diminuita anche la presenza di aziende vive a tre anni dalla nascita. Su questo fenomeno ha contribuito il fenomeno del credit crunch: solo 5 mila start up nate nel 2012 hanno iniziato l’attività grazie a prestiti bancari (la metà del 2007). Non solo: quelle con capitale di 5 mila euro sono passate dal 25% del 2011 al 65% della prima metà del 2014.
Giovanni Orso

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